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Un libro che nelle prime pagine mi è risultato leggermente ostico da affrontare, ambientazione e protagonista non mi convincevano. Mi sono dovuta ricredere poco dopo. Razze non umane, discriminazione, malattie, intrighi, magia e mistero sullo sfondo di un "Sud America" (non ho una definizione migliore per definire come le varie descrizioni delle ambientazioni mi hanno fatta immaginare dove la storia è ambientata) fantastico mi hanno rapito il cuore. Ho trovato estremamente interessante anche la descizione delle pratiche e delle credenze religiose, cosa che non mi è capitato spesso di poter ravvisare in altri autori. Una volta iniziato è impossibile posare The Sun and the Void.

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Ringrazio la ne/on per avermi permesso di leggere questo arc. Inizio con il dire che le premesse erano abbastanza buone e dalla trama mi aspettavo di più, invece l'ho trovato abbastanza lento e confusionario, non sono riuscita a finirlo

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Ringrazio Ne/on per avermi permesso di leggere in anteprima questa Arc.

Il libro ha molto potenziale ma è lento e confusionario, non aiuta il fatto che il lettore viene sin da subito catapultato nella storia e inondato di nomi, città e parole straniere. Presenti molti buchi di trama sicuramente frutto dell'inesperienza dell'autrice, motivo per cui non ho dato una valutazione totalmente negativa. I personaggi non mi hanno trasmesso nulla e spesso compiono azioni senza logica, e il non affezionarmi a loro ha influito molto sulla mia esperienza di lettura. Non continuerò la serie.

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Il potenziale c'è. L'autrice sa costruire dei personaggi, anche se con qualche acciacco nei loro dialoghi, nelle loro reazioni e nel loro sviluppo. Le due protagoniste mi sono sembrate un po' troppo passive, un po' troppo uguali per tutto il libro, senza una crescita graduale, specie Reina. Ma non hanno avuto un brutto percorso, che comunque si conclude abbastanza bene in questo primo libro. Forse un po' troncato, ma sono dettagli.
Anche per quanto riguarda le idee, questo libro è buono. Il folklore venezuelano, gli intrighi familiari e politici, relazioni disfunzionali, un sistema magico basato sull'uso dei minerali. Tutte belle idee, però sviluppate in troppi elementi, che a volte possono cozzare o risultare inutili. Per dire, non serviva che la magia assumesse un colore diverso per ogni persona in base alla personalità: non serve alla trama, non approfondisce i personaggi e senza il glossario chi legge probabilmente se lo dimentica nel giro di qualche pagina. Un'idea carina, ma che qui avrei tagliato. Così come l'aggiungere un terzo popolo originario della terra in cui si ambientano le vicende, che però non compare mai in quanto sterminato: a meno che non torni magicamente nel secondo libro, mi sembra un'aggiunta inutile.
Alcune scelte di trama mi hanno lasciata abbastanza confusa, perché non avevano molto senso d'essere. Una di queste fa partire il dramma della vicenda, cosa che ha reso la lettura molto difficoltosa perché sembrava un pretesto davvero mal costruito (e per quanto alla fine abbia un minimo di senso, rimangono dei punti poco chiari).
Tutto il libro in realtà avrebbe necessitato di un po' di editing in più. La lettura infatti risulta lunga e pesante. Non solo per il numero di pagine, ma anche per lo stile un po' acerbo che in alcune frasi ed espressioni risulta ripetitivo o poco ispirato, a volte anche incoerente e confusionario. Nulla che non sia scusabile in un esordio, anzi le basi sono comunque molto buone (per quanto possa giudicarne, trattandosi di un'ARC di una traduzine). Però serviva davvero un lavoro di lima in più, per rendere il tutto più scorrevole e piacevole da leggere. Ad esempio, non sono ben chiari i limiti e i rischi del sistema magico, perché ogni volta che si dovrebbe essere a corto di un minerale arriva un "deus ex machina", seppur giustificato. Anche alcune questioni riguardo le divinità di questo mondo rimangono, sperando di avere risposte più chiare nel secondo libro.
A livello personale, non apprezzo che parlando di razzismo la parte discriminata sia rappresentata come mostri e/o creature non umane, perché mi sembra che si possa rischiare di dare alla parte discriminante una qualche vaga giustificazione in ciò che fa. Il razzismo si basa infatti sul creare pretesti per sottomettere persone che, altrimenti, sarebbero uguali a tutte le altre, per paura e/o per desiderio di conquista e potere. Se invece si parla di creature aliene, non completamente umane non solo nell'aspetto (corna, code ecc) ma anche nella capacità, la situazione cambia moltissimo. Però è solo un parere personale che influenza il giudizio fino ad una certa (non solo perché parlo da persona privilegiata), perché il libro comunque tratta abbastanza bene il razzismo, il pregiudizio, la cancellazione culturale e l'appropriazione culturale.

La votazione di tre stelle è data prevalentemente dal fatto di essere un esordio, e di avere alcuni difetti tipici di un esordio: troppe idee, troppi personaggi, troppa confusione e stile da migliorare. Altrimenti la valutazione sarebbe scesa a due, perché la lettura è stata davvero faticosa e poco piacevole.

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Il libro "The Sun and the Void" di Gabriela Romero Lacruz presenta un mondo lussureggiante, ispirato alla storia e al folklore del Sud America, con un'epica storia fantasy che affronta temi di colonialismo, magia antica e la ricerca di appartenenza di due giovani donne. Tuttavia, nonostante la premessa intrigante, l'esecuzione non è riuscita a catturare la mia attenzione come speravo.

Mentre la trama iniziale mi aveva attratto, purtroppo la narrazione mi ha perso già nei primi capitoli e non è mai riuscita a recuperarmi del tutto. Ci sono libri che riescono a gettare il lettore direttamente nel cuore dell'azione senza bisogno di un'introduzione dettagliata del mondo, ma sfortunatamente, questo non è uno di quelli. Mi sono ritrovata a dover rileggere più volte i capitoli iniziali nel tentativo di capire cosa stesse accadendo, poiché mancano spiegazioni chiare riguardo a quelli che sembrano essere elementi chiave come i mostri, le fazioni magiche e il sistema magico stesso. Questa confusione iniziale ha reso difficile per me concentrarmi sulla protagonista, Reina, e di conseguenza, è stato complicato sentirmi coinvolta nella sua storia.

Inoltre, non sono riuscita a percepire appieno i sentimenti e il carattere di Reina; sembra più un personaggio passivo, un recipiente attraverso cui la trama si sviluppa, piuttosto che una protagonista che guida gli eventi con le proprie azioni e decisioni.

Purtroppo, questo inizio confuso e una seconda parte che, sebbene più interessante, arriva troppo tardi (in un libro che già si percepisce come lungo) non mi hanno convinto a proseguire con la serie.

In sintesi, "The Sun and the Void" ha sicuramente delle potenzialità, ma l'esecuzione e la mancanza di chiarezza nell'introduzione del mondo e dei personaggi rendono difficile un pieno coinvolgimento nella storia.

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“The sun and the void” è una storia che tratteggia con colori accesi e sfumature taglienti il continuo contrasto tra luce e oscurità, descritto come un valzer mortale tra magia e potere o un fragile duello tra amore e ossessione.

La società tracciata dalla penna dell’autrice è ricca e frammentata, e vede la difficile convivenza tra gli umani, le cui azioni sono spesso avvelenate dall’odio e dal pregiudizio, e i pochi sopravvissuti di due popoli che di umano hanno poco o niente, i valco e i nozariel.
Se i valco sono riusciti a guadagnarsi un pizzico di rispetto grazie alla propria forza e al proprio potere, i nozariel vengono solo disprezzati e perseguitati, e devono lottare con le unghie e con i denti per poter sopravvivere.

Questa danza ai confini delle tenebre segue proprio due figlie dimenticate di questi popoli legati da un filo invisibile, una nozariel a cui è stato strappato il cuore e una valco soffocata dall’ignoranza della sua stessa famiglia.
Le loro vite sono diverse ma parallele, accumunate da una fame di appartenenza e da una sete di potere impossibili da saziare, e arriveranno a toccarsi solo quando un’antica leggenda inizierà a rivendicare il proprio tributo di sangue.
Una leggenda che sfida i limiti stessi della magia e dell’umanità, e che farà camminare sulla terra divinità troppo a lungo sottovalutate.

Questo romanzo presenta un interessante sistema magico, che meritava di essere approfondito ulteriormente, e un world building accattivante.
Il legame con il mondo e la cultura sudamericano è particolarmente forte, e i riferimenti al tema del razzismo e del colonialismo sono evidenti e affrontati con cura e attenzione.

Purtroppo il potenziale di questa storia viene un po’ penalizzato dal ritmo troppo lento e a volte faticoso, e dalla trama che procede quasi “a scatti”.

Ringrazio ancora una volta della possibilità di aver potuto scoprire questa storia in anteprima.

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Ringrazio NetGalley e ne/on per avermi concesso di leggere l'ARC di questo libro.
Partiamo dai punti positivi:
- The sun and the void ha una storia molto appassionante. Colorata dai dettagli di un'ambientazione che ricorda il Venezuela (in linea con le origini dell'autrice), ci immerge in un mondo in cui, dopo un ribaltamento di potere ad opera del "Liberatore", l'equilibrio tra le razze e il rapporto con la magia (qui chiamata"geoancia") sono cambiati. Nonostante il diffondersi di un culto religioso che ricorda molto da vicino il Cristianesimo e l'opera di colonialismo operata dagli Europei, la razza dei Valco (forti, possono vedere la geomancia, hanno corna ritorte) ha assunto una posizione di prestigio dopo la rivolta, mentre quella dei Nozariel (prima impiegati come schiavi, nati con la coda e con fattezze umane ma con tratti animaleschi) ancora fatica a liberarsi di pregiudizi e sguardi torvi. Premesse, queste, che si intrecciano con storie familiari in cui mancano pezzi salienti, che lasciano le due protagoniste principali (Reina ed Eva) all'oscuro del loro passato e del loro reale potenziale, e con una guerra tra dei che sembra di nuovo alle porte, dato che il maligno Ramaghut è prossimo al risveglio e qualcuno vuole approfittare dei suoi poteri per compiere azioni nefande. Fantastico, no?
- I personaggi in questo libro sono tutti molto ben caratterizzati, anche quelli che compaiono con un certo ritardo e che passano dall'essere plot tokens all'essere a tutto tondo grazie alla loro morale e alle loro azioni. Un cast prettamente al femminile con elementi LGBTQ+ molto variegato e ben strutturato.

Ora passiamo al principale punto negativo che mi ha fatta faticare molto nel leggere questo libro.
- Le descrizioni. Questo libro è incredibilmente verboso, soffermandosi su descrizioni di luoghi, flora, fauna, cibi e folklore molto spesso, rubando pagine a dialoghi che avrebbero potuto essere più nutriti e significativi, e spesso interrompendo l'azione quando meno ce n'è bisogno.
- Le tempistiche. L'iniziale cinquanta percento (circa) di The sun and the void è mooooolto lento. Nonostante capisca il bisogno di costruire delle premesse che giustifichino le successive azioni dei personaggi e di fornire delle informazoni sul worldbuilding (l'iridio, i tiniebla, i fischiatori, la conformazione del territorio, ecc.), ho avuto la sensazione che questo cinquanta percento avrebbe potuto benissimo essere ridotto a un trenta percento e comunque riuscire nel suo intento. Eva e Reina, in particolare, impiegano molto, a mio parere troppo tempo per scegliere su quale sentiero tra i tanti immettersi, il che porta a un lore dump bello grosso nell'ultimo venti percento del volume.

Tutto sommato non posso però non consigliare la lettura di The sun and the void, soprattutto perché gli aspetti negativi potrebbero risultare tali solo a me in base ai miei gusti e abitudini di lettura. In fondo qui abbiamo una storia maestosa, una scrittrice che non ha paura di barcamenarsi tra molte ambientazioni diverse e di intingere i suoi personaggi di scelte passate che inducono il lettore in una mezza crisi di identità.

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Nonostante lo stile sia piuttosto fluido e scorrevole, ho trovato l’inizio del romanzo molto lento e ho faticato un po' ad immergermi nella storia, probabilmente anche a causa dei numerosi termini in spagnolo di cui non conoscevo il significato (c’è un piccolo glossario alla fine del libro). Numerosi sono i riferimenti alle tradizioni e alla cultura sudamericana ma di vero e proprio folklore c’è poco o nulla.

L’ambientazione è piuttosto originale. Infatti il romanzo è ambientato nelle terre di Venazia e Fedria, abitate da umani, nozariel e valco e da creature mostruose come i tiniebla e i fischiatori, dove la lotta tra bene e male vede contrapporsi il dio del Sole, Ches, e il dio del Vuoto, Rahmagut.

Il sistema magico, basato sulla geomancia, è abbastanza complesso ma, purtroppo, risulta confusionario e non del tutto approfondito.

La storia è molto articolata ma ci sono dei buchi di trama e a volte i personaggi compiono scelte incomprensibili. Non mi è piaciuto affatto il finale, troppo semplicistico. Ho avuto come l’impressione che l’autrice non sapesse bene come sbrogliare l’intreccio. Inoltre, il finale resta aperto. Non so se ci sarà un seguito ma penso che un eventuale secondo libro vedrà contrapporsi le due protagoniste principali.

I personaggi sono ben caratterizzati. Le due protagoniste, Reina ed Eva, emarginate da sempre a causa della loro razza, sono entrambe animate dalla voglia di riscatto. Delle due, io ho amato Reina. Se inizialmente appare come una ragazza timorosa, sprovveduta e un po' ingenua successivamente va incontro ad una crescita esponenziale che la porta a diventare una donna coraggiosa, determinata e compassionevole. Ho apprezzato anche il rapporto che costruisce con Maior, ragazza dolce e comprensiva. Mentre ho odiato Celeste, egocentrica ed egoista. Eva, invece, si perde andando avanti col romanzo e in un paio di occasioni compie delle scelte incomprensibili. Ma penso che questo rientri nell’intenzione dell’autrice di fare di Eva la nuova antagonista. Javier, invece, è, secondo me, il personaggio peggio riuscito del romanzo. L’autrice ha fallito nel suo tentativo di dare vita ad un personaggio moralmente grigio. Peccato. Javier aveva un grande potenziale che poteva essere sfruttato meglio.

In conclusione, leggete The Sun and the Void se siete incuriositi dalle tradizioni e dalla cultura sudamericana o se siete alla ricerca di una nuova eroina coraggiosa.

Come sempre ringrazio tantissimo Ne/oN per avermi dato la possibilità di leggere in anteprima questa eARC.

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The Sun and the Void è un romanzo fantasy che uscirà a ottobre per la neonlibri , ho avuto modo di leggere in anteprima l’ARC rilasciata su NetGalley.

Di solito, se un libro non mi piace non lascio una recensione. Lo so, le recensioni sono importanti, aiutano i lettori a scremare se gli elementi che a loro interessano non sono presenti. Tuttavia, qualunque libro, anche quello che non ci piace, può lasciare qualcosa nel lettore adatto a lui. Un po' come le bacchette magiche in Harry Potter, sono loro a scegliere il mago. E questo libro, purtroppo, non mi ha scelto come lettrice ideale.

Potenzialmente, c'è tutto. Il worldbuilding che prende ispirazione dal folklore sud-americano, due protagoniste di diversa estrazione sociale, dèi antichi, scontri razziali, credi religiosi. Davvero tutto ciò che si potrebbe volere. E in effetti, ero molto curiosa di iniziare la lettura, soprattutto per il substrato culturale proposto in chiave fantasy, il sistema magico basato su alcuni elementi (come l'iridio), ma...

Le protagoniste non mi hanno coinvolto. Sono arrivata al 30% della lettura chiedendomi se prima o poi sarei entrata nel fulcro della storia, se avrei camminato al fianco dei personaggi, entrandoci in contatto. Così, purtroppo, non è stato. Proseguendo è come se non avessi mai proseguito davvero, come se non fosse mai arrivato il cosiddetto turning point.

La lontananza e il disinteresse provato nei confronti dei personaggi (e di conseguenza della trama), purtroppo, non mi ha permesso di apprezzare la lettura come avrei voluto.

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Mi dispiace dire che The Sun and the Void è un libro che su di me non ha sortito l'effetto desiderato dall'autrice, che tramite la trama e la premessa del libro ci promette una storia di incanto ispirata al folklore sudamericano, una lotta tra il bene e il male portata avanti da due esponenti di queste forze opposte, Reina e Eva; eppure, la narrazione non decolla mai, non sembra ci sia un punto di svolta nella lunga vicenda piena di nomi, cognomi, luoghi e termini inusuali, il che rende il tutto insopportabilmente più tedioso e poco stimolante per il lettore. Probabilmente il personaggio più interessante è Javier, con una cattiveria trasparente e sincero nella sua scrittura, mentre le protagoniste, rena e Eva, se non per i loro tratti fisici e magici, si confonderebbero nell'arazzo che è lo sfondo di The Sun and the Void.

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DNF 35%

Mi è stata elargita una arc dalla casa editrice Ne/oN, in cambio di un parere onesto.

Il mio onesto parere è che questo libro ospiti in sé parecchio potenziale sprecato. L'autrice si è sforzata di inserire un sistema magico e un'ambientazione originali, e ammetto che sono affascinanti e creano una bella atmosfera. Esistono libri che riescono a reggersi bene solo su quest'ultima, ma sono capolavori del genere fantasy. E questo libro non rientra in questa rosa, ahimè.

Le due protagoniste sono spesse come cartavelina, non hanno una caratterizzazione precisa, una vera e propria morale... non comunicano niente al lettore. E in un character-driven è davvero grave. I personaggi che stanno loro intorno stesso discorso: insipidi e prevedibili.

Al 35% non ho capito il focus della narrazione nè dove voglia esattamente andare a parare il romanzo. E ho perso qualunque mio interesse nella storia e nei personaggi che lo popolano.

Un esperimento interessante, ma fallito.

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Reina ed Eva sono due reiette. Reina è una Nozariel che fugge dalla società discriminatoria in cui è cresciuta per potersi rifugiare dalla potente nonna paterna, Doña Ursulina. Eva è una ragazza Valco in cerca della verità sulle sue origini e desiderosa di apprendere delle nozioni di Geomancia, l'arte magica così tanto osteggiata dagli umani.

Entrambe si troveranno ad essere pedine in un gioco più grande di loro che vedrà contrapporsi bene e male, il sole e il vuoto, Ches e Rahmagut.

“The Sun and the Void” è un romanzo ricco di potenziale, che coniuga folklore sudamericano, riferimenti al colonialismo e la trattazione di temi come razzismo e scontri scatenati da diverse confessioni religiose. Molto interessanti sono inoltre il worldbuilding ed il sistema magico ideato da Gabriela Romero Lacruz. Tuttavia, avrei preferito un approfondimento sulla questione religiosa che viene trattata solo marginalmente, soprattutto attraverso l’episodio di Doña Rosa, senza dettagliare al meglio la dottrina del Pentimiento e perché si opponga in modo così feroce all’uso della Geomancia.

Il sistema magico, basato sull’impiego di minerali, è utilizzato come mezzo per descrivere la condizione socio-economica del paese, dove le famiglie più potenti sono quelle che controllano le miniere di iridio, la fonte più importante di Geomancia. Nonostante questo aspetto innovativo, nel romanzo manca una definizione di cosa regoli questo sistema magico, quali siano i requisiti necessari perché qualcuno possa praticare la Geomancia e in cosa differiscano la magia di Ches e quella di Rahmagut.

Inoltre, la storia dello scontro tra Ches e Rahmagut, precedente agli eventi del libro, non viene descritta in dettaglio. Probabilmente questo aspetto sarà centrale al secondo volume della saga, ma sarebbe stato interessante carpire qualche aspetto in più oltre a Rahmagut = Vuoto e Ches = Sole.

Per quanto riguarda i personaggi, Eva, Reina e tutti gli altri personaggi sono spesso e volentieri in balia di inganni orditi da tutti coloro che incontrano, ed a loro volta nascondono agli altri comprimari e alleati i loro veri obiettivi. Questo genera una spirale di segreti e non detti abbastanza frustrante, che non porta alla crescita dei personaggi o a generare nel lettore una maggiore aspettativa verso i futuri sviluppi di trama. Tutto ciò che si ottiene sono delle deviazioni immotivate dalla trama principale che durano qualche pagina, per poi ricreare le alleanze pregresse che si incrineranno nuovamente nel capitolo successivo. Questa continua rete di intrighi sul nonnulla è poco credibile, così come il fatto che alcuni personaggi principali non siano a conoscenza di aspetti fondamentali per l’attuazione del piano che manda avanti tutta la trama.

Nel complesso, avrei preferito una storia più lineare, con un maggiore sviluppo psicologico dei personaggi nel corso degli eventi, e con un approfondimento sulla relazione fra la dottrina del Pentimiento e la discriminazione di Nozariel e Valco. Nonostante questi aspetti, il romanzo è comunque godibile. Aspetto il secondo volume per scoprire come proseguirà la lotta fra Sole e Vuoto!

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TRAMA O PROLOGO:
in un continente popolato da creature umanoidi con caratteristiche animali arrivano gli esseri umani e portano il genocidio per gli Yare (esseri con ali rettiliane), la schiavitù per i Nozariel (esseri con orecchie appuntite, pupille feline e coda prensile) l'inquisizione per il Credo originario e la demonizzazione della magia.

TRAMA (PROBABILMENTE):
-la povera emarginata orfana nozariel si rifugia dalla nonna strega e diviene complice di rapimento di donne e sacrifici di neonati nella speranza di accettazione e qualche pasto
-la ricca viziata erede della più potente famiglia Valco (esseri con corna ramificate) dopo vari neonati massacrati si ribella all'orrore e.... va in ferie ai tropici come ospite del leader della rivoluzione
- la mezzosangue bastarda di una famiglia aristocratica sposa il secondogenito della deceduta leader rivoluzionaria 5 minuti dopo averlo conosciuto per sfuggire all'onta della sua nascita e al pericolo dell'inquisizione
-una delle popolane sequestrate, dopo essere stata ripetutamente stuprata dal capo dell'intera faccenda, si innamora della sua rapitrice e le cucina tutti i piatti regionali che conosce


stile di scrittura basico, ritmo inesistente, personaggi YA, trama irrilevante, worldbuilding molto interessante ma poco definito
(una perdita di tempo)

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Questo libro ha del potenziale, ma nient'altro. Non riesco a salvare nulla, non completamente almeno.
Il grosso problema sono le due protagoniste, Reina e Eva: stessa identica caratterizzazione, all'apparenza ingenue ma in realtà entrambe solo molto stupide, incapaci di reagire se non costrette, costantemente manipolate da chi le circonda (e fanno anche bene, è un miracolo che queste due siano in grado di camminare senza assistenza), arrivata a metà libro avevo solo una gran voglia di prenderle a schiaffi dalla frustrazione. La cosa peggiore sono però i loro ragionamenti: senza senso, neanche una parvenza di logica, si contraddicono da sole nel giro di poche righe e, immancabilmente, arrivano sempre alla conclusione sbagliata, sia a livello di storia che di semplice buonsenso.
Le loro contraddizioni sono essenzialmente dovute alla trama: sembra che l'autrice abbia unito una storia a dei personaggi, senza che combacino tra di loro. Se Reina ragiona in un certo modo, ma la storia necessita che lei si comporti nell'esatto opposto così sarà e di conseguenza risulta tutto molto forzato, privo di senso e raffazzonato. Peccato, perché la trama aveva del potenziale interessante: all'inizio riesce ad essere intrigante e abbastanza coinvolgente, finché non si creano questi scontri tra la caratterizzazione delle protagoniste e lo sviluppo previsto dall'autrice per la storia. Inoltre, non funzionano nemmeno i colpi di scena: sconvolgenti solo per Reina e Eva che non capiscono un ca**o, perdonate il francesismo, al punto che verso la fine del libro la stessa Reina dopo aver appreso non ricordo che notizia "scioccante" ammette di essere una sciocca (anche troppo buona, io arrivata lì avrei detto di peggio ormai) e di esserlo sempre stata, almeno lo sa. Ovviamente con questa quantità di idiozia, pure la storia d'amore ne esce male: non vediamo il legame crescere e formarsi, Celeste è semplicemente una ragazzina viziata e arrogante, ma bellissima ovvero l'unico apparente motivo per cui Reina si innamora di lei (non è spoiler perché parliamo delle prime 30/40 pagine al massimo); quando l'autrice introduce il triangolo amoroso il tutto prende una deriva illogica e totalmente priva di senso. Restando in tema personaggi, da notare che anche i secondari sono difettosi per così dire: hanno un unico ruolo e quello svolgono, senza parvenza di una caratterizzazione di qualche tipo, sono puramente funzionali alla storia.
Purtroppo i problemi non si limitano a questi. Il worldbuilding anche aveva un sacco di potenziale, è l'elemento che più attraeva del libro, peccato che sia solamente molto confuso e approfondito a caso. La parte storica del mondo è ben fatta: ispirata alla reale storia coloniale del Sud America, è fore un po' didascalica, ma d'effetto. Peccato che serve a ben poco, aggiunge qualche sfumatura interessante al contesto e per il resto rimane di sfondo, di poca importanza. La questione religiosa, anch'essa ispirata dalla realtà storica, risulta invece fin troppo semplicistica: i penitenti (leggi Cristiani) sono tutti personaggi mostrati come negativi, conservatori che odiano la magia e la considerano eresia, disconoscono le divinità delle popolazioni indigene, ecc. Tutto molto realistico, ma anche superficiale: non viene spiegato nulla di quello che sarebbe la religione della Vergine, perché hanno una determinata visione della geomancia e dei suoi dèi, è tutto solo una copia ben poco approfondita del cristianesimo e della sua diffusione durante il colonialismo. Per fare un esempio senza spoiler, l'arcivescovo di Galeno è stereotipato all'inverosimile: viscido, con quella finta benevolenza con cui maschera il disprezzo per i non credenti, o meglio per gli indigeni non umani (valco e nozariel), vede la magia come il male e arriva ad una vera e propria caccia alle streghe (piccola parentesi per aggiungere che questo aspetto come tanti altri viene introdotto e poi dimenticato, restando totalmente ininfluente e quindi un inutile spreco di tempo). Veniamo appunto alla magia, o meglio geomancia. Prima di tutto è effettivamente oscura e malvagia, non tutta certo, ma c'è proprio la distinzione tra le due divinità (il Sole e il Vuoto del titolo, ma a loro ci arrivo tra un attimo), quindi è anche sbagliato mostrare come ignoranza e ottusità l'idea che ne hanno i penitenti. Seconda cosa, a parte sapere che si basa sull'utilizzo dei minerali, fatto che viene ripetuto più volte forse anche troppe, non si sa altro sul suo funzionamento: cosa può o non può fare, possono usarla tutti o solo qualcuno, il nulla cosmico. Semplicemente l'autrice fa fare cose alla magia quando le serve che le faccia. Inoltre la distinzione tra Ches e Rahmagut, i due dèi indigeni, non è ben chiara: all'inizio sembrano essere due divinità che non c'entrano niente l'una con l'altra, poi diventano due in costante lotta (classico bene vs male), ma non si sa il perché; c'è un costante scetticismo sulla loro esistenza quando viene praticata la magia a loro legata costantemente. Anche qui, la distinzione tra i due tipi di geomancia è poco chiara, non si capisce quale siano le differenze, insomma manca tutto un approfondimento sul funzionamento che considerata l'importanza ai fini della trama, sarebbe stato necessario.
Ultimo aspetto, e poi basta che mi sono già dilungata fin troppo, la scrittura. Ha alcuni difetti oggettivi, ovvero le descrizioni e i dialoghi: le prime sono troppo dettagliate e ripetitive, vogliono essere evocative e immersive ma risultano fredde e tutte uguali; per quanto riguarda i secondi, ho letto di peggio, ma sono comunque irrealistici, finti e forzati.

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"The Sun and the Void" è un romanzo che mi ha colpito positivamente per vari aspetti. Il sistema magico, basato sull'uso dei metalli, è particolarmente affascinante e ben sviluppato. Questo approccio innovativo alla magia aggiunge una dimensione unica alla trama e arricchisce l'universo narrativo del libro. Un altro punto di forza del romanzo è la rappresentazione razziale. L'autore ha saputo creare personaggi di diverse etnie con cura e rispetto, riflettendo una società variegata e complessa. Questo aspetto non solo rende il mondo descritto più realistico, ma permette anche ai lettori di immergersi in una storia che abbraccia la diversità e la inclusione. Tuttavia, un elemento che ha lasciato a desiderare sono i dialoghi. Spesso sembrano derivati dai videogiochi, come se si stesse interagendo con un personaggio non giocante (PNG) durante un'interrogazione. Questo può rendere alcune conversazioni meno naturali e meno coinvolgenti, interrompendo la fluidità della lettura. In sintesi, "The Sun and the Void" è un romanzo con un sistema magico intrigante e una rappresentazione razziale lodevole, anche se i dialoghi potrebbero beneficiare di una maggiore naturalezza per migliorare ulteriormente l'esperienza di lettura.

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