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Ieri sera sono finalmente riuscita a finire di leggere “Juniper & Thorn” di Ava Reid. È stato un libro che all’inizio non sembrava starmi prendendo troppo, ma che alla fine non mi è dispiaciuto affatto. Io l’ho letto in anteprima grazie all’ARC gentilmente messa a disposizione da Ne/oN Libri, che ringrazio tantissimo, ma troverete questo titolo in tutte le librerie e online a partire dal 23 ottobre. 🖤 (Trovate la recensione completa sulla mia pagina instagram, moonrosebooks)

“Juniper & Thorn” è un libro fantasy dalle ambientazioni gotiche e toni decisamente dark. Affronta tematiche per niente leggere, infatti è PIENO di trigger warning (che vi consiglio vivamente di andare a cercare prima di addentrarvi tra le sue pagine). Una lettura sicuramente non per tutti, soprattutto se siete sensibili a scene molto grafiche di body horror e gore. Il romanzo è ispirato a una delle fiabe più crude scritte dai fratelli Grimm, “Il ginepro”. La storia, nonostante inizialmente ci abbia messo un po’ a prendermi, alla fine non mi è dispiaciuta affatto e l’ho trovata interessante, soprattutto la seconda metà del romanzo, quando il mistero presente all’interno del racconto ha iniziato ad essere un po’ più presente. Si parla non solo di streghe e stregoni (nonostante la magia non sia chissà quanto presente in realtà), ma tratta anche di molti argomenti delicati e attuali: parla di abusi (fisici, psicologici e sess*ali), disturbi alimentari, percezione negativa di sé e del prorio aspetto, ambienti famigliari tossici e molto altro. Ava Reid ha inserito tante tematiche differenti all’interno di questo libro, probabilmente con il fine di criticare la società e sensibilizzare. Durante la lettura ho provato una costante sensazione di inquietudine e disagio, ma visto il genere immagino fosse proprio questo che voleva farci provare l’autrice addentrandoci in queste pagine. ho dato a questo libro un voto di 3.5 ⭐️. Nel complesso mi è piaciuto nonostante non sia un libro per tutti: una storia particolare, perfetta per il periodo spooky e autunnale, e con tematiche difficili da digerire. Lo consiglio, ma davvero, state molto attentə ai trigger warning perché ce ne sono parecchi e per niente leggeri.

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Liberamente ispirato a “Il ginepro” dei fratelli Grimm, questo romanzo è in tutto e per tutto una fiaba, seppur cruda, disturbante e quasi ‘malata’, e come ogni fiaba che si rispetti nasconde molto più di quanto possa sembrare.

Dietro streghe potenti, mostri misteriosi e maledizioni impossibili da spezzare si cela qualcosa di reale e terribilmente concreto, qualcosa di così terribile da dover essere raccontato attraverso il linguaggio universale delle fiabe per poter essere compreso davvero.

A infestare queste pagine non c’è alcuna creatura sovrannaturale, ma solo un padre padrone che usa la propria magia come un’arma e divora tutto ciò che lo circonda, comprese le sue stesse figlie. Gli entra nelle vene come un veleno incurabile e le corrompe dall’interno, rovinando tutto ciò che sono e che avrebbero potuto essere. Le rinchiude in una gabbia e gli insegna a chiamarla casa, per potersi nutrire di loro in pace e trasformare i loro resti in serve perfette create a sua immagine e somiglianza.
Eppure anche nella loro prigione insanguinata, queste ragazze spezzate cercano il modo di riappropriarsi di pezzetti di sé, ognuna a modo loro.

Tra tutte, è Marlinchen a fare più fatica a liberarsi dagli incantesimi intossicanti in cui è cresciuta.
Lei che non ha mai imparato a vedere il proprio valore, che ha sempre tentato di essere una brava bambina e una figlia rispettosa, che si è annullata al punto da non riconoscere il proprio riflesso, non ha la forza di riconoscere l’orrore in cui è imprigionata. E come potrebbe? Non ha mai conosciuto altro, e per sopravvivere è stata costretta, quasi senza nemmeno rendersene conto, a diventare l'ombra di sé stessa.

Almeno fino a quando non incontra gli occhi di Sevas, un ragazzo spezzato che ha dovuto imparare a nascondere le proprie cicatrici sotto un’armatura.
Le loro gabbie sono diverse, ma le loro ferite estremamente simili, e riconoscere lo stesso indescrivibile doloro l’una nel volto dell’altro è il primo passo verso una terribile consapevolezza.

L’ingenuo amore che fiorisce tra questi due ragazzi feriti non è altro che posto sicuro in cui guardarsi alla specchio e rendersi conto degli orrori da cui avrebbero dovuto essere protetti e che invece li hanno marchiati per sempre, riducendoli a spettri di loro stessi.
E questa consapevolezza è l’unico incantesimo in grado si spezzare la maledizione a cui sembrano essere destinati, la sola arma capace di dargli la forza di riscrivere la propria storia e scegliere per se stessi un finale diverso.

La penna di Ava Reid, all’apparenza evocativa e ipnotica, si rivela crudele e tagliente, e il suo inchiostro si tramuta in sangue nel tentare di tratteggiare questa storia di fame, violenza e abusi, una storia a cui avvicinarsi con attenzione e consapevolezza, e non con leggerezza o superficialità.

Una storia che fa così male da spezzare il cuore, ma che potrebbe aiutare ragazze come Marlinchen o giovani come Sevas a guardarsi allo specchio e a fare pace con i propri mostri.

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Juniper & Thorn parla di Marlinchen, una strega che vive a Oblya insieme alle sorelle e al padre, uno stregone potente e abusivo che le tiene imprigionate nella loro vecchia casa, più con la paura che con la forza. Mentre le sorelle sono bellissime e intelligenti, Marlinchen è stupida e insignificante... o almeno, così le hanno sempre detto. La sua vita prosegue monotona e triste finchè una sera non riesce a scappare con le sorelle e andare a teatro, dove conoscerà Sevastyan, un affascinante e turbato primo ballerino che la conquisterà da subito. E se le cose non fossero come Marlinchen pensa? E se ci fosse un modo per liberarsi dal giogo del padre?

L'elemento che ho apprezzato di più di questo retelling è proprio l'atmosfera di fiaba, sebbene gotica e dark, che permea ogni pagina di questo libro. Si trova nelle descrizioni di Oblya e della casa della protagonista, nelle creature che popolano queste aree, ma anche nei personaggi. Infatti ognuno di essi ricopre uno stereotipo delle fiabe: la madre ("cattiva o morta", come dice Marlinchen), la sorella maggiore crudele, la protagonista insignificante, il cavaliere che la salva... tutto questo viene però rielaborato in chiave moderna, e gli stereotipi vengono talvolta ribaltati. Le cose, insomma, non sono necessariamente come sembrano. Nonostante i temi non facili del libro, gli elementi favolistici lo hanno reso a tratti divertente e soprattutto impossibile da mettere giù: come le ciliegie, un capitolo tira l'altro.

Inoltre, è impossibile non provare compassione per Marlinchen e tifare per lei, anche quando la sua immobilità crea frustrazione nel lettore: è una protagonista credibile, reale, debole e forte contemporaneamente. Soprattutto, scopre il mondo per la prima volta, come capita a tutti crescendo e come capita anche a chi finalmente riesce a liberarsi dal giogo dell'abuso. Vedere cose "semplici" tramite i suoi occhi, mentre le sperimenta per la prima volta, fa scaldare il cuore.

Infatti, prima di tutto, questa storia parla di liberazione: proprio per questo può essere molto catartica per chi ha subito qualunque forma di abuso (fisico, psicologico, sessuale). Sicuramente questo è il tema centrale, e rende questo libro davvero importante a livello personale per molti lettori. Allo stesso tempo, invito a prestare attenzione proprio per lo stesso motivo: alcuni lettori potrebbero trovare i temi troppo pesanti ed esserne personalmente colpiti, soprattutto se non sono adeguatamente preparati.

Unico neo, a livello personale? Venivano nominati troppo spesso i seni della protagonista e delle sorelle, in contesti del tutto casuali. Sicuramente non sarà un problema per molti lettori, e non ha tolto nulla alla trama, ma mi ha fatta uscire dall'atmosfera in alcuni momenti e questo per me ha parzialmente inficiato l'esperienza di lettura. Però si tratta davvero di dettagli minimi all'interno di un'opera godibilissima.

TW: abuso fisico, sessuale e psicologico; body horror; contenuto sessualmente esplicito

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"Juniper and Thorn" di Ava Reid mi ha catturata fin dalle prime pagine, tanto da tenermi sveglia fino a notte fonda!
Lo stile di scrittura immersivo e l'atmosfera gotica (perfetta per questo periodo dell’anno) hanno creato una storia davvero avvincente, anche se man mano che la trama si sviluppa, diventa sempre più oscura e inquietante.
Consiglio vivamente di controllare i trigger warnings prima di iniziare la lettura!
Ringrazio di cuore Netgalley, la casa editrice Ne/On e l’autrice per avermi dato la possibilità di entrare in questa bella storia!

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Marlinchen e le sue due sorelle sono le ultime streghe di Oblya, costrette a vivere dal padre stregone segregate in casa,. Sono le ultime vestigia di magia in un mondo che si sta avviando all'industrializzazione, resti del passato magico. Vendono la propria arte i propri incantesimi, i clienti come unico contatto con il mondo esterno e devono stare attente all'umore e alla magia mutevole del padre. Una sera, di nascosto escono a teatro, e Marlinchen resta ammaliata dal giovane primo ballerino Sevastyan.
Ho apprezzato soprattuto l'influenza del folklore slavo e della cultura slava in generale, ma purtroppo ho trovato Marlinchen un personaggio un po' piatto, a volte distaccato e con cui è difficile empatizzare. Il ritmo nella prima parte è troppo lento, per poi subire un accelerazione nella parte finale.

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*4 - -
Premetto che ero molto incuriosita da questo titolo un po' per i pareri molto positivi su A study in drowning e un po' per le premesse legate al mondo fiabesco dei fratelli Grimm (questo romanzo infatti prende le mosse dalla fiaba 'il ginepro'). Tendenzialmente associamo le fiabe al mondo dell'infanzia, ma in realtà esse dovrebbero rimandare ad un immaginario cupo e brutale, che in effetti ha molto a che fare con questo romanzo.
L'ultimo stregone di Oblya, colpito da una maledizione per cui non potrà mai essere soddisfatto di ciò che ha, vive con le tre figlie streghe tenendole lontane dal resto del mondo; unico loro contatto con l'esterno sono le visite dei loro clienti. Le tre streghe riescono però a lasciare la casa di nascosto per recarsi a teatro dove la figlia minore, Marlinken, rimane completamente ammaliata dal giovane primo ballerino Sevastyan.
A fare da voce narrante é proprio Marlinken, che pur essendo forse la strega con il potere più potente delle tre, é convinta di essere del tutto insignificante, nemmeno lontanamente paragonabile per bellezza e doti alle sorelle maggiori. Ciò si traduce in un importante disagio psicologico per la giovane, caratterizzato da pensieri autolesionisti e da disturbi alimentari.
L'inizio della narrazione non é stato affatto dei migliori e per almeno un terzo delle pagine non sono proprio riuscita ad empatizzare con la protagonista cosa che mi ha fatta andare a rilento con la lettura. Ho avuto anche quasi la tentazione di abbandonare la lettura, anche per l'uso smodato delle similitudini, che, per quanto ben scritte, rendono lo stile un po' ridondante. Per fortuna ho l'abitudine di non giudicare mai un libro senza averlo portato a termine perché questo libro andando avanti regale molte sorprese.
Interessante fin da subito invece la scelta dell'autrice di raccontare l'attrazione dell'ultimogenita verso Sevastyan come puro desiderio carnale, senza ingentilirla o camuffarla in amore al primo sguardo. Le pulsioni della giovane vanno quindi ad essere espressione più in generale del suo desiderio verso l'ignoto, verso ciò da cui il padre la tiene prepotentemente lontana.
La storia si fa più interessante quando da una parte Oblya viene sconvolta da delle macabre morti e dall'altra Marlinken approccia finalmente il mondo. Mano a mano che la matassa si dipana comincia a insorgere nel lettore il dubbio che Marlinken sia una narratrice inaffidabile... Cosa sta realmente accadendo? Cosa é reale? Perché la giovane non ricorda dettagli delle sue giornate più o meno rilevanti?
E mentre la prima parte del testo é un po' debole dal punto di vista narrativo, la seconda é ben costruita ed arriva a un picco di tensione più che palpabile, per cui diventa veramente difficile staccarsi dal libro. Per certi versi mi ha ricordato un po' Tutto é bene di Mona Awad, autrice che io adoro, anche se qui sul finale si può dire che ci sia una maggiore chiarificazione.
In conclusione Jupiter e Thorn é un libro che non é perfetto, ma che riesce ad essere molto interessante anche perché diverso da ciò che ci si potrebbe aspettare e molto molto spooky. Vengono tirate in ballo diverse tematiche anche molto impegnative tra cui il concetto di responsabilità, la salute mentale, il bisogno di autodeterminazione, l'eros, gli abusi fisici e psicologici, l'immigrazione... Perciò attenzione a non approcciarlo come puro intrattenimento perché non é un testo adatto a tutti.
Ringrazio #Neon e #Netgalley per l'ARC.

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Voto complessivo: ⭐️⭐️⭐️⭐️

Trama: 👍👍👍👍

Personaggi: 👦👦👦.5
Page turner: 📖📖📖📖

Suspense: 😱😱😱.5

Plot twist: 💡💡💡.5

Un padre padrone (nonché stregone) e tre figlie che cercano di sfuggire al suo giogo.
Un mostro che dilania le sue vittime nella notte di Oblya. Una fiaba nera come il succo di ginepro.

Ringrazio Ava Reid, Ne/oN Libri e NetGalley per l’eARC in anteprima, in cambio della mia onesta opinione.

Nell’approcciarmi a Juniper & Thorn ho avuto qualche titubanza iniziale legata alla mia pessima esperienza con A Study in Drowning (che sconsiglio caldamente). Volevo però dare almeno una seconda possibilità a Ava Reid, e così ho approfittato dell’opportunità data dalla Ne/oN di leggere l’ARC in anteprima. Il risultato: ho fatto benissimo!
Juniper & Thorn è una fiaba nera, nerissima, cruda e crudele, proprio come piace a me.
Pervasa da una sottile sensualità che spinge per emergere, non manca di leggerissimo tocco di er0tic horror, che non guasta affatto con quella che è l’atmosfera della storia.
Vero è che a volte è un po’ ridondante, dato che non mancano le ripetizioni, ma è un difetto che si può perdonare facilmente in virtù dell’ambientazione fiabesca, dove anche una narrazione cantilenante non è così fuori luogo.
Si è in bilico tra passato e presente, vecchie tradizioni e progresso, superstizione e scienza, e anche se si sente che il romanzo avrebbe potuto essere più rifinito da un maggiore lavoro di editing, complessivamente funziona
Facendo un confronto con ASID, ci sono sicuramente dei temi ricorrenti, e ho nettamente preferito come sono trattati qui: c’è più spontaneità, se così possiamo definirla, mentre in ASID si è ingabbiati dal voler veicolare un certo messaggio ma seguendo pedissequamente la voce dei social. Juniper & Thorn è rozzo, “sporco”, sfacciato quanto ASID è affettato, manieristico quasi.
Anche l’elemento mystery qui funziona meglio: al di là del fantomatico mostro che imperversa a Oblya, c’è una suspense costante dovuto al dubbio su cosa sia reale e cosa no. Il padre di Merchelin è davvero un potente stregone, o le sue sono solo bugie per tenere prigioniere le figlie? E quei vuoti di memoria della protagonista?
Consigliato e perfetto per la prossima spooky season.

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DNF al 30%

ho ricevuto la traduzione di “Juniper & thorn” tramite netgalley ma purtroppo questo libro non fa per me. ho cercato di spingermi più avanti per vedere se il libro sarebbe stato più piacevole e interessante, il mio problema più grande però sta nella scrittura stessa dell’autrice. Ava Reid usa moltissime similitudini e metafore per esprimersi nella sua storia che, a mio parere, appesantiscono e rendono meno gradevole la storia. ho anche trovato poco piacevole la protagonista e il mondo fantastico in cui è ambientata la storia è stato difficile da capire, secondo me. mi dispiace molto abbandonare questa lettura perché avevo sentito tanto parlare di questa autrice e anche di questo libro. spero comunque che la mia recensione negativa non prevenga nessuno dal leggere questo libro! grazie netgalley per questa occasione.

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DNF (superata la metà ho mollato per la mia salute mentale).
Avevo parecchie aspettative, ma probabilmente non era il momento giusto per questo romanzo. O forse non lo sarà mai. Nonostante abbia particolarmente amato le vibes e alcuni personaggi secondari, non sono riuscita ad apprezzare la protagonista e la pomposità di certi momenti. Peccato!

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Voto effettivo: 3.5
La prima cosa che salta all'occhio è l'incredibile capacità narrativa di Ava Reid che, grazie allo stile di scrittura elegante ed evocativo, ti trascina dentro la storia e, anche quando sai che c'è qualcosa che non funziona ti obbliga a rimanere tra le pagine. Il problema principale del libro è che ha alcuni elementi che risultano ormai vetusti, come l'instalove e, soprattutto, la protagonista un po' troppo Mary Sue. L'ambientazione è stupenda, così come il recupero del folklore slavo ma anche del vittoriano inglese. È un libro volutamente lento, denso e appiccicoso, pieno di TW, che di sicuro farà storcere il naso a chi cerca solo un romantasy. Il finale è un po' caotico e affrettato.

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Parto ringraziando NeOn per l'arc, solitamente non scrivo recensioni online, ma mi limito a soliloqui ad amici e parenti.

Purtroppo, mi ritrovo a dover lasciare una brutta recensione per un libro con una bella copertina. All'inizio pensavo che il romanzo fosse fuori dal mio target, ma poi ho capito che era solo scritto e concepito male: pieno di ripetizioni su quanto la protagonista si senta perennemente inadatta, brutta ed inutile. E quando dico pieno intendo quasi una volta a paragrafo. Altre continue ripetizioni ci vengono poi regalate dalle continue crisi ormonali della nostra strega. Ogni personaggio è estremamente tossico, ma in modo distruttivo e non costruttivo.

Peccato perché l'ambientazione era molto interessante. Scrivere un romanzo gotico purtroppo non significa rendere i protagonisti miserabili senza alcuna ragione.

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La lettura è stata molto più pesante di quanto avevo inizialmente immaginato, specie per i vari trigger e/o content warning. Per fortuna la mia sensibilità riesce a sopportare temi anche molto pesanti trattati anche con una certa dose di dettagli. Inoltre, sapevo che il libro fosse un retelling, anche abbastanza horror e dark, della fiaba Il ginepro (che già di per sé non è esattamente la meno disturbante del circondario) e avevo già avuto un assaggio del tono del libro dall'estratto nel Libro dei Libri Ne/oN. Comunque, molte scene sono riuscite a farmi correre un brivido o due lungo la schiena, specialmente quelle legate a molestie e violenze sessuali.
Praticamente niente e nessuno rimane illeso, in questo testo: la stessa storia d'amore ha tratti disperati e relativamente poco sani (anche se si parla, senza dubbio, della relazione più sana ed equilibrata). Ed è in questa crescente aura distorta e marcia che i content e trigger warning diventano pesanti, probabilmente a prescindere dalla sensibilità di chi legge. Infatti nelle fiabe non è raro trovare questo tipo di contenuti disturbanti, ma di certo non tutti insieme e naturalmente non descritti con la stessa profondità che può dare un romanzo. In questo contesto, dove tutto viene permeato dall'atmosfera malsana che aleggia sulla casa di Marlinchen e sull'intera città di Oblya, anche il più piccolo dettaglio può diventare pesante come un macigno. E l'autrice sa gestire molto bene il tono della narrazione, senza mai far calare il senso di disagio e di disorientamento.
Ava Reid inoltre costruisce bene una trama che, pur potendo essere compresa abbastanza presto, sa tenersi alcuni colpi di scena e alcune svolte abbastanza inaspettate. Forse gli unici due difetti (che in realtà sono poi molto soggettivi), riguardano alcuni aspetti dei personaggi e lo stile di scrittura. Partendo da quest'ultimo, fa spesso riferimenti allo stile fiabesco, alle sue ripetizioni e ai suoi schemi narrativi, ma a volte diventa troppo pesante a causa di metafore e similitudini che sono presenti praticamente in ogni frase: forse un eccessivo uso dello Show dove un po' di Tell avrebbe agevolato la lettura, specie in sessioni relativamente lunghe. Uno stile con meno metafore avrebbe aiutato anche con la costruzione dei personaggi, e qui arriviamo al secondo "difetto": a volte non si capisce perché i personaggi agiscano in un modo o in un altro (o meglio, non è così facile intuirlo). In particolare riguardo la costruzione dei personaggi, non viene forse gestita troppo bene la crescita di Marlinchen, che sembra avvenire in maniera troppo frettolosa, specie per il fatto che per tutto il resto del volume la si veda pensare e comportarsi in altre maniere. Questi "difetti" non rovinano in realtà la lettura, che rimane piacevole e soddisfacente (a patto di essere la persona giusta per un testo del genere).

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La prosa di Ava Reid tesse la trama di una fiaba oscura e non adatta a tutti i lettori, ma chi osa attraversare le spine può trovare almeno un frammento di luce.
Juniper&Thorn è la storia di tre sorelle, tre streghe, tenute prigioniere in casa loro dal padre stregone. In una città che si sta aprendo alla modernità, loro restano lì, sospese tra pozioni e segreti. Ma una sera, di nascosto, decidono di fuggire e andare a teatro. Lì la sorella minore, Marlinchen, voce narrante del romanzo, vede per la prima volta un ballerino e se ne innamora.
La trama è piuttosto lineare e senza particolari colpi di scena (l’ultima rivelazione è piuttosto prevedibile), ma questo libro si fa leggere e si fa amare per altri motivi.
Innanzitutto lo stile dell’autrice, che avevo già apprezzato con A study in drowning e che qui mostra tutta la sua potenza, la profondità, la capacità di dare voce, con parole mai banali, a immagini di tragica e sconvolgente bellezza, alle fantasie più sconcertanti e macabre.
È un libro che si inoltra in luoghi molto bui con la sicurezza e la sincerità di chi, forse, conosce la strada. Per questo non è per tutti: disturbi alimentari, legami famigliari morbosi, violenza sono solo alcuni temi raccontati con limpida brutalità, come fa lo specchio nascosto al terzo piano della casa dello stregone, che mostra solo ciò che è vero. Perché questo romanzo, se vogliamo interpretarlo così, racconta, tramite il filtro magico della fiaba, che certe famiglie possono diventare gabbie (l’immagine non è casuale), quanto è sottile il confine tra l’umano e il mostruoso, quanto il luogo che dovrebbe nutrirci (il cibo è centrale nel romanzo), invece, ci può avvelenare.
Ma come insegnano le fiabe, anche dalla foresta più buia, forse, si può uscire.

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Una storia per gli appassionati di fantasy con un world building ben costruito e personaggi che si muovono tra magia e potere. In questo contesto troviamo tre sorelle sotto il controllo di un padre padrone al quale ciascuna tenta a suo modo di sfuggire. Protagonista assoluta é la sorella minore, meno appariscente per aspetto fisico e carattere, ma l'unica in grado di sfidare il destino per difendere il suo amore. Non mancano in questa storia le emozioni del romance nè l'atmosfera intrigante del giallo che ci porta alla ricerca anche di un misterioso assassino che poi tanto misterioso non sarà.
Nella seconda parte del volume, però, a mio avviso, la lettura diventa più faticosa e la storia meno coinvolgente: l'autrice indugia a lungo in passaggi che vanno dall'horror allo splatter e sembra soffermarsi in passaggi e dettagli che rallentano il ritmo della narrazione. Questa la ragione della mia valutazione.
Ringrazio l'editore per avermi consentito di leggere questo eARC e lasciare questa libera recensione da lettrice.

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3,5 stelle.

Ho amato l'ambientazione e lo stile di questo libro con tutti i riferimenti al folklore slavo, e penso che sia una lettura perfetta per il periodo autunnale.

Il libro nasce come retelling della fiaba "The Juniper Tree" dei fratelli Grimm, che personalmente non conoscevo e sono andata a leggere solamente dopo la fine del libro per andarne a cogliere i riferimenti.
Marlinchen è le sue due sorelle maggiori sono le ultime streghe di Oblya, costrette a vivere con un padre abusivo e misogino che le rinchiude in casa con la scusa di proteggerle da un mondo esterno che sta cambiando. Nel tentativo di evadere da queste costrizioni Marlinchen scoprirà un mondo che non si aspettava , farà la conoscenza del primo ballerino del teatro di Oblya e scoprirà che un mostro si aggira per le strade della città..

Ho apprezzato in particolar modo lo sviluppo del personaggio di Marlinchen e i toni crudi della narrazione che catturano il lettore e lo fanno partecipe di quanto sta accadendo.
Consiglio caldamente di leggere i trigger warning.

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Da amante del gotico e dei romantasy avevo davvero grandi aspettative verso questo libro. Purtroppo mi dispiace ammettere di essere rimasta profondamente delusa.
Ho avuto più volte la tentazione di abbandonare la lettura ma, alla fine, con grande sforzo, sono riuscita a finire il libro.
Mi dispiace ma non riesco a salvare davvero nulla di questo libro.
Il worldbuilding è inesistente. Il sistema magico è raffazzonato e molto confusionario. Lo stile è talmente artificioso da risultare irritante.
I personaggi sono tutti estremamente piatti e più andavo avanti con la lettura e più perdevo qualunque interesse.
La protagonista non fa altro che lamentarsi di quanto lei sia insignificante rispetto alle sue sorelle e non si ribella mai per cercare di migliorare la sua condizione.
La storia d'amore tra i due protagonisti è ridicola.
Il finale non ha davvero alcun senso.
Davvero un grande peccato.
Comunque, come sempre, ringrazio tantissimo Ne/oN per avermi dato la possibilità di leggere in anteprima questa eARC.

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Non accetto critiche negative per questo piccolo capolavoro gotici horror con cui Ava Reid ci ha deliziato: così distante dal suo best seller A Study in drowning ma così crudo da risultare perfetto: non è un libro facile da amare. E' un libro inca*zato: col patriarcato, con i dogmi sociali, con le regole e con la famiglia. Non c'è spazio per sentimenti dolci in Juniper & Thorn, ogni cosa è amplificata al mille per mille, ogni sentimento inciso nella pelle fino. farla sanguinare e l'unica via d'uscita è la morte o la vendetta. Non è un libro per tutti e la storia di Marlinchen non è la più digeribile: un retelling dai toni fiabesco narrato con lo scopo di disgustare il lettore, e ci riesce in maniera egregia.

Vi invito a leggere i TW/CW.

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Trama/Plot ⭐
Personaggi/Characters ⭐
Stile/Style ⭐
Spicy 0,5

ARC ricevuta su Netgalley dalla Ne/oN Edizioni. Solo due stelle, non posso dire che mi sia piaciuto. Se cercate un fantasy o un romance, non leggete questo libro. Non lo è. L'ho trovato un insieme di temi pesanti concentrati in una trama che vorrebbe essere romantasy: disturbi alimentari, coercizione psicologica e fisica, sfruttamento sessuale, pedofilia, manipolazioni, genitori e famiglie tossiche, addirittura cannibalismo...il tutto raccontato con uno stile che non ho apprezzato, l'ho trovato un po' soporifero e pesante, soprattutto i dialoghi, quasi mai adatti alla tipologia di personaggio che li pronuncia. Non lo consiglio assolutamente...avevo intenzione di leggere altri libri di Ava Reid, ma ora...boh!
***
This is an ARC received on Netgalley from Ne/oN Edizioni. Only two stars, I can't say I liked it a lot. If you're looking for a fantasy or a romance novel, do not read this book. This is not what you're looking for. I found it a mix of heavy themes, concentrated in a plot that'd like to romantasy: eating disorders, psychological and physical coercion, sexual exploitation, pedophilia, manipulation, toxic parents and families, even cannibalism... all told in a style that I didn't appreciate, I found it a bit soporific and heavy, especially the dialogues, almost never suitable for the type of character who pronounces them. I absolutely don't recommend it... I was planning on reading other books by Ava Reid, but now... I don't know!

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Cosa dire se non "che gran peccato"? "Juniper&thorn" mi aveva incuriosita tantissimo con la sua premessa, e i primi due capitoli letti nel "Libro dei libri di Ne/oN" mi avevano convinta a richiedere l'eARC. Purtroppo però, il libro non si è dimostrato all'altezza delle mie aspettative e ho fatto una fatica tremenda a portarlo a termine. La cosa che mi ha fatta andare avanti nella lettura è stato lo stile poetico ed evocativo dell'autrice, che però ammetto a lungo andare mi è risultato essere un po' pesante. Passaggi e descrizioni ripetitivi fino alla nausea (che la protagonista sia insignificante e brutta è stato detto?), un innamoramento lampo che mi ha fatto alzare gli occhi al cielo più di una volta, una storia che nei primi due terzi di libro stenta a decollare, e che nel finale, al contrario, ho trovato frettolosa. Per il mio gusto personale, il libro si merita 3 stelline scarse, non arrivando alla sufficienza e lasciandomi in bocca un gusto amaro come il succo di ginepro. Peccato! Grazie comunque a Ne/oN per avermi dato la possibilità di leggerlo in anteprima <3

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Una fiaba per adulti.
Un racconto dai tratti gotici e richiami horror, pieno di trigger warning.
Non ho letto il primo libro dell’autrice,A Study in Drowning, per cui non sapevo cosa aspettarmi.
E devo dire di essere rimasta piacevolmente stupita.

Marlinchen è una delle ultime streghe della città di Oblya
Insieme alle sue sorelle, sono prigioniere del padre, che le rilega nella gabbia dorata della loro casa, non facendo mancare nulla alle tre, se non la libertà.
Un racconto grottesco, dove il romanticismo fa da sfondo agli orrori che i figli ricevono da parte dei padri o tutori.
Si parla infatti di abusi, sia fisici che verbali, Marlinchen e Sevas hanno questo in comune. Entrambi sognano l’indipendenza ed allontanarsi il più possibile dai mostri che li amano in modo distorto e malato.

La protagonista che tanto ama le fiabe, e su cui basa la sua vita non si accorge di farne parte lei stessa, la cieca dedizione e sottomissione al padre e alle sorelle non le permettono di vedere il mostro che vive a fianco a lei.
Forse risulta a tratti banale la storia, lei che si innamora follemente delprimio essere una o di sesso maschile che incontra durante la sua prima escursione notturna insieme alle sorelle..
Però per me non è un elemento negativo, perché la storia d’amore ed il romanticismo sono solo la cornice di questa storia.

Lo stile di scrittura ricorda vagamente quello delle fiabe, rendendoci la lettura quasi onirica, io lo ho letteralmente divorato, ero preda di quella fame di parole, come se la maledizione del padre di Marlinchen avesse colpito anche me.
Per me l’autrice è stata bravissima ad inserire questi temi così forti, crudeli e violenti in una storia scorrevole ed agghiacciante.

I personaggi sono resi divinamente, ognuno caratterizzato alla perfezione, anche i due protagonisti non sono i classici eroi luminosi delle storie, ma portano dentro di loro molte ombre, crudeltà e cattiveria.
Marlinchen così fragile ed impaurita all’inizio, ha paura della sua stessa ombra ed ha fantasie autolesioniste.
Le sorelle Rose ed Undine, bellissime e spietate.
Il padre..lasciamo stare..
Non vi sono eroi in questa storia, se vuoi salvarti devi farlo da solo.

Note negative?
Ovviamente non è perfetto, spesso i dialoghi si ripetono, soprattutto le interazioni tra Marlinchen e Sevas, li ho trovati alquanto piatti ed un filo banali.
Inoltre la nostra protagonista impiega veramente tanto tanto tempo a trovare il coraggio di reagire, ma soprattutto di aprire gli occhi e vere la verità che è sempre stata davanti ai suoi occhi.


E’ stata veramente una scoperta questo romanzo, sono veramente felice di aver potuto ricevere la copia #arc attraverso la piattaforma #netgalley
Sicuramente quando la CE pubblicherà la copia cartacea lo comprerò sicuramente.
Quindi state pronti anche voi a leggere questa meraviglia!!

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