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Juniper & Thorn di Ava Reid è un romanzo potente e inquietante che fonde fiaba gotica, horror psicologico e un’intensa esplorazione dei traumi umani. Ambientato in una città in trasformazione, dove la magia antica si scontra con il progresso industriale, il libro racconta la storia di Marlinchen, la più giovane di tre sorelle che vivono sotto il giogo del padre tirannico, uno stregone dai modi inquietanti.
Uno degli aspetti più profondi e devastanti del romanzo è la maniera in cui affronta i temi dell’abuso psicologico e sessuale. Reid crea un racconto crudo e disturbante, mostrando come le vittime possano essere intrappolate da legami familiari tossici e da un ambiente opprimente. Il padre di Marlinchen incarna il controllo assoluto e la manipolazione, soffocando la sua individualità e alimentando un clima di paura costante. La narrazione non si limita a descrivere l’abuso, ma scava nel modo in cui esso modella i pensieri e i comportamenti di chi lo subisce, offrendo una rappresentazione autentica e profondamente empatica.
Ciò che rende Juniper & Thorn un’opera straordinaria è il modo in cui Reid intreccia questi temi dolorosi con un simbolismo fiabesco e momenti di bellezza struggente. La crescita di Marlinchen e il suo viaggio verso l’emancipazione, seppur lento e doloroso, rappresentano una luce nell’oscurità. La sua lotta per trovare la propria voce e il coraggio di rompere il ciclo di violenza è commovente e ispiratrice.
Ava Reid riesce a creare un’opera che non solo intrattiene, ma invita a riflettere. Juniper & Thorn è una lettura impegnativa, ma necessaria, per chi cerca storie che affrontano le profondità del trauma umano con sensibilità e una scrittura di rara intensità. Un capolavoro gotico che rimane nel cuore molto tempo dopo l’ultima pagina.
𝐿𝑎 𝑐𝑖𝑡𝑡𝑎’ 𝑒𝑟𝑎 𝑢𝑛𝑎 𝑚𝑒𝑙𝑜𝑑𝑖𝑎 𝑐ℎ𝑒 𝑚𝑖 𝑟𝑖𝑠𝑢𝑜𝑛𝑎𝑣𝑎 𝑖𝑛𝑐𝑒𝑠𝑠𝑎𝑛𝑡𝑒𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑛𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑜𝑟𝑒𝑐𝑐ℎ𝑖𝑒, 𝑒 𝑠𝑒 𝑙𝑎 𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑒𝑟𝑎 𝑢𝑛𝑎 𝑏𝑢𝑠𝑠𝑜𝑙𝑎, 𝑖𝑙 𝑣𝑜𝑙𝑡𝑜 𝑑𝑖 𝑆𝑒𝑣𝑎𝑠𝑡𝑦𝑎𝑛 𝑒𝑟𝑎 𝑖𝑙 𝑛𝑜𝑟𝑑.
𝑱𝒖𝒏𝒊𝒑𝒆𝒓 & 𝑻𝒉𝒐𝒓𝒏 è uno di quei libri che ti lascia con l’amaro in bocca.
Non si tratta di una fiaba che siamo abituati a sentire, ma somiglia più una alle storie che piacciono tanto a Merlinchen. Una di quelle in cui il cavaliere valoroso si innamora di una principessa destinata a perire in modo orribile.
Ecco cos’è questo libro. Un frutto acido che subito non ti piace ma, sentendone il gusto, non riesci a smettere di mangiare.
In una realtà in cui la cattiveria è insita in ognuno, un barlume di speranza nasce nel cuore di Marlinchen, che finalmente vede una via d’uscita dal suo inferno personale causato da un padre anaffettivo e violento, una sorella con il cuore avvelenato e l’altra che le dimostra amore ma nasconde il segreto più oscuro.
Sevastyan, il ballerino più bravo, magnifico e talentuoso della città ha scelto lei, ma anche lui nasconde delle ombre difficili da scacciare.
«𝐻𝑎𝑖 𝑑𝑒𝑡𝑡𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑛𝑜𝑛 𝑠𝑒𝑖 𝑚𝑎𝑖 𝑠𝑡𝑎𝑡𝑎 𝑏𝑎𝑐𝑖𝑎𝑡𝑎» 𝑑𝑖𝑠𝑠𝑒. «È 𝑢𝑛𝑎 𝑚𝑎𝑔𝑖𝑎 𝑝𝑜𝑡𝑒𝑛𝑡𝑒, 𝑠𝑎𝑖? 𝐹𝑜𝑟𝑠𝑒 𝑙𝑎 𝑚𝑖𝑔𝑙𝑖𝑜𝑟𝑒.»
Il libro vede, fino alle ultime pagine, una lotta interiore tra il bene e il male, tra la sottomissione e la libertà, tra l’amore e l’odio.
A tratti risulterà disturbante, con scene molto grafiche e dettagliate che vi susciteranno sensazioni fastidiose. Ma è proprio questo l’intento del libro, quindi siate preparati.
Insomma, si tratta di una lettura forte che non mi dimenticherò facilmente.
La storia è senza dubbio innovativa e la parte mystery mi ha tenuta incollata alle pagine. Probabilmente non piacerà a tutti, ma se leggendo la trama siete incuriositi, vi consiglio di recuperarlo!
«𝑈𝑛𝑎 𝑣𝑜𝑙𝑡𝑎 𝑚𝑖 ℎ𝑎𝑖 𝑑𝑒𝑡𝑡𝑜 𝑐ℎ𝑒, 𝑞𝑢𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑏𝑎𝑙𝑙𝑖, 𝑑𝑒𝑣𝑖 𝑚𝑎𝑠𝑠𝑎𝑐𝑟𝑎𝑟𝑒 𝑖𝑙 𝑡𝑢𝑜 𝑐𝑜𝑟𝑝𝑜 𝑓𝑖𝑛𝑜 𝑎𝑙𝑙’𝑜𝑏𝑏𝑒𝑑𝑖𝑒𝑛𝑧𝑎»
«𝐹𝑜𝑟𝑠𝑒 𝑑𝑜𝑣𝑟𝑒𝑠𝑡𝑖 𝑡𝑟𝑎𝑡𝑡𝑎𝑟𝑙𝑜 𝑐𝑜𝑛 𝑔𝑒𝑛𝑡𝑖𝑙𝑒𝑧𝑧𝑎 𝑖𝑛𝑣𝑒𝑐𝑒.»
«𝐷𝑜𝑣𝑟𝑎𝑖 𝑖𝑛𝑠𝑒𝑔𝑛𝑎𝑟𝑚𝑖 𝑐𝑜𝑚𝑒 𝑓𝑎𝑟𝑒.»
Infine ringrazio Netgalley e Ne/oN Libri per avermi permesso di leggere l’ARC in cambio di una recensione onesta.
La storia prende ispirazione da una delle favole dei fratelli Grimm, e per tutto il romanzo si riesce a percepire l'atmosfera fiabesca, oscura e cruda tipica delle loro fiabe. Ho apprezzato molto il come il personaggio di Marlinchen (e anche Sevas) si sviluppa durante la storia, in modo non lineare e repentino, a volte tornando indietro su suoi passi. La forza di alcuni passaggi mi ha davvero colpito, dovendo fermare la lettura nello specifico in uno di essi. Consiglio sicuramente la lettura di questo libro e certamente leggerò altro dell'autrice, ma per sicurezza controllate i Trigger warming segnalati. Ringrazio Ne/oN per aver potuto leggere in anteprima questo fantastico romanzo, che ho subito provveduto a recuperare in formato cartaceo. Spero davvero di leggere altre storie come questa.
Oblya è un luogo che sembra uscito da un incubo gotico, sospeso tra magia e industria. Marlinchen e le sue sorelle vivono all’ombra del loro padre, uno stregone autoritario e inquietante, cercando di mantenere viva una magia che il mondo non sembra più voler accogliere.
Le atmosfere cupe e il fascino di questa città mi hanno davvero catturata!
L’ambientazione è qualcosa di speciale, un mix tra nostalgia e mistero, e la storia d’amore di Marlinchen è stata un tocco dolce che ho apprezzato, come una boccata d’aria fresca in mezzo a tanto buio.
Tuttavia, devo ammettere che il ritmo è piuttosto lento, e ho avuto la sensazione che la trama rimanesse sospesa per gran parte del tempo.
Marlinchen, poi, non è la protagonista con cui è stato facile connettersi: alcune sue scelte e il suo modo di affrontare le difficoltà non mi hanno convinta del tutto.
Questa storia affronta temi intensi, quindi se siete sensibili a certi argomenti vi consiglio di leggere i Trigger warning.
In conclusione, è stata una lettura fuori dalla mia comfort zone, ma con un’atmosfera così intrigante che, se amate le storie dalle vibes lente e malinconiche, potrebbe piacervi. Non aspettatevi molta azione, ma preparatevi a un viaggio tra le ombre e la magia di Oblya.
Curiosità interessante: questa storia si ispira alla fiaba del ginepro dei fratelli Grimm.
Libro molto interessante, ispirato a una fiaba dei fratelli Grimm, e proprio di questo tipo di fiabe riporta l'atmosfera cupa e molto, molto dark. Ho apprezzato l'originalità delle tematiche, la loro crudezza a volte molto estrema ma perfetta per questo tipo di narrazione. Ho letto diverse critiche sull'iper sessualizzazione dei personaggi e senza dubbio l'ho riscontrata anche io, ma credo che abbia senso in quanto la protagonista è una vittima di abusi di quel tipo quando era solo una ragazzina: io ho interpretato questo suo aspetto come un non sapersi approcciare in nessun altro modo all'amore se non quello, un tentativo di riprende il controllo di questo aspetto della sua vita che le è stato brutalmente strappato.
Non ho particolarmente amato lo stile della scrittrice, che spesso è fin troppo macchinoso e confuso, forzatamente evocativo in modo macchinoso fino a risultare a volte troppo iperbolico. Inoltre la storia è molto statica, fa fatica ad avanzare mentre si affretta fin troppo sulla risoluzione finale.
In generale non è un libro che boccerei del tutto, è una lettura interessante per lo spunto folkloristico e l'ambientazione particolare, ma va bene se sei un tipo di lettore già abituato a un certo genere di libri dalle argomentazioni molto esplicite.
📚✨ Recensione: *Juniper & Thorn* di Ava Reid ✨📚
Ava Reid ci regala una fiaba oscura e ben scritta, in cui il disagio permea ogni pagina. La presenza di un mostro invisibile che divora uomini aggiunge una tensione costante, una sensazione di minaccia che rende impossibile distogliere lo sguardo. Ho trovato affascinante il ritratto complesso del rapporto con un genitore abusivo: ogni sorella incarna una diversa, seppur stereotipata, risposta alla crudeltà paterna.
💔 Tuttavia, la storia d’amore non mi ha convinta; il legame tra i due protagonisti sembra costruito solo sulle loro ferite, senza basi davvero solide. È una dinamica che manca di profondità e risulta, alla fine, poco sana. E sebbene apprezzi il mondo gotico di Reid, i personaggi e la trama non sempre riescono a suscitare empatia o colpi di scena; la narrazione lineare e a tratti ripetitiva rende difficile immergersi pienamente nella storia.
Consiglio questo libro agli amanti delle atmosfere cupe e dei racconti che esplorano la complessità familiare, senza paura di PARECCHI trigger warnings (attenzionateli per bene sulla pagina di NeON). Infine, ringrazio la casa editrice per la copia digitale in omaggio!
Sono stata attratta dalla cover di questo libro, anche se l’horror non è il mio genere preferito, anzi spesso ho difficoltà. Però la storia si presenta come gotica, un po’ diversa dal solito e a lettura ultimata posso confermare questo fatto. Non è la classica storia di quando si pensa (o almeno io) all’horror, è risultata lo stesso molto disturbante, come nell’intento dell’autrice tra l’altro.
Non sono riuscita ad apprezzarlo del tutto, credo però proprio per una questione di gusto mio. Mi è piaciuto il fatto che le tematiche affrontate siano state molto forti, d’impatto, che fanno male e fanno riflettere: dal razzismo alla violenza (non solo quella “classica”), passando per molte altre questioni decisamente attuali e importanti. Questo secondo me è importante, un libro di questo tipo fa ragionare, pensare, aiuta a capire o almeno a cercare di farlo.
Non ho però apprezzato l’atmosfera così cupa, anche se giustamente. La cappa di ineluttabilità, di negatività che ha aleggiato per tutta la lettura. Ammetto che mi ha provata, che ho proprio faticato e solo per questo motivo, in quanto l’autrice ha uno stile curato ed evocativo, che mi ha positivamente colpita.
Forse anche per questa ragione ho faticato a entrare in empatia con la protagonista, che, pur capendone le ragioni, mi è risultata troppo remissiva e che si piange troppo addosso. Ho invece apprezzato molto la caratterizzazione del personaggio maschile, il ballerino. Trovo che l’autrice abbia fatto un ottimo lavoro soprattutto nella rappresentazione delle sue ombre, dei suoi tormenti.
I rimandi al folklore mi sono piaciuti anche se non li ho trovati così esaustivi, così come la descrizione dell’ambientazione e delle creature fantastiche. Tutto gira attorno a questa casa, in questa atmosfera cupa e pesante.
Una storia sicuramente originale, di cui ho apprezzato gli intenti ma che per mia predisposizione personale ho faticato un po’ ad affrontare.
Voto: 3.5*
Ho letto questo libro perché ero molto incuriosita dalla copertina e dalla trama.
Sicuramente non mi aspettavo un racconto così.
La storia infatti prende spunto da una fiaba che non conoscevo e che non ho letto.
Sono sincera, non è uno dei miei libri della vita, ma non mi è dispiaciuto.
La scrittura è fluida e incalzante e la storia invoglia a continuare a leggere, per capire cosa succederà.
Nonostante ciò, è un libro davvero molto crudo e ci sono alcune scene che non mi toglierò dalla testa molto facilmente. Per questo consiglio a chiunque voglia approcciarsi a questo racconto di leggere attentamente i trigger warning.
Per quanto riguarda il finale, mi aspettavo (e speravo) qualcosa di diverso e sinceramente mi ha un po' lasciata con l'amaro in bocca.
Comunque rimane una lettura perfetta per l'autunno e per chi ama il genere.
È difficile parlare di Juniper & Thorn considerando quante cose ci siano da dire su questo libro. All’apparenza può sembrare una storia banale, un fantasy dalle tinte dark con una storia d’amore al centro. Ma Juniper & Thorn è molto più di questo. Davvero molto di più. Innanzitutto possiamo dire che questa è la storia di una maledizione. Abbiamo uno stregone potentissimo il cui ego lo spinge a sfidare un’altra strega molto potente che lancerà su di lui un incantesimo che lo imprigionerà per sempre. Lo imprigionerà in una fame brutale, senza che possa mai trovare sazio. Non si sazierà mangiando né sarà mai soddisfatto di nulla, neanche delle sue tre figlie, che lui taccerà come “figlie avide, figlie egoiste, figlie ingrate”, nonostante lo servano obbedienti. E mentre la maledizione scorre e mette radici sempre più bramose dentro di lui, la città in cui abita, la sua amata Oblya, cambia. Le steppe incontaminate lasciano spazio a fabbriche fumose, l’elettricità prende piede come nuova forma di magia, ogni traccia dell’originale sparisce, lasciandosi dietro solo scie di curiosità serpeggiante. È proprio questo tipo di curiosità che lo stregone decide di sfruttare, portando le tre figlie streghe a mettere le proprie arti magiche a disposizione di chiunque sia a disposto a pagare adeguatamente. Undine riesce a predire il futuro imponendo le mani su una pozza divinatoria, Rose è un’erborista capace di creare pozioni di ogni tipo e per qualsiasi problema, mentre Marlinchen, l’ultima delle tre figlie, è una divinatrice della carne, riesce a vedere le cose tramite il contatto. Non si può dire che il rapporto tra le sorelle sia idilliaco, infatti, delle tre, Marlinchen è quella considerata inferiore alle altre, sia per bellezza che per intelligenza, e quindi sminuita continuamente, ma bisogna constatare che tutte sono a modo loro vittime del padre. Tutte subiscono i suoi insulti e maltrattamenti, la sua ira furibonda, la sua perenne insoddisfazione e questo non fa che incattivirle, ma allo stesso tempo renderle ribelli. Sarà infatti proprio grazie a una fuga di notte che Marlinchen si inoltrerà fuori dalle mura di casa con le sorelle maggiori e scoprirà cosa si è sempre persa durante quegli anni. Il teatro riempirà il suo cuore di emozioni nuove, in particolare un ballerino che sembra incarnare tutto ciò su cui ha sempre fantasticato leggendo fiabe quando era più piccola.
L’occasione di questo incontro sarà la fiamma che farà divampare l’incendio, un tumulto interiore che la porterà pian piano a riconsiderare la sua vita e il modo in cui è stata educata e cresciuta. Marlinchen si renderà conto di non voler essere soltanto l’insignificante terza figlia servizievole, timida, che non conosce nulla al di fuori delle mura della sua casa. Sente un desiderio bruciarle dentro, un desiderio che considera impuro e inopportuno, ma è proprio quello a farla sentire viva e non più un inutile guscio vuoto, prigioniera di azioni ripetitive e frustranti. Nel suo passato ci sono traumi di cui non riesce a vedere del tutto l’origine e c’è un padre despota che la tiene al guinzaglio con manipolazioni mentali e sensi di colpa, sebbene non sempre lei se ne renda conto e continui a servirlo e giustificarlo. Nel profondo sa che tutto questo è sbagliato, ma anche lei si sente sbagliata, contaminata da un'oscurità e una fame implacabile che non sa come quietare. La riempiono pensieri torbidi, desideri costanti e si rende conto che qualcosa deve cambiare. È graduale il passaggio di Marlinchen da ragazza asservita a potente strega sicura di sé, ma è questo ciò a cui assistiamo nel romanzo. Assistiamo all’evoluzione di un personaggio che per certi versi, all’inizio, può essere considerato troppo buono e anche un po’ debole, ma che lentamente tramuta davanti ai nostri occhi, come sotto il più incredibile degli incantesimi. E se è vero che a dare l’input per questo suo risveglio sia l’amore che inizia a nutrire per il bellissimo ballerino Sevas, sentimento che la spinge a mentire e a custodire gelosamente i suoi segreti come non ha mai immaginato di poter fare, è anche vero che Marlinchen è sempre stata quella più simile al padre, più legata in qualche modo a lui e questo legame ha lasciato dentro di lei delle tracce che la porteranno, nel momento fatidico, a comprendere ogni verità e ad agire di conseguenza.
In questa storia sono tanti i temi trattati dall’autrice, temi per lo più delicati, di fatti il romanzo è pieno zeppo di trigger warning da tenere in considerazione prima di iniziare la lettura. Abbiamo chiari riferimenti ad abusi domestici, manipolazioni e violenze psicologiche, ma anche abusi sessuali e problemi alimentari. L’autrice, tra metafore splendide ma allo stesso tempo feroci, costruisce immagini vivide e intense nella nostra mente. Nelle sue parole vi è poesia, oscurità e violenza. Juniper & Thorn non è il tipo di romanzo adatto a tutt*, non aspettatevi il classico romantasy, perché non lo è affatto. È una storia per certi versi strana... turbolenta, inquietante e raccapricciante. Ci sono sacrifici, inganni, oppressione, sangue, morti macabre, sofferenze, atrocità di ogni genere. Ci sono mostri, ma più di tutto, ci sono mostruosità umane. Perché ciò che sicuramente Ava Reid vuol puntualizzare è quanto, mostri e stregoni a parte, il vero pericolo e orrore risiede altrove. Negli umani insensibili, in chi è avido di desiderio al punto da sovrastare l’altr*, in chi nasconde le proprie perversioni dietro facciate di perbenismo, in chi sfrutta le debolezze altrui e il proprio ruolo per approfittare di qualcun*; ne riconoscerete vari esempi nel libro. Troverete tante forme di orrore, e alcune le vediamo tutti i giorni anche noi, nelle nostre vite, nel nostro quotidiano, o le sentiamo ai telegiornali. Ecco dunque che i due protagonisti di Juniper & Thorn diventano espressione di una consapevolezza che a un certo punto arriva e li solleva dal loro stato di torpore, di sottomissione, per prendere in mano le redini delle proprie vite.
Una ragazza fragile, che ama la sua famiglia nonostante tutto, una ragazza che ha sempre avuto una sorta di timore reverenziale verso gli altri perché le è stato inculcato di non valere abbastanza, di non meritare abbastanza, che alla fine si prende la sua rivincita e dà alla sua storia il lieto fine che desidera. E un ragazzo giovane e bello che sin da piccolo non ha conosciuto altro che danza e sacrificio, la cui vita è stata plasmata in un determinato modo senza uscire mai da quei binari. La vita di Sevas non è stata altro che una recita per lungo tempo, giorno dopo giorno ha sempre interpretato lo stesso personaggio, fino a dimenticare chi sia lui e cosa voglia. È solo l’ombra di un personaggio eroico e ammirato, ma quando il personaggio non ci sarà più, cosa resterà di lui? È così che Sevas, come Marlinchen, si ribella a quel ruolo prestabilito, trova la forza, data dal motore più potente di tutti, l’amore, per distaccarsi dai fili che lo tengono legato al suo burattinaio e andare incontro a una sorte che avrà scelto lui stesso. Ho trovato emblematici i due protagonisti che sembrano appartenere a due mondi molto diversi ma che poi portano addosso cicatrici simili. La storia d’amore non è tanto centrale in questo romanzo ma smuove molti eventi e cambiamenti e l'ho trovata senza ombra di dubbio bellissima.
Juniper & Thorn si ispira alla favola dei fratelli Grimm considerata tra le più cupe, Il Ginepro. Da essa ne riprende alcuni tratti macabri e violenti, ma è stata quasi completamente rivisitata dall’autrice per darne una sua interpretazione originale e quanto mai attuale. È una fiaba dark oscurissima, che ti imprigiona nella durezza delle sue scene, ti fa prendere coscienza, ti fa riflettere, ti mostra le ombre che a volte ti avvolgono senza che tu te ne accorga. Questo romanzo è un colpo al cuore, inflitto con crudele precisione, ma è anche una bellissima, grande metafora di cambiamento. È possibile fuggire dalla storia della propria vita? La verità è la risposta. E la verità la portiamo dentro di noi da sempre. Basta guardarsi allo specchio, trovare il coraggio di crederci e la scorgeremo.
La trama del libro ritengo che non prepari minimamente a questa lettura, giacchè, onestamente non mi aspettavo assolutamente nulla di tutto ciò.
Lo stile della Reid, che fra l'altro ho a scaffale da Aprile ma che ancora non avevo mai letto si arpeggia in una prosa evocativa e che nella sua semplicità risulta poetica, mi chiedo che diamine aspettassi a leggerla se il suo stile è questo! Il volume è un retelling dei fratelli Grimm, nello specifico de "Il Ginepro", cupo e decisamente macabro, nelle mani di Ava muta senza però abbandonare i toni dark che lo caratterizzano e la forte connotazione legata al legame e all'evoluzione dalla vita alla morte.
Ora, fatta questa breve premessa, dove ci troviamo? Ci troviamo ad Oblya, una città che sta vivendo i colpi della modernizzazione e dell'industrializzazione. Un'ambientazione che ricorda la vecchia Russia e che è evidentemente legata all'Est Europa, di certo ci risulta viste le pietanze e le bevande preparate dalla nostra protagonista. Eppure sarebbe stato palese in ogni caso perché appunto la Reid riesce a essere estremamente evocativa anche nelle descrizioni e nelle sensazioni che ci lasciano addosso. Ad Oblya siamo domiciliat* in una vecchia casa che nasconde gli ultimi misteri del mondo e gli ultimi mostri scampati all'avvento dell'uomo.
Ad Oblya, in questa casa, vive l'ultimo stregone in compagnia delle tre figlie che, esistesse ancora l'antica istituzione preposta all'assegnazione del titolo, sarebbero le ultime streghe rimaste. Ognuna diversa dall'altra, le prime due bellissime, la terza insignificante. Così hanno fatto credere a Marlinchen di essere: insignificante. Non bella, non intelligente, non utile, nulla. Marlinchen non lo è ma come in ogni favola che si rispetti le parole hanno potere ed è così che la conosciamo, perché le parole l'hanno resa così come gli altri la definivano e la facevano vedere riflessa nelle loro opinioni. Perché per quanto queste dovrebbero restare proprietà di chi le partorisce, le opinioni pesano sulle spalle di coloro a cui arrivano.
La narrazione come vi dicevo è cupa, mantiene tutte le nuance da favola oscura, tutti i brividi di una storia con mostri sotto al letto e uomini raccapriccianti. Dove potreste seriamente avere momenti di difficoltà perché si carina la favola, vi piacciono le favole eh? Ma qui non ci limitiamo a un retelling, parliamo dei fratelli Grimm, non sono favole per bambini che la notte dormono. Qui c'è ben chiaro che percorriamo il tema dell'abuso e in varie forme, in varie narrazione e con diversi personaggi. Abbiamo la coercizione, come vi dicevo di Marlincen che viene fatta credere talmente insignificante da diventarlo. L'abuso fisico con Sevas nel balletto e con la stessa Marlinchen con i clienti, il tutto ve lo devo dire in una fase della loro crescita dove altro non può essere se non la pedofilia. La manipolazione familiare che plagia coloro che la vivono proprio come una maledizione. E i disturbi alimentari, Marlinchen che vomita e il padre mai sazio. Per avvisare i sensibili c'è un po' di cannibalismo.
Tre ragazze tenute dal padre confinate nei confini di questa casa che a sua detta è l'ultimo baluardo di civiltà e di raziocinio. Costrette ad accogliere i pochi clienti ancora affascinati dalla magia in una clausura che, però, esse la notte sfidano per recarsi al balletto. L'avventura che spalanca le porte alla narrazione, la nostra giovane insignificante protagonista che si vede schiaffeggiare dal mondo reale e che da esso resta abbagliata, subito. La paura d'essere scoperta dal padre e la paura di non vedere più quelle iridi blu capaci di rendere il mondo insignificante. Le ruote della favole che, come nel codex del padre che lei usa come unica ancora alla compensione della vita si azionano trasportandoci in una narrazione gotica che nasconde folklore e simbolismo in ogni immagine.
Ve lo consiglio? Davvero ancora non è chiaro? Da oggi è disponibile nelle librerie e io, fossi in voi, non aspetterei oltre.
Ah non vi ho detto nulla della trama? Ops. Le favole vanno consumate lasciandosi sorprendere, come il ripieno dei varenyky che ci si dimentica di aver preparato.
“Juniper and Thorn” è un fantasy gotico grazie al quale Ava Reid riesce a raccontare importanti tematiche, con uno stile ricco ed evocativo.
Ci viene raccontata la storia di Marlinchen, una strega, la terza di tre figlie, costrette a vivere rinchiuse nella loro dimora, a causa della tirannia del padre, un potente stregone. Una sera riusciranno però a sfuggire dalle grinfie del padre per godersi la vita notturna della città di Oblya dove la protagonista incontrerà qualcuno che le farà battere il cuore, costringendola a fare i conti con sé stessa e ciò che la circonda.
La narrazione in prima persona ci permette di scoprire la verità passo passo, in linea con la protagonista; “crescendo con lei”, in un certo senso. Marlinchen non è la solita eroina forte, ma una ragazza insicura e vulnerabile, con la quale è facile empatizzare.
La storia d’amore è marginale ma tenera, offre un momento di tregua dalle scene crude presenti nel libro.
Lo stile è descrittivo ed evocativo, risalta l’uso costante di metafore, che però non risulta mai pesante, anzi piacevole e scorrevole. Il ritmo del racconto, incentrato sullo sviluppo personale della protagonista, non è sempre frenetico, ma non mancano colpi di scena e rivelazioni inaspettate.
I personaggi secondari sono ben caratterizzati e la loro percezione cambia man mano che emergono nuove verità agli occhi della protagonista.
Il romanzo affronta diverse tematiche: i disturbi alimentari, l’innovazione ma anche la xenofobia; riuscendoci perfettamente, senza risultare pesante.
La componente magica è accennata e funge da mezzo per sottolineare i temi principali.
Tirando le somme, consiglio caldamente questo libro, nonostante sia necessario leggere i trigger warning poiché alcune scene o tematiche potrebbero risultare disturbanti. Non serve per forza essere amanti del fantasy, poiché questa è una storia di vita, attorno alla quale è stato costruito un mondo fantasy dalle tinte gotiche. La protagonista potrebbe non piacere a tutti fin da subito, ma datele una possibilità e lasciatevi sorprendere dalla sua crescita.
Non ho letto A study in drowning che ha spopolato abbastanza in Italia, ne qualsiasi altro suo libro pubblicato prima di questo, ma sapendo dell’uscita in italiano di questo volume necessitavo di leggerlo! Quindi prima di tutto ringrazio la casa editrice Neon Libri e Netgalley per aver avuto la possibilità di leggere questo libro in formato ARC!
Juniper & Thorn non è il classico fantasy che solitamente apprezzo, perché sì, l’azione c’è ma non ci sono le battaglie, ci si concentra invece più sul mondo, su come esso sia basato su storie, racconti, folklore, costumi e costruzioni sociali, su come esse condizionino le vite e la nostra percezione di esse. Il libro è un racconto oscuro al limite dell’horror e fiabesco, ma allo stesso tempo estremamente realistico e toccante.
La penna dell’autrice è davvero delicata nella sua scrittura, ma sa essere anche tagliente. L’ambientazione del libro è stata la vera protagonista di questa storia, come se si inserisse in un quadro che già un po’ ci parla di quello che dovrà avvenire!
Una lettura molto bella, carica emotivamente e anche disturbante a tratti (ma questo era l’intento). Sicuramente leggerò altro di Ava Reid!
Fatemi sapere se anche voi aspettavate questa uscita o che cosa vi aspettate a riguardo!
👉🏼Consiglio vivamente la lettura dei TW prima di iniziare per essere sicuri di non imbattersi in qualche scena troppo disturbante per la nostra sensibilità!
Ringrazio come sempre netgalley e la ne/on per questo arc! Vista la data di uscita ho deciso di affrettarmi a leggerlo e sforzarmi (mi scuso infatti per il ritardo ma il blocco è una brutta cosa, voi capirete sicuramente).
Allora ho dovuto dnf purtroppo dopo qualche capitolo, non mi sono informata attentamente sui trigger warning e me ne sono pentita un po', non ho retto granché e mi dispiace. Però la trama e le premesse erano abbastanza interessanti, anche la traduzione proseguiva scorrevole.
Grazie ancora 🫶🏻
Inizialmente la storia mi ha abbastanza appassionato, ma andando avanti ho sempre sperato che prendesse una direzione diversa. Non è un romanzo estremamente dinamico, ci sono molte situazioni statiche, flashback abbastanza lunghi accompagnati da altrettante descrizioni, stesse dinamiche nelle interazioni dei personaggi. Di conseguenza, ho avuto la percezione che l'autrice abbia puntato tutto sui personaggi. All'inizio Marlinchen mi ha catturata, ma credevo in una più importante crescita del personaggio. Non che non ci sia stato uno sviluppo considerevole, anzi, ma non mi è piaciuto come l'autrice a lungo andare ha impostato il personaggio (fatto del tutto soggettivo).
L'altro aspetto che non ho apprezzato è stata la permanente atmosfera di angoscia che si respira attraverso tutto il libro, in altre parole, sembra non ci sia mai speranza. Anche quando si ha la percezione di qualcosa di buono per i personaggi, comunque non viene affrontata con positività. Questa angoscia perenne mi ha un po' demoralizzata e mi provocava un po' di tristezza nella lettura. Anche se i personaggi o gli aspetti dark mi fossero piaciuti, a causa di ciò non sarebbe un romanzo che rileggerei.
Un punto favore lo ha il grandissimo colpo di scena (perchè in un mare di staticità qualcosa doveva pur succedere) che mi ha piacevolmente colpita e coinvolta.
Ma quanto è bello questo libro?
Divorato in due giorni scarsi, mi ha tenuta piacevolmente incollata alla sua scrittura così cruda e al tempo stesso capace di essere poetica ed evocativa. Forse sarò di parte, amo la scrittura della Reid e amo i romanzi che parlano di streghe, ma questo libro è un vero gioiello.
La protagonista, la più giovane di tre sorelle, è complessa e meravigliosa nella sua fragilità, è stato molto intenso vivere nella sua testa data la scrittura in prima persona.
I pesanti trigger warning (fondamentali da leggere prima di iniziare la lettura) sono in realtà necessari per creare l'atmosfera di una storia gotica che cela al di sotto una dura realtà.
Un libro perfetto per questo periodo autunnale e di cui non vedo l'ora di possedere la mia copia cartacea.
Grazie infinite a Ne/oN e Net Galley per avermi permesso di leggerlo in anteprima.
Non proprio quello che mi aspettavo leggendo la trama e l'anteprima. Avrei dovuto informarmi meglio sui trigger warning perchè è pieno zeppo di contenuti che potrebbero dare fastidio ad alcune persone. Tutte queste tematiche pesanti sono comunque scritte molto bene e con sensibilità dall'autrice. Però damn... è una storia molto oscura (non essendo abituata a leggere questi tipi di romanzi questa parte mi ha appesantito la lettura).
"Juniper & Thorn" racconta di tre streghe figlie di un potente stregone. Il padre è crudele con loro ma abbastanza potente da fare in modo che le figlie lo temino e che non gli disobbediscano. Le tre streghe hanno ognuna 3 poteri diversi che il padre vende alle persone del paese per avere i soldi per mangiare. Il padre è stato stregato tempo indietro e non è mai soddisfatto di niente: nessun cibo riempirà la sua pancia, nessuna dormita lo lascerà riposato e le sue figlie non saranno mai abbastanza per lui. Obbliga le sue figlie a rimanere sempre in casa, non permettendo loro di uscire... e cosa fanno loro all'inizio del libro? Esatto! Escono e vanno a vedere un balletto di danza. Da qui le cose precipitano e lascio a voi il seguito se lo leggerete.
La fine mi ha soddisfatta perchè ha un lieto fine. Il libro è scritto molto bene e i personaggi sono ben descritti anche se li ho trovati un pò stereotipati.
Non sono tanto sicura mi sia piaciuto come libro perchè alcune cose erano davvero troppo e non mi ha coinvolto tanto da stare incollata alle pagine.
Però lo consiglio a chi piace il dark gothic e un pò di horror.
Scrivere una recensione per Juniper & Thorn di Ava Reid non è affatto semplice, poiché mi trovo in difficoltà nel giudicare obiettivamente il libro. Non posso dire che sia un brutto romanzo, ma riconosco che non rispecchia i miei gusti personali. Credo che l'errore sia stato mio per non aver consultato attentamente i trigger warning prima di iniziare la lettura. Mi aspettavo un'opera dalle tinte dark e leggermente horror, ma non è stato così.
Il romanzo affronta una serie di tematiche particolarmente pesanti, tra cui abusi sessuali, maltrattamenti, abusi psicologici, disturbi alimentari e varie forme di violenza. Sebbene questi argomenti siano trattati con serietà e attenzione dall'autrice, la loro presenza costante ha reso per me la lettura estremamente difficile e, in alcuni momenti, opprimente. Questi trigger sono pervasivi e distribuiti lungo tutto il testo, il che non mi ha permesso di apprezzare pienamente la storia o i personaggi.
Sono consapevole che lettori con una maggiore affinità per questo tipo di narrazioni potrebbero invece trovare il libro interessante o stimolante, e che la qualità della scrittura di Ava Reid resta indubbia. Tuttavia, per me, l'esperienza è stata troppo gravosa dal punto di vista emotivo per poterne godere.
Un punto su cui vorrei porre l'accento è l'importanza della commercializzazione di questo libro. Penso sia fondamentale che la presenza di trigger warning sia segnalata chiaramente sin dalla trama, anche con un piccolo post scriptum. Questo permetterebbe ai lettori di sapere in anticipo a cosa vanno incontro e di valutare se affrontare o meno la lettura. In assenza di queste informazioni, si rischia di far approcciare il libro a chi, come me, potrebbe essere particolarmente sensibile a questi temi.
Concludo dicendo che, pur apprezzando il talento di Ava Reid, questo libro non fa per me!
Bentornati su questi lidi. Oggi siamo di nuovo qui a parlare di fantasy, con la recensione di Juniper & Thorn. Ginespro e spina di Ava Reid, in uscita con Neon libri il 23 ottobre 2024. Devo essere sincera, avevo già preordinato il libro ben prima che arrivasse su NetGalley la copia ARC, e la prenotazione è rimasta. Avevo già letto altro di Ava Reid ed ero molto curiosa, anche se una parte di me temeva fosse un romantasy come se ne vedono dovunque. Ma Juniper &Thorn è un retelling della fiaba il “Ginepro”, ma non ha nulla del romantasy. E’ un racconto in chiave horror gotico, che incanta per la crudezza delle sue immagini, ricordando perfettamente le antiche fiabe dark che, nella loro versione originale, toglievano il sonno ai più piccoli.
Marlinchen è un personaggio complesso; seguiamo la storia dal suo punto di vista e seguiamo il suo percorso di crescita e di scoperta. E’ una persona che ha sofferto, traumatizzata e ferita, succube di un padre orribile, nonostante sia una strega che avrebbe il potere di ribellarsi. E’ proprio la presa di consapevolezza di Marlinchen e la sua crescita che mi ha incantata tanto; la capacità di caratterizzare i propri personaggi è una qualità dell’autrice che ho notato anche in altri lidi.
Juniper & Thorn è una storia contorta, cupa, intrigante e coinvolgente, che vi catapulterà in un perfetto clima gotico autunnale. Non vedo l’ora che arrivi la mia copia cartacea per esporla come un trofeo nella mia libreria.
Quando imparerò ad informarmi bene su di un libro prima di leggerlo, senza farmi trascinare dalla copertina o dalle poche righe della trama? Probabilmente mai, comunque è stato proprio il caso di questo libro.
Un libro davvero particolare e strano, molto diverso da quello che credevo, con mille trigger warning che puntano in tutte le direzioni e che sarebbe stato il caso di mettere ben evidenti ad inizio libro, perché non è un libro per tutti e mi sarebbe piaciuto sapere a cosa andavo incontro per decidere meglio se leggerlo o meno!
Ho letto però che nell'edizione cartacea verrà messo un qrcode per permettere a chi vuole di avere accesso a queste informazioni, un plauso all'unica CE che mi risulti lo faccia, ma personalmente io lo metterei proprio nel frontespizio così bisogna leggere per forza le avvertenze !
Non voglio farvi assolutamente spoiler, ma se credete che sia un semplice libro horror vi sbagliate di grosso, come me. In realtà è molto di più, tratta di argomenti molto profondi e duri da digerire, come una favola (che in effetti è) racconta una storia per mascherare il raccontarci una brutta realtà, fatta di abusi sui bambini, molestie sessuali, disordini alimentari, autolesionismo ed altri ancora. Ripeto non voglio fare anticipazioni sulla trama, ma io avrei voluto sapere di cosa parlava, nel caso forse non lo avrei letto, ci sono delle scene davvero forti.
Detto questo, ho atteso tanto per questa recensione perché dopo un mese dalla sua lettura ancora non so cosa pensare, davvero non so nemmeno dirvi se mi sia piaciuto o meno, comprendo sia chi ha dato come votazione 5 che 0, è un libro che sicuramente divide!
Per me è stato il primo approccio con la Reid, ho amato la sua scrittura, molto evocativa e poetica, vivida, adatta proprio ad una favola, anche se dark, sicuramente leggerò altro di suo.
Mi è piaciuta soprattutto l'ambientazione di chiara ispirazione russa, il suo folklore, con la lenta scomparsa della magia e dei suoi vecchi Dei con l'arrivo del progresso e dell'industrializzazione, un tema molto simile all'Immortale di Catherynne Valente ed alla trilogia dell'Orso e l'usignolo della Arden!
Quello che non mi è piaciuto? I personaggi e la parte romance.
I protagonisti non mi hanno trasmesso niente, seppur avessero molto da raccontare, li ho trovati freddi, distanti. Marlinchen e Savastyan sono personaggi complessi, hanno sofferto e subito abusi di vario genere, ma se di Savastyan non veniamo poi a conoscere molto, di Marlinchen -che invece conosciamo bene- non viene trasmessa per me alcuna emozione. La ragazza alterna continuamente momenti in cui si piange addosso con altri di ribellione che poi non portano a nulla di fatto. Piena di mille contraddizioni, è debole, poi forte, coraggiosa, ma senza un intervento esterno non è in grado di far cambiare alcunché. Comprendo che come vittima di abusi si sia chiusa a riccio e fino ad un certo punto si rifiuti di riconoscere ed accettare la realtà dei fatti che le sono successi, però davvero non mi ha trasmesso alcuna emozione, a parte alcune scene molto belle, non sono riuscita ad entrare in empatia con loro due, mi dispiace!
L'instalove davvero poi non l'ho capito e non ci ho trovato senso, nel racconto trovo sì due anime affini che si comprendono visto i dolori simili che hanno vissuto e che cerchino un modo per evadere dalla "prigione" che altri gli hanno imposto, ma è stato tutto troppo improvviso, soprattutto da parte di Savastan.
Ho trovato poi anche un'eccessiva sessualizzazione dei personaggi, che un po' mi ha dato fastidio.
Ringrazio Ne/oN e Net Galley per l'arc!
"Juniper and Thorn" è un libro che mi ha lasciata con molto su cui riflettere e allo stesso tempo senza parole.
Per chi come me apprezza i libri in cui vengono trattati temi sensibili e in cui viene offerta una rappresentazione femminile che cerca di essere fuori dagli stereotipi mainstream con un tocco di female rage non potrà non trovarsi incuriosito se non affascinato dalla scrittura di Ava Reid. Questo pro potrà essere anche il contro da affrontare, i trigger warning dell'edizione italiana sono indicati nel codice apposito per cui non li segnalerò qui.
Un difetto che può essere uno scoglio per qualcuno sulla struttura narrativa è che il ritmo è lento, a dir quasi stagnante, nella buona prima metà di libro e accelera solo nell'ultimo 30% (anche se ho personalmente apprezzato lo stesso).
Un aspetto assolutamente positivo invece è la gestione dei personaggi: parlano da sé con le proprie azioni, un approccio molto tridimensionale che vince per verosimiglianza; l'inghippo che l'autrice è riuscita a sbrogliare sta nel fatto che trattando temi quali l'abuso il confine della moralità dei personaggi si assottiglia chiedendoci di restare vigili nel plasmare il nostro pensiero. Reid ci dà una visione chiarificatrice a riguardo alla fine della storia anche se nel corso degli eventi siamo così vicino ai personaggi da bypassare ogni filtro, esplorandoli con i loro termini.
Seguiamo infatti la protagonista con la sua mentalità e le sue scelte ma anche con i suoi limiti, quindi per quanto possiamo capire la logica del personaggio questi aspetti non saranno sempre condivisibili, il che ci porterà a empatizzare con lei tanto quanto a prenderne le distanze. Ad ogni modo sono contenta di dire che è una storia catartica e commovente, piena di potenziale che è stato colto nel migliore dei modi.
Questo modo di sentirci spettatori delle vicende viene compensato con un'immersività totale nell'atmosfera e nel mondo creato dall'autrice, che riecheggia di suggestioni del folklore est europeo intrecciato a uno sguardo lucido sulla contrapposizione tra ruralità pre-industrializzata e progresso tecnologico, grazie a un linguaggio che ricerca sempre una certa poetica per esprimersi. Ciò che ho apprezzato di più è che è uno stile perfettamente sovrapponibile alla voce narrante della protagonista, che essendo una strega ha vissuto e vive ancora in prima persona in quelle stesse suggestioni di cui ci mette a parte; è uno stile quindi poetico ma non fine a sé stesso, credibilissimo per restituire la psicologia della personaggia e capace di creare immagini che toccano il cuore con originalità.
Di sicuro terrò d'occhio Ava Reid nelle sue prossime pubblicazioni perché ha uno sguardo autoriale davvero inedito nel panorama editoriale e non vedo l'ora di leggere altro scritto da lei.