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Fathomfolk non è stato un libro semplice da leggere, ho amato tantissimo alcuni elementi, mentre altri non li ho apprezzati molto. Nel complesso, però, mi ha trascinata in un mondo davvero vasto e sfaccettato, dove il folklore e la mitologia si mescolano a tematiche di brutale attualità.
Ma procediamo con ordine. Ci troviamo a Tiankawi, una città semisommersa dove, fra palafitte, ponti sospesi, canali solcati da imbarcazioni di ogni tipo e quartieri costruiti interamente sott'acqua, gli umani e il popolo degli abissi vivono fianco a fianco. O almeno ci provano, perché gli umani discriminano le creature acquatiche, costringendole ad indossare dei bracciali che ne limitano i poteri di controllo dell'acqua, impedendo loro di usarli contro gli stessi umani. Fra i punti positivi del libro ci sono sicuramente l'ambientazione e il worldbuilding. Le descrizioni dei luoghi sono infatti sempre molto dettagliate, facendo sentire il lettore parte del mondo narrativo, tanto caotico quanto affascinante. Scorrendo le pagine sembra quasi di sentire il profumo dell'oceano, così come il miscuglio di odori che caratterizza una città così grande, ispirata nelle forme e architetture alle metropoli asiatiche. La capacità della Chan di creare luoghi evocativi è di sicuro molto evidente.
Altro aspetto che mi ha colpito fin dalla lettura dell'estratto è stata la caratterizzazione del popolo degli abissi, composto da creature marine o acquatiche legate alla mitologia proveniente da diverse culture. Perciò troviamo sirene, streghe marine, draghi acquatici, kelpie e tanti altri interagire fra loro in modo semplice e naturale. Unica pecca è forse che avrei preferito la presenza di un glossario relativo alle creature presenti per comprendere meglio le caratteristiche di ciascuna, anche di quelle meno note.
Parallelamente all'originalità dell'ambientazione, altro elemento positivo sono sicuramente i temi trattati nel romanzo, tutti molto attuali e affrontati in maniera seria e per nulla retorica. I personaggi si trovano di fronte a dilemmi morali e problematiche di complessa risoluzione, in cui non esistono buoni e cattivi, ma persone che cercano di sopravvivere e garantirsi una vita decorosa. Razzismo, discriminazioni, disuguaglianze sociali, rivolte e integrazione non sono tematiche di semplice analisi, ma Fathomfolk è un libro quanto mai attuale nel raccontarne le diverse sfumature. In alcuni capitoli non si può non provare rabbia di fronte al modo in cui vengono trattate Mira, Nami o la stessa Cordelia. Eppure vediamo tanto l'approccio più diplomatico della prima quanto quello più violento e rivoluzionario della seconda, ciascuno con i suoi punti positivi e negativi. Da una parte c'è la mezza sirena che deve decidere se sopportare in silenzio le umiliazioni, cercando di portare avanti la sua battaglia, mentre dall'altra c'è il drago acquatico che si unisce ai Riflussi nella lotta per la dignità del suo popolo, ma dovrà scegliere fino a che punto è disposta a spingersi. Altra tematica attuale presente nel libro è quella dell'inquinamento, che sta distruggendo l'ecosistema marino e facendo ammalare i suoi abitanti. Si parla di fonti di energia e di sfruttamento del popolo degli abissi, ma tutti questi temi sono ben amalgamati nel racconto, senza sfociare in momenti inutilmente didascalici.
Veniamo adesso a quello che ho apprezzato di meno. Fathomfolk è un romanzo che si presenta incentrato sulla trama e sull'intreccio degli eventi, ma questo non è sempre scorrevole, anzi. La storia segue tre pov; di Mira, Nami e Cordelia. I capitoli si intrecciano abbastanza bene tra loro, ma il ritmo in più punti risulta spezzato e confuso. Ho fatto molta fatica a leggere la prima metà del libro, in cui la trama tarda ad ingranare e di fatto non succede nulla, complice anche uno stile un po' ridondante. L'autrice tende a dilungarsi troppo, soffermandosi su molti dettagli superflui, facendo perdere il focus della scena e anche alcuni snodi essenziali della trama. Avrei decisamente snellito i primi capitoli, che non sono riusciti neanche a farmi avvicinare ai personaggi o ad empatizzare con loro, nonostante le tematiche trattate. Mi sembrava che mancasse il pov di Mira, mentre trovavo Nami abbastanza fastidiosa e immatura. L'unica che mi ha sempre incuriosito è stata Cordelia, un personaggio ambiguo e moralmente grigio, una manipolatrice disposta a tutto per proteggere se stessa e la sua famiglia.
Fortunatamente, nella seconda metà le cose sono notevolmente migliorate. La trama è entrata nel vivo, mentre il ritmo della narrazione si è fatto più concitato. Ne hanno beneficiato anche i personaggi, che finalmente ho iniziato ad apprezzare di più. Premetto che sono tutti abbastanza bidimensionali o subiscono una blanda evoluzione, ma comunque sono riuscita ad entrare più in sintonia con loro. Ho amato la determinazione e la forza di Mira e il coraggio di Nami, anche se il mio preferito resta Kai. È un personaggio nobile e generoso, il fidanzato perfetto per Mira e un fratello protettivo per Nami, sempre pronto a sacrificarsi per il suo popolo e per coloro che ama. Le sue scelte mi hanno molto sorpreso durante la lettura. Anche i secondari hanno avuto un accenno di caratterizzazione in più nella seconda metà del libro.
In conclusione, Fathomfolk è un romanzo ricco ed interessante, ma ha anche alcuni problemi. Consigliato per tutti coloro che aono incuriositi dall'ambientazione e dal folklore marino, oppure interessati alle tematiche trattate. In ogni caso, chiunque decida di leggerlo, non dovrebbe fermarsi alla prima metà perché dal 50% in poi la storia cambia davvero. Io intanto, dopo quel finale incredibile che mi ha anche commosso, penso proprio che aspetterò di leggere il sequel.

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Fathomfolk è il mio secondo approccio alla narrativa fantasy asiatica e, devo dire, mi è piaciuto molto. Come valutazione generale ho dato 3.5 stelline perché, comunque, ha i suoi difetti, tra cui la lentezza della prima metà, che si è fatta sentire. Tuttavia, considerando il fatto che non è uno standalone, questa si può giustificare con la presenza del worldbuilding iniziale e dell’introduzione dei diversi personaggi.

È un fantasy di stampo politico, caratterizzato da società divisa tra umani e popolo degli abissi. Questi ultimi sono sotto il continuo controllo e pregiudizi da parte dei primi, che li considerano talmente pericolosi da obbligarli a indossare un braccialetto magico che prosciuga le loro energie, qualora avessero pensieri violenti. Da questo sfondo disagiante, risaltano le tre protagoniste del libro, le quali rappresentano anche i tre punti di vista che si alternano nei capitoli. Tra Mira, la mezza sirena, Cordelia, la strega marina doppiogiochista e Nami, la principessa drago, la mia preferita è stata sicuramente la prima, per il suo comportamento giusto e molto calcolato. Al contrario, Nami mi è sembrata fin troppo infantile e i suoi continui alti e bassi mi hanno parecchio infastidita.
I punti negativi di questo libro, a parer mio, sono stati i repentini cambi di punti di vista da un capitolo all’altro. Più che necessari alla continuazione della storia, mi sono sembrati uno stratagemma dell’autrice per non risolvere apertamente un problema creatosi e passare direttamente alla scena successiva. Questa mancata risoluzione dei conflitti mi ha lasciato parecchi punti di domanda che non avranno mai una risposta. E, poi, il finale!! Non farò spoiler ovviamente ma, oltre a non aspettarmelo, mi ha lasciato proprio l’amaro in bocca!
Comunque mi è piaciuto parecchio, la storia diversa ha aiutato a farmelo apprezzare ancora di più e le atmosfere che richiamano sempre un po’ quelle dello Studio Ghibli lo hanno reso ancora più particolare! La questione delle maree e delle oasi, poi, mi ha ricordato un po’ One Piece, quindi un altro punto a suo favore.

Per quanto non penso sia fattibile, sarebbe bello avere, alla fine del libro, una specie di glossario con la spiegazione delle diverse creature marine nominate, così da capire cosa immaginarsi durante la lettura 😊

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✪✪✪½

✎ vi parlo del primo romanzo edito dalla nuova casa editrice @neon — in uscita il 4 settembre —

Vi starete chiedendo come faccio ad avere già letto, ad oggi, mesi prima dell'uscita ufficiale, questo romanzo, giusto?
Per chi è stato attento ha notato che su Instagram, da qualche mese è approdata una nuova casa editrice, che è la branchia fantasy della più conosciuta E/O, si chiama Ne/oN.

Ho potuto leggere in collaborazione con loro, tramite la piattaforma NetGalley (qui il sito) che usavo già da qualche tempo ma solo per leggere romanzi in lingua inglese, perché appunto Ne/oN ha deciso di presentare i suoi ARC (cioè i romanzi non ancora finiti e pronti per uscire - ma quasi) proprio lì. Ho richiesto la copia e mi è stato accordato il permesso di poter essere una delle fortunate lettrici in SUPER ANTEPRIMA di questo romanzo fantasy mitologico.

Le acque degli oceani stanno aumentando, sono inquinati e i suoi habitat stanno morendo. La popolazione umana, che vive nell'acqua, ha bisogno di fuggire dalle proprie case e di mettersi in salvo, ovunque sia possibile. Le differenze sociali sono molto radicate e nella città di Tiankawi le case sono costruite su più piani, più si sta in alto, lontano dall'acqua e più si è ricchi, se si sta in basso la povertà è più grande.


La cosa che mi è piaciuta di più di questo romanzo è il world building, un mondo dettagliato e interessante di un mondo apocalittico e offre al lettore un assaggio di un mondo apocalittico dove le acque dei mari si sta alzando inesorabilmente. Parliamo di un mix interessante di mitologia, magia e politica. Le varie società presenti sono divise tra umani e abitanti del mondo sommerso: kelpie, sirene, streghe marine, draghi d'acqua e selkie. Questa dualità danno origine a conflitti di varia natura e guerre.

I conflitti sociali presenti sono variegati, per esempio i conflitti razziali o il gran numero di rifugiati che il cambiamento climatico sta aggravando. Proprio come succede nel mondo reale oggi chi abita dalla parte "giusta" del mondo non vede di buon occhio chi si sposta per stare meglio dai paesi più poveri.

La mia protagonista preferita è stata Mira, metà umana e metà sirena che è un capitano nella guardia di frontiera. Lei e il suo fidanzato Kai, un drago d'acqua che è l'ambasciatore di uno dei Paradisi, vivono nella città e dovrebbero rappresentare la "quota romance" del romanzo.

Certi personaggi, tipo Nami, la sorella di Kai mi hanno fatto innervosire per i loro comportamenti non lineari. Ho fatto un po' fatica a farmela andare a genio e i suoi capitoli sono stati quelli più pesanti e noiosi da leggere seppur pieni di azione.

I diversi pov e i capitoli mai troppo lunghi mi sono piaciuti ma il finale aperto al seguito ha scardinato quello che capito leggendo. Però la scrittura e la traduzione sono molto accattivanti e quindi non si fa fatica a leggere le quattrocento e passa pagine del libro. In definitiva come prova di debutto dell'autrice posso dirmi soddisfatta, aspettando il seguito.

Conclusioni
Se amate i romanzi di stampo mitologico con draghi, sirene e altri esseri acquatici del mito e, naturalmente, amate i fantasy, non potete assolutamente perdere questa uscita. Segnatevi la data: 4 settembre 2024.

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DNF 38%

Ho provato con tutte le mie forze a non abbandonare questa lettura ma purtroppo non fa proprio per me.

La narrazione è molto lenta e confusionaria. Spesso ho dovuto ricorrere a internet per capire di che creature si stesse parlando a causa dell’assenza di descrizioni da parte dell’autrice.

Di solito mi piacciono i fantasy politici e non ho alcun problema se il romance non è predominante.
La trama inoltre sembrava davvero interessante: civiltà acquatiche costrette a rifugiarsi nelle città umane, l’inquinamento delle acque e la lotta per ottenere più diritti.
Tutti ottimi presupposti, peccato per l’esecuzione.

La storia viene narrata dai punti di vista di diversi personaggi. La caratteristica principale è che tutti sono morally grey.
La protagonista più interessante per me è Serena (non entro nei dettagli per evitare spoiler).
Il POV di Nami l’ho trovato abbastanza piatto e prevedibile, sarà che fin dal primo momento non ho nutrito molta simpatia per lei. Idem per Mira.
Al di là delle preferenze, il problema principale riguarda i cambi POV molto confusionari che rendono la lettura pesante.

Inoltre all’inizio del libro veniamo buttati direttamente nella storia senza un minimo di introduzione. Mi sono addirittura dovuta fare uno schema per capire chi fossero i personaggi.

In conclusione non è una lettura che fa per me, ma sono sicura che altri lo apprezzeranno!

Ringrazio NetGalley e Ne/oN Libri per la copia ARC in cambio di una recensione onesta.

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Quando ho finito di leggere questo libro la prima impressione è stata quella che sia stata un’occasione sprecata. I personaggi si confondono tra di loro e i tre POV non riescono a coinvolgere chi legge perché tendono ad essere confusionari tra di loro. Interessante l parte socio-politica tra le creature marine e gli essere umani con le varie fazioni, sono andata avanti per questo ma sarebbe stato più carino che fosse stato approfondito di più.
Per ultima cosa volevo dire che ho avuto i flash back dell’isola degli uomini pesce per gli amanti di one piece e questo mi ha aiutato molto a immaginare la storia.

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2,5 ⭐

Premetto che ero tentata di abbandonarlo, ma volevo scrivere una recensione più completa possibile.
Inizialmente mi sono ritrovata spaesata dal cambiato del punto di vista in ogni capitolo, soprattutto perché non notavo davvero una grande differenza da uno personaggio all'altro se non per il luogo in cui era ambientata la scena, nella seconda parte l'interesse per la storia è salito un po' e questo mi porta a dare un voto più alto al libro.
Non sono riuscita a legare con i personaggi, soprattutto con Nami: nonostante anche io sia una ragazza giovane ho trovato alcune sue scelte davvero discutibili, mentre lo sviluppo di Cordelia e la sua vita sono state davvero interessanti.
L'atmosfera è molto suggestiva e la critica sociale si sente fortemente, ma credo ci siamo molto potenziale sprecato.
Nota positiva: la traduttrice ha fatto un ottimo lavoro, soprattutto con alcuni termini riguardanti la cultura orientali e simili.

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"Fathomfolk - Il popolo degli abissi" di Eliza Chan è un libro che ho letto in versione ARC ottenuta gratuitamente grazie alla casa editrice. Purtroppo, non sono riuscito a completare la lettura e ho abbandonato il libro al 26% perché, arrivato a questo punto, ancora non avevo trovato nulla di veramente apprezzabile. La lettura era diventata uno sforzo, portata avanti più per dovere che per piacere. Alla fine, leggo per piacere, non per lavoro, e mi sembra giusto non finire quei libri che, data una giusta quantità di tempo, non mi soddisfano.

"Fathomfolk" è narrato in terza persona con tre diversi punti di vista (POV). I cambi di POV avvengono a ogni capitolo, che sono brevi, e questo rende la narrazione un po' confusionaria. Ho faticato a seguire ciò che succedeva, poiché i tre personaggi partono in modo differente, moltiplicando così i luoghi, i nomi e i pensieri da tenere a mente. Questo rende difficile mantenere il filo della storia.

Politica e la critica sociale sono elementi fondamentali nel libro, il che può essere un punto positivo o negativo a seconda del lettore. Personalmente, per me è stato indifferente, né un pro né un contro significativo.

L'uso di troppi nomi ignoti senza spiegazione adeguata mi ha causato un po' di frustrazione. Termini come dratsie, kelpie, chinthe, tori acquatici tarbh uisge, jangjamari vengono introdotti senza contesto, lasciando il lettore confuso, senza un'immagine mentale chiara di ciò che dovrebbe vedere. Forse nella versione finale del libro sarà presente un glossario, ma rimane il fatto che in un romanzo di narrativa la spiegazione dovrebbe essere presente nel libro stesso, senza far affidamento a un glossario.

Arrivato al 26% del libro, non era ancora chiaro quale fosse l'obiettivo finale dei protagonisti né quali difficoltà avrebbero dovuto affrontare. Sembrava un'introduzione infinita, senza una direzione precisa o un climax in vista. Questo ha ulteriormente diminuito il mio interesse e la mia motivazione a proseguire la lettura.

In conclusione, "Fathomfolk - Il popolo degli abissi" di Eliza Chan non è riuscito a catturare il mio interesse. La narrazione confusionaria, la mancanza di un chiaro obiettivo e l'uso di termini non spiegati hanno reso la lettura più uno sforzo che un piacere.

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Fathomfolk è sicuramente un libro che divide: difficile da apprezzare nella sua totalità, è chiaramente ricco di ricerca, sensibilità, temi attuali e tanta tanta cura nei dettagli. Peccato che non necessariamente la combinazione di questi elementi renda un romanzo fantasy tale da essere apprezzato dalle masse. In questo caso io sono la massa.

La storia si alterna in tre punti di vista differenti, che ho apprezzato e ho trovato che davano un buon ritmo alla narrazione, ed erano tutte e tre più o meno ugualmente interessanti (cosa non scontata); la costruzione del mondo ispirato a una cultura orientale, dove la civiltà è divisa tra il popolo dei sommersi e gli umani, con conseguente discriminazione, razzismo e disuguaglianza sociale, ed è estremamente ricca di dettagli: non si può passare qualche pagina senza senza che venga data una nuova rivelazione riguardante nel mondo, in un info dumping e estremamente diluito e a tratti asfissiante, a discapito di una trama che è politicamente molto articolata, ma il cui intreccio resta banale se confrontato a tutta la costruzione del romanzo. Eliza Chan è chiaramente una penna interessantissima, capace e talentuosa ma in questo caso non è stato pienamente sufficiente per rendere il romanzo degno di nota. Sono comunque curiosa di leggere altre sue opere in futuro, mentre mi riservo di pensarci un po’ su per il seguito di Fathomfolk.

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Ringrazio Ne/oN e Netgalley per aver avuto la possibilità di leggere l'eArc.
Premetto che per me sarebbe stato un DNF già al 28%, ma ho comunque proseguito la lettura per la gentilezza offertami.

Non avevo ancora avuto modo di leggere dei libri fantasy ambientati negli abissi e con temi come sirene e del popolo del mare, quindi ero davvero carica per la lettura in italiano di Fathomfolk.
Vorrei dedicare un punto positivissimo alla fedele traduzione, eseguita egregiamente da Laura Miccoli. Avendo un'edizione da collezione in inglese ho potuto confrontarle entrambe e non ci sono davvero punti cedevoli in quella italiana.
Ho apprezzato moltissimo l'impatto politico e sociale che l'autrice ha cercato di inviare sul tema delle minoranze e delle repressioni etniche, purtroppo però l'esecuzione, specialmente nella conclusione finale di questo tema lascia poco spazio alle differenze culturali e invece spinge su una globalizzazione etnica.

La scrittura è confusionaria per i miei gusti e per le mie necessità da neurodivergente. Ho avuto un'estrema difficoltà nell'interagire con i numerosi cambi POV. Il libro è composto da 416 pagine, per 60 capitoli, questo significa che circa ogni 6~ pagine cambia il POV e spesso non solo quello, ma anche il tempo: se accade evento X alla fine di un capitolo con POV 1, all'inizio del capitolo successivo con POV 2, non ci viene spiegato come si è arrivati alla risoluzione di quanto accaduto nel capitolo precedente; passano dei giorni e si dà per scontato che la cosa sia risolta. In che modo, si lascia alla fantasia del lettore.

Non ho trovato alcuna affinità con i personaggi protagonisti, li ho trovati piatti, interscambiabili, naïf e inverosimili.

L'autrice poteva fare MOLTO di più, l'idea base c'era tutta (anche quella di spizzicare da più culture e mescolarle, per quanto oltreoceano non piaccia, a me non dispiace) ma ha fatto un mescolone onestamente poco apprezzabile. Avrei apprezzato un mini glossario con la spiegazione di alcuni termini specifici e creature mitologiche.

* AGGIUNTE SPOILER*
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Non mi piace affatto l'idea della relazione tossica di Nami, sicuramente volta ad aprire il nuovo capitolo con il prossimo libro, ma è inverosimile che nonostante le numerose red flag e la vicinanza di Mira, Nami continui a scegliere questa relazione.

La strega del mare è Ursula de La Sirenetta, quindi anche la richiesta della voce lascia davvero a desiderare in quanto a fantasia dell'autrice.

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Già dalla trama mi aveva subito attirato e non mi ha deluso. L'ho già preordinato... non vedo l'ora che arrivi.

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Ero stata subito colpita dall'originalità di questo romanzo dai primi capitoli che avevo avuto il piacere di leggere tramite @neonlibri e sono felice di confermare che anche l'intero romanzo è caratterizzato da questa atmosfera di novità.

Ci ritroviamo in un'ambientazione totalmente orientale, dove, tra le varie mitologie e culture, visiteremo luoghi e città in cui la connessione tra il mondo marino e quello umano è forte, ma è forte, purtroppo anche la discriminazione tra i due mondi.
A dar introduzione al lettore di questa società, che rispecchia molto (se non totalmente) la nostra, sono le tre maggiori protagoniste del romanzo che si ritroveranno ad affrontare situazioni più grandi di loro.
Non voglio darvi ulteriori approfondimenti sulla trama perché questo libro è davvero singolare e originale in un mondo fantasy ormai saturo in molti argomenti, quindi per me vale molto la pena leggerlo, però una cosa posso anticiparvela: il finale è aperto, quindi amanti delle saghe fatevi avanti!

Analizzando più specificatamente il romanzo, ho amato molto come la scrittrice abbia preso davvero molti riferimenti dalle varie culture orientali per caratterizzare il suo mondo, rendendolo davvero come se fosse una società multietnica.
Anche la trama, dopo una prima partenza più lenta, ha iniziato a divenire avvincente e il ritmo è rimasto così fino alla fine.
Non me la sento però di dare il voto pieno perché, come parere soggettivo, non sono riuscita totalmente a entrare in connessione con le protagoniste, forse quella con cui sono riuscita di più è stata Mira, ma non ne sono totalmente convinta.
Sono in questo caso felice che vi sia una continuazione proprio per capire se con il secondo questo ostacolo di connessione verrà abbattuto.

Lo consiglio vivamente a chi ama il fantasy e la cultura orientale.

Ringrazio @neonlibri per questa immensa opportunità!

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"Fathomfolk" di Eliza Chan non è solo un romanzo fantasy, ma anche una riflessione profonda su temi come il razzismo, la discriminazione, la lotta per i diritti e lo sfruttamento dell'ambiente. Chan affronta questi argomenti delicati con una sensibilità che arricchisce la narrazione, rendendola rilevante e stimolante.

Le tre voci narranti di questo romanzo sono Mira, una mezza sirena capitano della guardia di frontiera, Nami, un drago acquatico che suo malgrado si trova coinvolta nella discriminazione che il popolo degli abissi (il Fathomfolk) subisce da parte degli umani e nelle lotte generate dallo scontento per questa situazione, e Cordelia, una strega del mare che si preoccupa principalmente dei suoi interessi, evitando di prendere posizione riguardo ai conflitti interni della città di Tiankawi.
Ad aggiungersi troviamo una moltitudine di creature del folkore asiatico e non come kappa, kelpie e jangjamari. Una pecca del romanzo è che questi personaggi vengano introdotti tutti nell'arco di poche pagine, senza darne una descrizione esaustiva sull'aspetto e sui poteri che li caratterizzano. Probabilmente sarebbe stato meglio non dare per scontato che tutti i lettori prima di approcciare il libro conoscessero figure come i jangjamari.

Nel complesso, il romanzo presenta un buon world-building sia a livello nella descrizione delle diverse ambientazioni sia nell'esplorazione delle gerarchie sociale di Tiankawi, ponendo delle solide basi per il volume successivo della duologia. La prima parte del libro risulta più lenta rispetto alla seconda, aspetto dovuto necessariamente alla presentazione del mondo e dei personaggi, benchè come detto a mio avviso sarebbe stato necessario descrivere maggiormente le varie creature presenti. I tre punti di vista si compenetrano sempre di più nel corso della narrazione, andando a creare interazioni tra luce e oscurità, tra il mondano e il magico, aggiungendo ulteriori strati di significato alla storia.

Aspetto di leggere il seguito di questo romanzo per scoprire come la scelta (forte e a mio parere abbastanza discutibile) che l'autrice compie nel finale si ripercuoterà sulle storyline successive.

Grazie a NetGalley e a NE/ON libri per avermi fornito un ARC di questo romanzo in cambio di una recensione onesta.

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Questo testo è stata una lettura relativamente piacevole, considerando che è un esordio almeno nell'ambito del romanzo.
Ha di buono il tema della discriminazione (specialmente razziale), che viene esplorato lungo tutta la piramide della violenza: dai falsi complimenti agli atti più crudeli. Non vengono fatti sconti, in questo senso, e le scene forti colpiscono molto. Purtroppo, personalmente, non ho trovato sempre calzante l'analogia tra popolo degli abissi e comunità discriminate. Le discriminazioni si basano su paura e odio costruiti su concetti privi di fondamento (storico, scientifico, antropologico ecc.), perché in fondo si parla sempre di persone uguali a tutte le altre. Invece parlare di creature del folklore (sirene, kappa, kelpie, draghi orientali), che hanno per natura caratteristiche e poteri maggiori degli esseri umani, può rischiare di far vedere la paura, e la discriminazione che ne consegue, come in parte legittima. Ci tengo a sottolineare che sia una visione prettamente personale riguardo questo tipo di rappresentazione, e l'autrice riesce comunque a gestire bene un tema molto complesso.
Infatti alla discriminazione si aggiunge il tema della resistenza e della lotta ai diritti, che ogni personaggio affronta in maniera diversa. Qui si dimostra secondo me ancora di più la bravura dell'autrice: non giudica mai i propri personaggi per le azioni che compiono, ma si limita a mostrare le conseguenze del mondo alle loro parole e azioni. Si premura anche di costruire per loro motivi, scopi, modi d'agire e di pensare, rendendoli molto tridimensionali ed empatici per chi legge.
La scrittura risulta scorrevole, anche se ci sono delle pecche, che però non rovinano così tanto la lettura. Alcune metafore non sempre mi sono sembrate riuscite; la chiarezza nelle scene d'azione qui e là mancava; il ritmo non mi sembra gestito nel migliore dei modi: tanto che le ultime 150 pagine mi sono pesate molto più del resto del testo.
A livello personale, non ho apprezzato due scelte prese nel finale, ma essendo questo il primo libro della duologia, aspetterò il secondo per vedere che conseguenze porteranno.

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La Ne/oN esordisce coraggiosamente con un fantasy che, in base alle recensioni online, o lo si ama o lo si odia.
Per quanto mi riguarda ho amato Fathomfolk. Sentivo proprio il bisogno di un libro che riuscisse a trasportarmi in atmosfere magiche e mitologiche ma rimanendo ugualmente con un piede ben saldo nella realtà, affrontando temi come il razzismo, l'immigrazione e l'inquinamento, purtroppo oggi così attuali.

Nella città multiraziale e semi sommersa di Tiankawi, dove gli umani vivono non proprio pacificamente con gli abitanti degli abissi, seguiamo le videcende di Mira, mezza sirena eletta da poco capitana delle guardie di frontiera, che insieme a Kai, suo compagno, uno degli ultimi leggendari draghi d'acqua e ambasciatore dell'oasi sommersa di Yonakuni, cercano di dare voce al popolo degli abissi costretti a subire in silenzio le restrizioni ai loro poteri e gli abusi che gli umani al potere infliggono ad un popolo ormai fiaccato da povertà, fame e inquinamento delle acque.
Intanto, dopo averne combinata un'altra delle sue, Nami -sorella minore di Kai - viene mandata in eslio proprio a Tiankawi, sotto la tutela del fratello. Convinta di avere tutte le risposte e disgustata dal degrado in cui il suo popolo è costretto a vivere, Nami, si unisce al gruppo ribelle dei Riflussi, guidati dai due kelpie Lynette e Firth, l'una la voce e i muscoli del gruppo e l'altro la vera mente (nonché malessere del romanzo).
Contemporaneamente, Cordelia - potente strega marina e mutaforma - cerca in tutti i modi di mettere i bastoni fra le ruote (o le pinne) un po' a tutti per il suo tornaconto.

Uno dei punti forti di questo romanzo è il worldbuilding, affascinante e ben studiato, riesce a bilanciare folklore e modernità, atmosfere magiche e descrizioni vivide dei quartieri più periferici così simili ai villaggi sull'acqua come quello di Xitang in Cina o i mercati galleggianti di Bangkok, così suggestivi e brulicanti di vita.
È uno di quei libri di cui neanche ti rendi conto di aver letto dieci, venti capitoli di filato senza esserti distrattə neanche una volta ma, anzi, volendo andare avanti ad oltranza per sapere dopo cosa succede.
Ho notato che alcune delle critiche più frequenti sono su un'apparente immobilità della storia, almeno all'inizio, e sui personaggi.
Per la prima critica ringrazio il cielo (o i Titani, gli dei del mondo di Fathomfolk) che la storia si vada formano pian piano senza mettere troppa carne al fuoco (come purtroppo succede spesso con i fantasy contemporanei, con il rischio di non dare la giusta conclusione alla storia e avare a fine libro più domande che risposte). La storyline di Fathomfolk è un crescendo lento e regolare, fino al climax finale dell'ultimo capitolo, come il crescendo di un temporale, o il mare che arretra piano piano per poi sommergere tutto con un devastante tsunami.

Per i personaggi non ho da rimproverare nulla. Mira è forte, caparbia e sa come farsi valere; Kai è probabilmente il fidanzato perfetto (avremmo tuttɜ bisogno di un Kai nelle nostre vite), lui è dolce, intelligente, ottimista e farebbe di tutto per il suo popolo e per le persone che ama (oltre ad essere anche bello, ricco e uno dei più importanti esseri mitologici, il che non guasta mai). Nami è giovane e per questo ingenua ma crede comunque di essere la più furba di tutti, ma quello che fa non lo fa per sé stessa, c'è da dirlo, ma per dare giustizia al suo popolo, anche se lo fa nel modo sbagliato. I Riflussi e Cordelia sono i perni che fanno muovere la storia e che fanno precipitare le cose verso il caos. Lynette è la leader degli anarchici Riflussi ma alla fine è solo una ragazzina violenta e impaurita, probabilmente usata da Firth per i suoi veri scopi (sicuramente nel secondo e ultimo volume tanti nodi verranno al pettine); Cordelia è furba ma alla fine diventa vittima delle sue stesse macchinazioni.

L'unica pecca forse è che avrei voluto approfondire la storia di qualche personaggio secondario, come Dan, il kappa amico di Nami, e Eun la bibliotecaria umana con cui Nami fa amicizia, sinceramente la vedrei bene come prossimo (e più sano) interesse amoroso di Nami.
Si, perché questo romanzo ha anche un altro pregio, si potrebbe definire queer, dato che le relazioni di molti personaggi secondari con partner dello stesso sesso non solo sono frequenti, ma non sono trattate né come tabù né come qualcosa di poco usuale. Nel mondo di Fathomfolk le relazioni omosessuali sono trattate né più né meno come relazioni eterosessuali, il problema sono le relazioni miste tra umani e popolo degli abissi, li ci vogliono un altro paio di maniche, ma in fondo questo romanzo verte proprio su questo e io non vedo l'ora di leggere come procederanno le cose dopo l'ultimo spettacolare capitolo.

In conclusione.
Il libro verrà pubblicato il 4 settembre (per ora questa recensione la pubblicherò su Goodreads sulla pagina del romanzo in lingua, per poi spostarla su quella in italiano appena verrà creata) e la domanda che mi farò alla fine di ogni recensione delle eARC che riuscirò a leggere è: comprerò la copia cartacea anche se in pratica ho già letto il libro in digitale (e per di più gratis)?
La mia risposta in questo caso è si.
Ho amato questo libro e voglio averlo tra le mie mani per sfogliarlo quando voglio, aspettando pazientemente il secondo ed ultimo volume della dilogia.

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Ringrazio Netgalley e Neon Libri, per aver approvato la mia richiesta di questa copia ARC in cambio di un'opinione onesta.

Mi sono trovata a doverlo leggere controvoglia perché ho ricevuto una copia ARC da recensire. Mi dispiace molto per questo, perché avevo una motivazione molto alta per leggerlo. C'è una grave carenza di romanzi moderni con creature marine mitologiche e soprattutto c'è una carenza di romanzi validi e concreti!
Quando ho letto la quarta di copertina, avevo già immaginato che sarebbe stato il miglior libro con creature marine, data la moltitudine di creature mitologiche e le problematiche attuali come l'inquinamento e la discriminazione.

Il mondo è effettivamente ricco, ben studiato e ben pensato, ma ciò che mi ha infastidito per tutto il tempo è che i nomi degli spiriti e delle creature sono buttati nel libro senza spiegazioni (e almeno nella copia arc senza glossario). Per capire di cosa stesse parlando l'autore o come fosse quel personaggio appena introdotto, dovevo continuamente cercare su Google. Alcuni esempi sono: kappa, saltlick, Fumiho, chang-bi, chinthe.

Ho avuto problemi anche con i personaggi. Non sono mai riuscita a distinguere Nami da Mira, chi era la mezza sirena e chi il drago d'acqua, perché avevano le stesse voci. Lo stesso vale per Kai che doveva essere il fidanzata di una delle due, ma non faceva alcuna differenza. Ho pensato che fosse una difficoltà iniziale dovuta al fatto che dovevo orientarmi nel nuovo mondo e adattarmi ai nuovi personaggi, ma purtroppo questa difficoltà è rimasta anche al 60% raggiunto. Inoltre, tutti e tre questi personaggi mi sono sembrati molto immaturi e non mi sono affezionato a loro.
L'unica voce che si distingueva dagli altri era Cordelia, la strega del mare che trama e manipola i personaggi a suo vantaggio personale da dietro le quinte. difficile affezionarsi a lei, però :D

Purtroppo, anche la storia non mi ha preso. ho avuto l'impressione che non sia successo nulla nella prima metà del libro e che gli eventi inizino ad accadere verso la seconda metà. purtroppo, a quel punto avevo già perso interesse per l'intera vicenda.

Non è un esordio che mi sento di consigliare, a meno che non siate preparati a ciò che vi aspetta.

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