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Mi dispiace dire che The Sun and the Void è un libro che su di me non ha sortito l'effetto desiderato dall'autrice, che tramite la trama e la premessa del libro ci promette una storia di incanto ispirata al folklore sudamericano, una lotta tra il bene e il male portata avanti da due esponenti di queste forze opposte, Reina e Eva; eppure, la narrazione non decolla mai, non sembra ci sia un punto di svolta nella lunga vicenda piena di nomi, cognomi, luoghi e termini inusuali, il che rende il tutto insopportabilmente più tedioso e poco stimolante per il lettore. Probabilmente il personaggio più interessante è Javier, con una cattiveria trasparente e sincero nella sua scrittura, mentre le protagoniste, rena e Eva, se non per i loro tratti fisici e magici, si confonderebbero nell'arazzo che è lo sfondo di The Sun and the Void.

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DNF 35%

Mi è stata elargita una arc dalla casa editrice Ne/oN, in cambio di un parere onesto.

Il mio onesto parere è che questo libro ospiti in sé parecchio potenziale sprecato. L'autrice si è sforzata di inserire un sistema magico e un'ambientazione originali, e ammetto che sono affascinanti e creano una bella atmosfera. Esistono libri che riescono a reggersi bene solo su quest'ultima, ma sono capolavori del genere fantasy. E questo libro non rientra in questa rosa, ahimè.

Le due protagoniste sono spesse come cartavelina, non hanno una caratterizzazione precisa, una vera e propria morale... non comunicano niente al lettore. E in un character-driven è davvero grave. I personaggi che stanno loro intorno stesso discorso: insipidi e prevedibili.

Al 35% non ho capito il focus della narrazione nè dove voglia esattamente andare a parare il romanzo. E ho perso qualunque mio interesse nella storia e nei personaggi che lo popolano.

Un esperimento interessante, ma fallito.

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Reina ed Eva sono due reiette. Reina è una Nozariel che fugge dalla società discriminatoria in cui è cresciuta per potersi rifugiare dalla potente nonna paterna, Doña Ursulina. Eva è una ragazza Valco in cerca della verità sulle sue origini e desiderosa di apprendere delle nozioni di Geomancia, l'arte magica così tanto osteggiata dagli umani.

Entrambe si troveranno ad essere pedine in un gioco più grande di loro che vedrà contrapporsi bene e male, il sole e il vuoto, Ches e Rahmagut.

“The Sun and the Void” è un romanzo ricco di potenziale, che coniuga folklore sudamericano, riferimenti al colonialismo e la trattazione di temi come razzismo e scontri scatenati da diverse confessioni religiose. Molto interessanti sono inoltre il worldbuilding ed il sistema magico ideato da Gabriela Romero Lacruz. Tuttavia, avrei preferito un approfondimento sulla questione religiosa che viene trattata solo marginalmente, soprattutto attraverso l’episodio di Doña Rosa, senza dettagliare al meglio la dottrina del Pentimiento e perché si opponga in modo così feroce all’uso della Geomancia.

Il sistema magico, basato sull’impiego di minerali, è utilizzato come mezzo per descrivere la condizione socio-economica del paese, dove le famiglie più potenti sono quelle che controllano le miniere di iridio, la fonte più importante di Geomancia. Nonostante questo aspetto innovativo, nel romanzo manca una definizione di cosa regoli questo sistema magico, quali siano i requisiti necessari perché qualcuno possa praticare la Geomancia e in cosa differiscano la magia di Ches e quella di Rahmagut.

Inoltre, la storia dello scontro tra Ches e Rahmagut, precedente agli eventi del libro, non viene descritta in dettaglio. Probabilmente questo aspetto sarà centrale al secondo volume della saga, ma sarebbe stato interessante carpire qualche aspetto in più oltre a Rahmagut = Vuoto e Ches = Sole.

Per quanto riguarda i personaggi, Eva, Reina e tutti gli altri personaggi sono spesso e volentieri in balia di inganni orditi da tutti coloro che incontrano, ed a loro volta nascondono agli altri comprimari e alleati i loro veri obiettivi. Questo genera una spirale di segreti e non detti abbastanza frustrante, che non porta alla crescita dei personaggi o a generare nel lettore una maggiore aspettativa verso i futuri sviluppi di trama. Tutto ciò che si ottiene sono delle deviazioni immotivate dalla trama principale che durano qualche pagina, per poi ricreare le alleanze pregresse che si incrineranno nuovamente nel capitolo successivo. Questa continua rete di intrighi sul nonnulla è poco credibile, così come il fatto che alcuni personaggi principali non siano a conoscenza di aspetti fondamentali per l’attuazione del piano che manda avanti tutta la trama.

Nel complesso, avrei preferito una storia più lineare, con un maggiore sviluppo psicologico dei personaggi nel corso degli eventi, e con un approfondimento sulla relazione fra la dottrina del Pentimiento e la discriminazione di Nozariel e Valco. Nonostante questi aspetti, il romanzo è comunque godibile. Aspetto il secondo volume per scoprire come proseguirà la lotta fra Sole e Vuoto!

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TRAMA O PROLOGO:
in un continente popolato da creature umanoidi con caratteristiche animali arrivano gli esseri umani e portano il genocidio per gli Yare (esseri con ali rettiliane), la schiavitù per i Nozariel (esseri con orecchie appuntite, pupille feline e coda prensile) l'inquisizione per il Credo originario e la demonizzazione della magia.

TRAMA (PROBABILMENTE):
-la povera emarginata orfana nozariel si rifugia dalla nonna strega e diviene complice di rapimento di donne e sacrifici di neonati nella speranza di accettazione e qualche pasto
-la ricca viziata erede della più potente famiglia Valco (esseri con corna ramificate) dopo vari neonati massacrati si ribella all'orrore e.... va in ferie ai tropici come ospite del leader della rivoluzione
- la mezzosangue bastarda di una famiglia aristocratica sposa il secondogenito della deceduta leader rivoluzionaria 5 minuti dopo averlo conosciuto per sfuggire all'onta della sua nascita e al pericolo dell'inquisizione
-una delle popolane sequestrate, dopo essere stata ripetutamente stuprata dal capo dell'intera faccenda, si innamora della sua rapitrice e le cucina tutti i piatti regionali che conosce


stile di scrittura basico, ritmo inesistente, personaggi YA, trama irrilevante, worldbuilding molto interessante ma poco definito
(una perdita di tempo)

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Questo libro ha del potenziale, ma nient'altro. Non riesco a salvare nulla, non completamente almeno.
Il grosso problema sono le due protagoniste, Reina e Eva: stessa identica caratterizzazione, all'apparenza ingenue ma in realtà entrambe solo molto stupide, incapaci di reagire se non costrette, costantemente manipolate da chi le circonda (e fanno anche bene, è un miracolo che queste due siano in grado di camminare senza assistenza), arrivata a metà libro avevo solo una gran voglia di prenderle a schiaffi dalla frustrazione. La cosa peggiore sono però i loro ragionamenti: senza senso, neanche una parvenza di logica, si contraddicono da sole nel giro di poche righe e, immancabilmente, arrivano sempre alla conclusione sbagliata, sia a livello di storia che di semplice buonsenso.
Le loro contraddizioni sono essenzialmente dovute alla trama: sembra che l'autrice abbia unito una storia a dei personaggi, senza che combacino tra di loro. Se Reina ragiona in un certo modo, ma la storia necessita che lei si comporti nell'esatto opposto così sarà e di conseguenza risulta tutto molto forzato, privo di senso e raffazzonato. Peccato, perché la trama aveva del potenziale interessante: all'inizio riesce ad essere intrigante e abbastanza coinvolgente, finché non si creano questi scontri tra la caratterizzazione delle protagoniste e lo sviluppo previsto dall'autrice per la storia. Inoltre, non funzionano nemmeno i colpi di scena: sconvolgenti solo per Reina e Eva che non capiscono un ca**o, perdonate il francesismo, al punto che verso la fine del libro la stessa Reina dopo aver appreso non ricordo che notizia "scioccante" ammette di essere una sciocca (anche troppo buona, io arrivata lì avrei detto di peggio ormai) e di esserlo sempre stata, almeno lo sa. Ovviamente con questa quantità di idiozia, pure la storia d'amore ne esce male: non vediamo il legame crescere e formarsi, Celeste è semplicemente una ragazzina viziata e arrogante, ma bellissima ovvero l'unico apparente motivo per cui Reina si innamora di lei (non è spoiler perché parliamo delle prime 30/40 pagine al massimo); quando l'autrice introduce il triangolo amoroso il tutto prende una deriva illogica e totalmente priva di senso. Restando in tema personaggi, da notare che anche i secondari sono difettosi per così dire: hanno un unico ruolo e quello svolgono, senza parvenza di una caratterizzazione di qualche tipo, sono puramente funzionali alla storia.
Purtroppo i problemi non si limitano a questi. Il worldbuilding anche aveva un sacco di potenziale, è l'elemento che più attraeva del libro, peccato che sia solamente molto confuso e approfondito a caso. La parte storica del mondo è ben fatta: ispirata alla reale storia coloniale del Sud America, è fore un po' didascalica, ma d'effetto. Peccato che serve a ben poco, aggiunge qualche sfumatura interessante al contesto e per il resto rimane di sfondo, di poca importanza. La questione religiosa, anch'essa ispirata dalla realtà storica, risulta invece fin troppo semplicistica: i penitenti (leggi Cristiani) sono tutti personaggi mostrati come negativi, conservatori che odiano la magia e la considerano eresia, disconoscono le divinità delle popolazioni indigene, ecc. Tutto molto realistico, ma anche superficiale: non viene spiegato nulla di quello che sarebbe la religione della Vergine, perché hanno una determinata visione della geomancia e dei suoi dèi, è tutto solo una copia ben poco approfondita del cristianesimo e della sua diffusione durante il colonialismo. Per fare un esempio senza spoiler, l'arcivescovo di Galeno è stereotipato all'inverosimile: viscido, con quella finta benevolenza con cui maschera il disprezzo per i non credenti, o meglio per gli indigeni non umani (valco e nozariel), vede la magia come il male e arriva ad una vera e propria caccia alle streghe (piccola parentesi per aggiungere che questo aspetto come tanti altri viene introdotto e poi dimenticato, restando totalmente ininfluente e quindi un inutile spreco di tempo). Veniamo appunto alla magia, o meglio geomancia. Prima di tutto è effettivamente oscura e malvagia, non tutta certo, ma c'è proprio la distinzione tra le due divinità (il Sole e il Vuoto del titolo, ma a loro ci arrivo tra un attimo), quindi è anche sbagliato mostrare come ignoranza e ottusità l'idea che ne hanno i penitenti. Seconda cosa, a parte sapere che si basa sull'utilizzo dei minerali, fatto che viene ripetuto più volte forse anche troppe, non si sa altro sul suo funzionamento: cosa può o non può fare, possono usarla tutti o solo qualcuno, il nulla cosmico. Semplicemente l'autrice fa fare cose alla magia quando le serve che le faccia. Inoltre la distinzione tra Ches e Rahmagut, i due dèi indigeni, non è ben chiara: all'inizio sembrano essere due divinità che non c'entrano niente l'una con l'altra, poi diventano due in costante lotta (classico bene vs male), ma non si sa il perché; c'è un costante scetticismo sulla loro esistenza quando viene praticata la magia a loro legata costantemente. Anche qui, la distinzione tra i due tipi di geomancia è poco chiara, non si capisce quale siano le differenze, insomma manca tutto un approfondimento sul funzionamento che considerata l'importanza ai fini della trama, sarebbe stato necessario.
Ultimo aspetto, e poi basta che mi sono già dilungata fin troppo, la scrittura. Ha alcuni difetti oggettivi, ovvero le descrizioni e i dialoghi: le prime sono troppo dettagliate e ripetitive, vogliono essere evocative e immersive ma risultano fredde e tutte uguali; per quanto riguarda i secondi, ho letto di peggio, ma sono comunque irrealistici, finti e forzati.

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"The Sun and the Void" è un romanzo che mi ha colpito positivamente per vari aspetti. Il sistema magico, basato sull'uso dei metalli, è particolarmente affascinante e ben sviluppato. Questo approccio innovativo alla magia aggiunge una dimensione unica alla trama e arricchisce l'universo narrativo del libro. Un altro punto di forza del romanzo è la rappresentazione razziale. L'autore ha saputo creare personaggi di diverse etnie con cura e rispetto, riflettendo una società variegata e complessa. Questo aspetto non solo rende il mondo descritto più realistico, ma permette anche ai lettori di immergersi in una storia che abbraccia la diversità e la inclusione. Tuttavia, un elemento che ha lasciato a desiderare sono i dialoghi. Spesso sembrano derivati dai videogiochi, come se si stesse interagendo con un personaggio non giocante (PNG) durante un'interrogazione. Questo può rendere alcune conversazioni meno naturali e meno coinvolgenti, interrompendo la fluidità della lettura. In sintesi, "The Sun and the Void" è un romanzo con un sistema magico intrigante e una rappresentazione razziale lodevole, anche se i dialoghi potrebbero beneficiare di una maggiore naturalezza per migliorare ulteriormente l'esperienza di lettura.

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