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Juniper e Thorn é il primo romanzo che leggo di questa autrice. Non sapevo cosa aspettarmi ma ho adorato tantissimo le atmosfere cupe di tutta la storia, cosi come la penna dell'autrice.
In poche semplice parole fa percepire perfettamente l'acredine purulenta del padre per la città e le tre sorelle sono non di meno ben caratterizzate e differenti.
Marlinchen ci racconta i fatti in maniera cruenta e diretta, senza abbellire e favolizzare nulla della sua vita e questo porta il lettore in uno stato di perenne bilico e trepidazione, fino alla fine del romanzo.
I temi trattati sono abbastanza delicati e disturbanti, ma esposti secondo me in davvero sapiente. Lo consiglio sicuramente agli amanti dell'horror e del gotico/weird. Un autoconclusivo perfetto per la spooky season.
Ringrazio Ne/On e Netgalley per avermi dato l’opportunità di leggere questo libro.
Purtroppo Juniper & Thorn, per me, è stata una lettura molto sofferta per diversi aspetti:
- Il primo è sicuramente la protagonista e i suoi continui lamenti. Inizialmente sono comprensibili per la caratterizzazione del personaggio, anzi li ho trovati utili per capire meglio il divario tra lei e le due sorelle ma, poi, diventa un continuo ripetersi di quanto sia insignificante e brutta e poco intelligente, trasformandosi in una continua interruzione della narrazione.
- Il secondo punto è proprio la narrazione lenta. Il problema di questa narrazione non è che non succede effettivamente nulla, anzi sullo sfondo ci sono tanti piccoli episodi che fanno capire che, alla fine, ci sarà uno scontro, ma il mancato focus su di essi. Non so è la scrittura dell’autrice o questo libro in particolare, ma ho trovato fin troppe descrizioni di elementi futili alla storia e le loro continue ripetizioni. Quando viene descritta la stessa fantasia disturbante e cruenta di Marlinchen per la terza volta nel giro di pochi capitoli, ero tentata di chiudere tutto e abbandonare il libro.
- Per questo suo ritmo frammentato dalle descrizioni, non ho percepito il crescendo di ansia e anticipazione che dovrebbe scaturire nello scontro finale, il quale mi è sembrato troppo frettoloso e confusionario, risolto in un unico capitolo.
Tuttavia, se c’è un elemento che mi è rimasto impresso, è lo stile di scrittura di Ava Reid e il suo modo di rendere palpabile la magia di cui scrive. Per questo motivo penso proverò a darle un’altra possibilità leggendo anche gli altri suoi libri.
Ringrazio Netgalley e la casa editrice per avermi fornito questo arc gratuito in cambio di una recensione onesta.
Conoscevo già questo libro in quanto l'avevo letto tempo fa in inglese.
Ho apprezzato molto la traduzione, l'ho trovata scorrevole e piacevole.
Molto probabilmente comprerò il cartaceo.
Prima di tutto, ringrazio NetGalley e Ne/oN per l’ARC.
Juniper & Thorn di Ava Reid è un retelling fantasy con ambientazioni dark e gotiche, il tutto accompagnato da un folklore ispirato all'Europa dell’est.
È il primo libro che leggo di questa autrice, ma non sarà sicuramente l’ultimo.
Non è certamente una lettura leggera; il libro tratta di diverse tematiche importanti, tra cui abuso sessuale ( non tra la protagonista e l’interesse amoroso ), abuso emotivo da parte di familiari e disturbi alimentari.
Consiglio dunque caldamente di controllare la lista dei trigger warnings prima d’intraprendere la lettura di quest’opera.
Ho apprezzato molto Marlinchen come protagonista, così come la sua relazione con Sevastyan, anche se non sono una grande fan dell’insta love.
In ogni caso, per quanto presente, la relazione tra i due personaggi non è, a mio parere, il fulcro dell’opera.
Inoltre, avrei forse preferito un finale diverso, in quanto l’ho trovato un po’ frettoloso, soprattutto se si tiene in considerazione la rivelazione finale.
Juniper & Thorns di Ava Reid è una favola oscura, gotica e profondamente inquietante che ti avvolge come una nebbia densa, tra i suoi personaggi ambigui e le atmosfere soffocanti. Il romanzo esplora temi come il potere, il desiderio e l'oppressione, immergendoci in un mondo che sembra antico e allo stesso tempo straordinariamente moderno, con toni che riflettono la tensione tra tradizione e innovazione.
La protagonista, Marlinchen, è la più giovane delle tre figlie di un potente mago. La sua lotta per liberarsi dalle catene imposte dal padre tirannico e dalla società patriarcale in cui vive è il cuore pulsante della storia. È un personaggio incredibilmente complesso, fragile, ma piena di una forza interiore che cresce man mano che affronta le sue paure. Reid dipinge il suo sviluppo in modo sfumato, esplorando i suoi sentimenti di vergogna, desiderio e libertà negata. Personalmente, mi è piaciuta molto la sua vulnerabilità, il modo in cui si sente intrappolata, ma anche come cresce in coraggio, pur rimanendo imperfetta.
Uno degli aspetti che mi ha colpito di più è l'uso del corpo e della sensualità. Reid non ha paura di esplorare la fisicità dei suoi personaggi in maniera brutale, quasi disturbante, ma c'è anche qualcosa di ipnotico e seducente in questo. È una sensualità oscura che riflette il desiderio di Marlinchen di vivere ed esprimere se stessa in un mondo che la reprime costantemente.
Il romanzo, inoltre, è intriso di magia, ma non la magia brillante e speranzosa a cui potresti essere abituata. Qui, la magia è una forza quasi malevola, ambigua, che spesso causa più dolore che sollievo. Mi ha ricordato un po' le atmosfere delle fiabe originali dei Grimm, dove c'è sempre un prezzo da pagare.
Non è una lettura leggera, e spesso mi sono ritrovata a mettere giù il libro per riflettere sui temi trattati: la violenza, il trauma generazionale, l’oppressione delle donne. La scrittura di Ava Reid è viscerale, a tratti poetica, e mi ha affascinata soprattutto per la sua capacità di creare un mondo così profondamente vivido, in cui ogni dettaglio sembra trasudare oscurità.
In conclusione: Juniper & Thorns è una lettura perfetta per chi ama le storie gotiche e oscure, con personaggi complessi e una narrazione che scava nelle profondità dell’animo umano. Mi è rimasto impresso proprio per il suo coraggio nel raccontare una storia che non si piega ai canoni più classici del fantasy, ma che osa essere cruda e disturbante. Se ti senti pronta per un viaggio in un mondo fatto di ombre e luci soffuse, questo libro ti lascerà il segno.
Voglio ringraziare NE/ON libri per la disponibilità e pr avermi permesso di leggerlo in anteprima
Mi piacciono i retelling fatti bene. Mi piacciono le storie dark, gotiche, macabre e weird. Mi piacciono le fiabe e le favole. E questo è un libro che prende ispirazione da una storia dei fratelli Grimm ("Il ginepro") scritto benissimo.
Marlinchen, Rosenrot e Undine sono tre sorelle streghe che vivono (e vengono sfruttate per soldi) col padre, unico stregone rimasto nella loro città dopo che ha eliminato la concorrenza (uscendone maledetto: è sempre affamato e mai felice, né prova affetto per nessuno). Marlinchen è la sua figlia minore, la più sottomessa e la meno bella. Il suo potere consiste nell'avere visioni del futuro delle persone toccandone la carne. Ciò la porta ad avere purtroppo esperienze pessime. Sevastyan è un ballerino dotato ma pieno di vizi, e dopo un incontro casuale con Marlinchen, fra di loro si instaura un rapporto sempre più intenso.
La storia è complessa, piena di sorprese e affronta argomenti molto tosti (violenze fisiche e psicologiche anche su minorenni, omicidio, cannibalismo) e durante tutto il testo si prova una sensazione di disagio e brutti presentimenti su alcuni personaggi. Il genere horror gotico è perfettamente rappresentato, la scrittura è scorrevole e la caratterizzazione dei personaggi non è scontata ma originale (non ci si trova davanti a figure piatte o stereotipate, e anche quelle che lo sembrano poi rivelano sfaccettature nascoste lungo la trama).
I riferimenti alla storia originale dei Grimm sono solo pochi e lievi, ma ben selezionati perché si capisce bene (se si conosce l'originale) che l'ispirazione viene da quella fiaba.
Mi sono piaciute moltissimo le varie creature magiche che vengono descritte nel testo e che si incrociano più volte durante la storia, alcune le ho trovate a loro modo tenere e altre inquietanti (e a buona ragione, viste alcune cose che si svelano verso la fine).
Insomma, consiglio di leggere questo autoconclusivo? Sì, moltissimo. Ma dovete essere pronti ad affrontare certi argomenti, perché le scene non sono lasciate all'immaginazione, e le descrizioni sono dirette e crude, disturbanti.
Tinte gotiche e horror dominano questo retelling ispirato alla fiaba 𝘐𝘭 𝘎𝘪𝘯𝘦𝘱𝘳𝘰 dei fratelli Grimm. Se avete familiarità con i loro racconti saprete che in realtà non sono così “felici”. 𝐉𝐮𝐧𝐢𝐩𝐞𝐫 & 𝐓𝐡𝐨𝐫𝐧 si presenta proprio in questo modo macabro, ricco di vi0l*nza e scene raccapriccianti che sì, fanno proprio ribrezzo, ma anche arrabbiare - tra queste pagine c’è tanta, tanta rabbia verso la società, la famiglia, il patriarcato. Insomma, non è una lettura da iniziare a cuor leggero, ma sapendolo lo si può apprezzare!
🕯️Si tratta di un romanzo che dal fantasy sfocia nell’horror, si ispira al folklore dell’Europa dell’Est, (con riferimenti all’Ucraina e alla Russia e alla Bibbia).
Un’ambientazione davvero affascinante, gotica e misteriosa, scritta vividamente. A mio parere lo stile di Ava Reid si riconferma poetico ed elegante ma tagliente nel portare in vita una fiaba dalle tinte horror. Questa primavera avevo letto A study in drowning e già mi aveva conquistata (letteralmente tutto - personaggi, trama, ambientazione, scrittura), qui inevitabilmente l’esperienza di lettura è diversa, i temi forti sono affrontati in modo più crudo.
» Ad Oblya, dove la magia sta lasciando posto all’industria, le uniche streghe rimaste sono Marlinchen, le sue sorelle e il padre dispotico, x3nof0bo e m*s0gino che le tiene segregate in casa. Durante una fuga in città, le streghe si imbattono nel primo ballerino, ma la strada per spezzare il legame con il padre (e con la maledizione che gli grava) è piena di mostri e insidie.
La trama è piuttosto lineare, ricca di descrizioni e senza troppi di scena - la mia attenzione era perlopiù rivolta a quella sensazione di angoscia per quanto descritto. I personaggi sono sfaccettati, le loro scelte sono difficili da comprendere e si può provare solo dispiacere per loro, a livello emotivo sono riusciti a coinvolgermi poco (forse perché temevo anche un finale tragico). La protagonista è un personaggio singolare, il trauma in lei è palpabile, la sua psicologia non si presenta come qualcosa di “coerente” ma rispecchia la sua fragilità, l’ab*so vissuto.
🫀Il difficile è stato affrontare l’angoscia che si respira in queste pagine e tutte le scene di vi0l3nza descritte; alcune le ho trovate funzionali, altre decisamente più superflue. Ritengo fondamentale informarsi sui trigger warnings perché possono sicuramente disturbare anche il lettore meno impressionabile.
Per me sono 3.5 ⭐️
La cosa che più mi è rimasta impressa di questo libro è il suo corso, come le onde del mare. Leggendo ho avuto la sensazione che Marlinchen facesse progressi nella sua situazione, e poi regredisse, e poi facesse progressi maggiori per regredire di nuovo, e via così fino a quando, finalmente, è riuscita a liberarsi della se stessa del passato e a uscire dalla situazione di abuso in cui è cresciuta. Per questa struttura penso che J&T sia uno dei libri più sinceri che esistano: liberarsi da catene in cui altri ci avvolgono e che noi assorbiamo non è un processo lineare, è una successione di ribellioni e ricadute - più faticoso che se fosse un crescendo costante, ma dimostra solo la grande forza d'animo della protagonista.
Penso anche alle insicurezze di M. Non c'è il cliché "ragazza brutta amata da ragazzo bello" perché le uniche persone che dicessero a Marlinchen che fosse stupida e insignificante erano il padre e le sorelle (ovvero le stesse persone che la usavano, si approfittavano di lei in modi vari e impensabili, e avevano bisogno che lei rimanesse mentalmente soggiogata a loro per la loro stessa comodità), e che Sevas sia attratto da lei - veramente attratto, non conforta le insicurezze di M. per soggiogarla a sua volta ma si desiderano con uguale intensità e violenza - è semplicemente un punto di vista diverso. Non "cura" M, ma si prendono cura l'uno dell'altra nonostante e specialmente a riguardo dei rispettivi traumi.
È un libro oscuro, per i temi che contiene e per come li affronta - con semplicità.
Mi ha sorpresa a ogni svolta, unica eccezione la scoperta del mostro-Marlinchen: lì gli indizi al lettore anticipano quello che lei scoprirà solo dopo.
Lo rileggerò assolutamente, penso che lo apprezzerei ancora di più.
Si preannuncia come il retelling del ginepro, una fiaba dei fratelli grimm, anche se a dire la verità l'unica cosa che ha in comune è il fatto che sia presente un albero di ginepro, una donna che si trasforma in un uccello e l'ambientazione cupa delle fiabe dei grimm (niente a che fare con la trasposizione più allegra dei film disney).
Quindi, se vi piacciono le cose un po' macabre, intrise nella nebbia e composta solo da personaggi grigi.
Ma non è solo questa l'ambientazione presente nel libro, infatti c'è una forte permeanza del folkrore ucraino (e sebbene magari all'inizio potessi pensare che fosse in generale più slavo, ammetto che ci sono stati più punti che mi hanno fatto pensare che si concentri più su quello ucraino - a partire dai varenichi - anche se non so se ciò sia voluto oppure no) e devo ammettere ciò che mi ha fatto molto contenta (insomma queste sono le mie origini).
Devo ammettere che il libro non mi ha convinto del tutto. Sebbene la trama di base e l'ambientazione mi hanno ispirato molto, tutto quello che è successo mi ha lasciata perplessa. Partendo dai poteri delle sorelle e dalla loro magia che in realtà non mi è sembrato che avessero qualche importanza nella narrazione e che mi aspettavo avessero più rilevanza.
Secondo, tutti e Merlichen stessa dice più volte nel corso del libro di non essere bella, ma poi va a finire con il ballerino più bello del teatro che la vuole disperatamente come se gli fosse capitato un colpo di fulmine. E non sto qui a dire che non sia impossibile che una persona "brutta" possa far innamorare di se un'altra persona più bella, ma che in questo libro la parte romantica mi è sembrata studiata al massimo tant'è che non mi ha dato nessuna emozione o speranza nel vederli insieme.
Tre, la storia del "mostro". Viene tirata in ballo si o no tre volte senza far capire bene o far realizzare poi ciò che accade alla fine, lasciandomi in realtà abbastanza neutrale e senza un "OMMIODDIO CHE COSA È SUCCESSO".
Un retelling assolutamente terrificante, ma realizzato con cura e colmo di contorta speranza.
Partirò con la parte ovvia, questo libro mi è piaciuto molto. Lo stile di scrittura di Ava Reid mi ha incantato, così come aveva fatto con “A study in Drowning”. Le vibes fiabesche ma estremamente oscure sono riuscite ad avvolgermi ancora parola dopo parola. E’ una scrittrice che mi appassiona evidentemente.
Nonostante ciò mi ritrovo costretta a dire che non solo si tratta di un retelling dark, ma anche molto esplicito e raccapricciante. Prima di buttarvi in questa lettura, leggete bene i Trigger Warning poiché Ava Reid questa volta non è andata leggera con i contenuti. Not gonna lie, mi sono dovuta fermare un paio di volte durante la lettura per digerire bene alcune scene.
Tra le tematiche trattate troviamo cannibalismo, tortura, abusi (sia su protagonisti maschili che femminili) psicologici e fisici, xenofobia, bulimia, autolesionismo e morte di animali. E nessuna di queste viene trattata con leggerezza. Insomma, leggete con consapevolezza che non state entrando in una semplice lettura fiabesca.
Prima di partire con l’analisi vera e propria mi permetto di dire di aver trovato piccoli refusi nel testo. Esempio, nel capitolo sei, ci viene descritto come il padre si sposa in salotto (“Papà si era sposato in salotto”) probabilmente inteso come spostato in salotto. Poi nel capitolo sette “Niko” diventa “Nike” solamente per una frase. Non avendo letto il testo inglese, non posso essere sicura siano errori, ma dal contesto parrebbero proprio piccoli refusi.
Detto questo, una delle prime cose di cui voglio parlare è la fiaba da cui sarebbe ispirato: Il Ginepro dei fratelli Grimm. Con essa il libro della Reid ha poco in comune, se non il nome della protagonista, l’albero di ginepro stesso, il cannibalismo e qualche dettaglio (vedi la figura della madre vista solo come buona e morta o viva e crudele). E come sarebbe potuto uscire un romanzo ispirato a questa tremenda fiaba, se non crudo e malvagiamente peccaminoso?
Una maledizione raccapricciante, un mostro dall’appetito insaziabile e la città che ne è tormentata.
La storia si svolge intorno alla figura di Marlinchen Vashchenko e alle sue due sorelle, Undine e Rosenrot. Tutte e tre streghe, figlie del grande stregone Zmiy, nonché ultimo rimasto ad Oblya. Il padre, maledetto e costantemente affamato, geloso delle sue tre figlie, impedisce loro qualsiasi contatto al di fuori della propria casa e che non sia stato da lui approvato. Marlinchen è la più giovane delle tre e, come ci viene ricordato per tutto il romanzo (forse troppo spesso?) anche quella insignificante. Obbediente, remissiva, la figlia perfetta per Zmiy, che non si aspetterebbe da lei mai nulla di crudele. Una sera però, le sorelle maggiori la convincono a visitare Oblya di nascosto e, giunte a tetro, rimane folgorata da Sevastyan, primo ballerino. Da quel momento tutto pare rovinosamente cambiare.
La trama di per sé è interessante, con piccoli riferimenti durante lo svolgimento della stessa al mostro che infesta la città, uccidendo di tanto in tanto gli uomini e asportandone cuore, fegato. La parte horror è descitta alla perfezione per i miei gusti e permane per tutto il romanzo.
I personaggi li ho trovati complicati, ognuno con uno o più traumi a distinguerli, ma al contempo forse un po’ appiattiti. A parte Marlinchen, la nostra protagonista, spesso gli altri risultano forse troppo in secondo piano, non dandoci la possibilità di capirli davvero sino in fondo. Eppure non concordo con si riferisce ad Undine e Rose come solo belle e intelligenti. Ci vengono descritte così dalla stessa Marlinchen, ma attraverso le loro azioni e le loro parole sono riuscita a scorgere qualcosa in più rispetto alla semplice apparenza. Zmiy e Sevas sono forse due dei personaggi un po’ più articolati. Mi sentivo male io stessa ogni qual volta lo stregone entrava in scena o quando gli abusi di Sevastyan venivano allo scoperto. Tutti i personaggi sono infusi di difetti e, nonostante il carattere magico, di estrema normalità e umanità. E’ forse questo che più di tutto può infastidire nella lettura del romanzo?
Per quanto riguarda poi la storia d’amore, si può dire che sia sostanzialmente un istant love tra i due protagonisti e visto la natura fiabesca del libro l’ho trovato appropriato. Ho visto critiche verso questo amore (che, va ricordato, NON è il fulcro del romanzo) che parlano di come Sevas abbia ricevuto delicate e buone attenzioni una volta sola e questo sia bastato per lui per innamorarsi. E lo stesso vale per Marlinchen. E’ vero, ma non è forse attraverso i traumi dei due che riescono a legare? Non credo sia una scelta banale questa. Non entro nei particolari perché non voglio spoilerare niente.
La magia, le creature magiche e i mostri li ho trovati interessanti. Il potere della carne di Marlinchen, le arti divinatorie e quelle legate alle erbe sono tutte molto ben diversificate e, a mio parere, rispecchiano bene l’animo di chi le possiede. Le creature magiche, a tratti disturbanti a tratti molto cute mi sono piaciute. Forse forse giusto i poteri di Zmiy non sono riuscita bene e a comprendere, ma va bene così.
La fine l’ho percepita forse un po’ troppo affrettata per i miei gusti, mi ha lasciato qualche domanda in sospeso. Una delle poche critiche a questo libro dal mio punto di vista.
Ho adorato la contrapposizione tra vita, trasformazione e morte. Il fulcro del romanzo è sicuramente la libertà e il percorso attraverso cui i nostri protagonisti devono cercare di raggiungerla. Per quanto diversificate le loro strade siano c’è una cosa che li accomuna tutti: la trasformazione. Diventare qualcosa di diverso, evolversi per poter fuggire. Ed è proprio quello che Marlinchen ha il terrore di fare per tutto il romanzo e l’unico motivo per cui si trova intrappolata in una vita che non desidera.
Insomma, un libro intenso sotto ogni punto di vista. Decisamente non una lettura facile.
Per me ad ogni modo sono 5 ✮
Ringrazio ancora Ne/oN per aver avuto la possibilità di leggerlo in anteprima!
Innanzitutto ringrazio Ne/oN libri che mi ha permesso di leggere in anteprima anche se non sono esattamente una bookstagtammer o comunque conosciuta nella comunità online: dare questa possibilità ai lettori è davvero una cosa rivoluzionaria e sono felice di aver potuto prendervi parte.
Che dire di questo nuovo libro di Ava Reid? La scrittura scorre pura anche nella traduzione italiana, ottimo lavoro, e l’incanto è sempre lo stesso di ogni suo libro. La materia però questa volta mi è risultata un po’ ostica, troppo “fiabesca”, che è poi proprio quello che era nelle intenzioni dell’autrice, e in questo Reid c’entra sicuramente il suo bersaglio. Ha in qualche punto le vibes de “L’ immortale” di Valente e forse in questo mi sono arenata.
Il primo è il secondo atto mi sono parsi forse troppo lunghi e la risoluzione arriva quasi a ciel sereno, se non per piccoli accenni che pure si colgono come tali ma che forse non hanno il peso giusto per “esplodere” davvero nel finale. Vero che anche le fiabe hanno a volte questo andamento ma avrei preferito forse meno archetipi nei personaggi e più approfondimento delle dinamiche familiari e non.
Grazie ancora a Ne/oN per l’opportunità!
Ieri sera sono finalmente riuscita a finire di leggere “Juniper & Thorn” di Ava Reid. È stato un libro che all’inizio non sembrava starmi prendendo troppo, ma che alla fine non mi è dispiaciuto affatto. Io l’ho letto in anteprima grazie all’ARC gentilmente messa a disposizione da Ne/oN Libri, che ringrazio tantissimo, ma troverete questo titolo in tutte le librerie e online a partire dal 23 ottobre. 🖤 (Trovate la recensione completa sulla mia pagina instagram, moonrosebooks)
“Juniper & Thorn” è un libro fantasy dalle ambientazioni gotiche e toni decisamente dark. Affronta tematiche per niente leggere, infatti è PIENO di trigger warning (che vi consiglio vivamente di andare a cercare prima di addentrarvi tra le sue pagine). Una lettura sicuramente non per tutti, soprattutto se siete sensibili a scene molto grafiche di body horror e gore. Il romanzo è ispirato a una delle fiabe più crude scritte dai fratelli Grimm, “Il ginepro”. La storia, nonostante inizialmente ci abbia messo un po’ a prendermi, alla fine non mi è dispiaciuta affatto e l’ho trovata interessante, soprattutto la seconda metà del romanzo, quando il mistero presente all’interno del racconto ha iniziato ad essere un po’ più presente. Si parla non solo di streghe e stregoni (nonostante la magia non sia chissà quanto presente in realtà), ma tratta anche di molti argomenti delicati e attuali: parla di abusi (fisici, psicologici e sess*ali), disturbi alimentari, percezione negativa di sé e del prorio aspetto, ambienti famigliari tossici e molto altro. Ava Reid ha inserito tante tematiche differenti all’interno di questo libro, probabilmente con il fine di criticare la società e sensibilizzare. Durante la lettura ho provato una costante sensazione di inquietudine e disagio, ma visto il genere immagino fosse proprio questo che voleva farci provare l’autrice addentrandoci in queste pagine. ho dato a questo libro un voto di 3.5 ⭐️. Nel complesso mi è piaciuto nonostante non sia un libro per tutti: una storia particolare, perfetta per il periodo spooky e autunnale, e con tematiche difficili da digerire. Lo consiglio, ma davvero, state molto attentə ai trigger warning perché ce ne sono parecchi e per niente leggeri.
Liberamente ispirato a “Il ginepro” dei fratelli Grimm, questo romanzo è in tutto e per tutto una fiaba, seppur cruda, disturbante e quasi ‘malata’, e come ogni fiaba che si rispetti nasconde molto più di quanto possa sembrare.
Dietro streghe potenti, mostri misteriosi e maledizioni impossibili da spezzare si cela qualcosa di reale e terribilmente concreto, qualcosa di così terribile da dover essere raccontato attraverso il linguaggio universale delle fiabe per poter essere compreso davvero.
A infestare queste pagine non c’è alcuna creatura sovrannaturale, ma solo un padre padrone che usa la propria magia come un’arma e divora tutto ciò che lo circonda, comprese le sue stesse figlie. Gli entra nelle vene come un veleno incurabile e le corrompe dall’interno, rovinando tutto ciò che sono e che avrebbero potuto essere. Le rinchiude in una gabbia e gli insegna a chiamarla casa, per potersi nutrire di loro in pace e trasformare i loro resti in serve perfette create a sua immagine e somiglianza.
Eppure anche nella loro prigione insanguinata, queste ragazze spezzate cercano il modo di riappropriarsi di pezzetti di sé, ognuna a modo loro.
Tra tutte, è Marlinchen a fare più fatica a liberarsi dagli incantesimi intossicanti in cui è cresciuta.
Lei che non ha mai imparato a vedere il proprio valore, che ha sempre tentato di essere una brava bambina e una figlia rispettosa, che si è annullata al punto da non riconoscere il proprio riflesso, non ha la forza di riconoscere l’orrore in cui è imprigionata. E come potrebbe? Non ha mai conosciuto altro, e per sopravvivere è stata costretta, quasi senza nemmeno rendersene conto, a diventare l'ombra di sé stessa.
Almeno fino a quando non incontra gli occhi di Sevas, un ragazzo spezzato che ha dovuto imparare a nascondere le proprie cicatrici sotto un’armatura.
Le loro gabbie sono diverse, ma le loro ferite estremamente simili, e riconoscere lo stesso indescrivibile doloro l’una nel volto dell’altro è il primo passo verso una terribile consapevolezza.
L’ingenuo amore che fiorisce tra questi due ragazzi feriti non è altro che posto sicuro in cui guardarsi alla specchio e rendersi conto degli orrori da cui avrebbero dovuto essere protetti e che invece li hanno marchiati per sempre, riducendoli a spettri di loro stessi.
E questa consapevolezza è l’unico incantesimo in grado si spezzare la maledizione a cui sembrano essere destinati, la sola arma capace di dargli la forza di riscrivere la propria storia e scegliere per se stessi un finale diverso.
La penna di Ava Reid, all’apparenza evocativa e ipnotica, si rivela crudele e tagliente, e il suo inchiostro si tramuta in sangue nel tentare di tratteggiare questa storia di fame, violenza e abusi, una storia a cui avvicinarsi con attenzione e consapevolezza, e non con leggerezza o superficialità.
Una storia che fa così male da spezzare il cuore, ma che potrebbe aiutare ragazze come Marlinchen o giovani come Sevas a guardarsi allo specchio e a fare pace con i propri mostri.
Juniper & Thorn parla di Marlinchen, una strega che vive a Oblya insieme alle sorelle e al padre, uno stregone potente e abusivo che le tiene imprigionate nella loro vecchia casa, più con la paura che con la forza. Mentre le sorelle sono bellissime e intelligenti, Marlinchen è stupida e insignificante... o almeno, così le hanno sempre detto. La sua vita prosegue monotona e triste finchè una sera non riesce a scappare con le sorelle e andare a teatro, dove conoscerà Sevastyan, un affascinante e turbato primo ballerino che la conquisterà da subito. E se le cose non fossero come Marlinchen pensa? E se ci fosse un modo per liberarsi dal giogo del padre?
L'elemento che ho apprezzato di più di questo retelling è proprio l'atmosfera di fiaba, sebbene gotica e dark, che permea ogni pagina di questo libro. Si trova nelle descrizioni di Oblya e della casa della protagonista, nelle creature che popolano queste aree, ma anche nei personaggi. Infatti ognuno di essi ricopre uno stereotipo delle fiabe: la madre ("cattiva o morta", come dice Marlinchen), la sorella maggiore crudele, la protagonista insignificante, il cavaliere che la salva... tutto questo viene però rielaborato in chiave moderna, e gli stereotipi vengono talvolta ribaltati. Le cose, insomma, non sono necessariamente come sembrano. Nonostante i temi non facili del libro, gli elementi favolistici lo hanno reso a tratti divertente e soprattutto impossibile da mettere giù: come le ciliegie, un capitolo tira l'altro.
Inoltre, è impossibile non provare compassione per Marlinchen e tifare per lei, anche quando la sua immobilità crea frustrazione nel lettore: è una protagonista credibile, reale, debole e forte contemporaneamente. Soprattutto, scopre il mondo per la prima volta, come capita a tutti crescendo e come capita anche a chi finalmente riesce a liberarsi dal giogo dell'abuso. Vedere cose "semplici" tramite i suoi occhi, mentre le sperimenta per la prima volta, fa scaldare il cuore.
Infatti, prima di tutto, questa storia parla di liberazione: proprio per questo può essere molto catartica per chi ha subito qualunque forma di abuso (fisico, psicologico, sessuale). Sicuramente questo è il tema centrale, e rende questo libro davvero importante a livello personale per molti lettori. Allo stesso tempo, invito a prestare attenzione proprio per lo stesso motivo: alcuni lettori potrebbero trovare i temi troppo pesanti ed esserne personalmente colpiti, soprattutto se non sono adeguatamente preparati.
Unico neo, a livello personale? Venivano nominati troppo spesso i seni della protagonista e delle sorelle, in contesti del tutto casuali. Sicuramente non sarà un problema per molti lettori, e non ha tolto nulla alla trama, ma mi ha fatta uscire dall'atmosfera in alcuni momenti e questo per me ha parzialmente inficiato l'esperienza di lettura. Però si tratta davvero di dettagli minimi all'interno di un'opera godibilissima.
TW: abuso fisico, sessuale e psicologico; body horror; contenuto sessualmente esplicito
"Juniper and Thorn" di Ava Reid mi ha catturata fin dalle prime pagine, tanto da tenermi sveglia fino a notte fonda!
Lo stile di scrittura immersivo e l'atmosfera gotica (perfetta per questo periodo dell’anno) hanno creato una storia davvero avvincente, anche se man mano che la trama si sviluppa, diventa sempre più oscura e inquietante.
Consiglio vivamente di controllare i trigger warnings prima di iniziare la lettura!
Ringrazio di cuore Netgalley, la casa editrice Ne/On e l’autrice per avermi dato la possibilità di entrare in questa bella storia!
Marlinchen e le sue due sorelle sono le ultime streghe di Oblya, costrette a vivere dal padre stregone segregate in casa,. Sono le ultime vestigia di magia in un mondo che si sta avviando all'industrializzazione, resti del passato magico. Vendono la propria arte i propri incantesimi, i clienti come unico contatto con il mondo esterno e devono stare attente all'umore e alla magia mutevole del padre. Una sera, di nascosto escono a teatro, e Marlinchen resta ammaliata dal giovane primo ballerino Sevastyan.
Ho apprezzato soprattuto l'influenza del folklore slavo e della cultura slava in generale, ma purtroppo ho trovato Marlinchen un personaggio un po' piatto, a volte distaccato e con cui è difficile empatizzare. Il ritmo nella prima parte è troppo lento, per poi subire un accelerazione nella parte finale.
*4 - -
Premetto che ero molto incuriosita da questo titolo un po' per i pareri molto positivi su A study in drowning e un po' per le premesse legate al mondo fiabesco dei fratelli Grimm (questo romanzo infatti prende le mosse dalla fiaba 'il ginepro'). Tendenzialmente associamo le fiabe al mondo dell'infanzia, ma in realtà esse dovrebbero rimandare ad un immaginario cupo e brutale, che in effetti ha molto a che fare con questo romanzo.
L'ultimo stregone di Oblya, colpito da una maledizione per cui non potrà mai essere soddisfatto di ciò che ha, vive con le tre figlie streghe tenendole lontane dal resto del mondo; unico loro contatto con l'esterno sono le visite dei loro clienti. Le tre streghe riescono però a lasciare la casa di nascosto per recarsi a teatro dove la figlia minore, Marlinken, rimane completamente ammaliata dal giovane primo ballerino Sevastyan.
A fare da voce narrante é proprio Marlinken, che pur essendo forse la strega con il potere più potente delle tre, é convinta di essere del tutto insignificante, nemmeno lontanamente paragonabile per bellezza e doti alle sorelle maggiori. Ciò si traduce in un importante disagio psicologico per la giovane, caratterizzato da pensieri autolesionisti e da disturbi alimentari.
L'inizio della narrazione non é stato affatto dei migliori e per almeno un terzo delle pagine non sono proprio riuscita ad empatizzare con la protagonista cosa che mi ha fatta andare a rilento con la lettura. Ho avuto anche quasi la tentazione di abbandonare la lettura, anche per l'uso smodato delle similitudini, che, per quanto ben scritte, rendono lo stile un po' ridondante. Per fortuna ho l'abitudine di non giudicare mai un libro senza averlo portato a termine perché questo libro andando avanti regale molte sorprese.
Interessante fin da subito invece la scelta dell'autrice di raccontare l'attrazione dell'ultimogenita verso Sevastyan come puro desiderio carnale, senza ingentilirla o camuffarla in amore al primo sguardo. Le pulsioni della giovane vanno quindi ad essere espressione più in generale del suo desiderio verso l'ignoto, verso ciò da cui il padre la tiene prepotentemente lontana.
La storia si fa più interessante quando da una parte Oblya viene sconvolta da delle macabre morti e dall'altra Marlinken approccia finalmente il mondo. Mano a mano che la matassa si dipana comincia a insorgere nel lettore il dubbio che Marlinken sia una narratrice inaffidabile... Cosa sta realmente accadendo? Cosa é reale? Perché la giovane non ricorda dettagli delle sue giornate più o meno rilevanti?
E mentre la prima parte del testo é un po' debole dal punto di vista narrativo, la seconda é ben costruita ed arriva a un picco di tensione più che palpabile, per cui diventa veramente difficile staccarsi dal libro. Per certi versi mi ha ricordato un po' Tutto é bene di Mona Awad, autrice che io adoro, anche se qui sul finale si può dire che ci sia una maggiore chiarificazione.
In conclusione Jupiter e Thorn é un libro che non é perfetto, ma che riesce ad essere molto interessante anche perché diverso da ciò che ci si potrebbe aspettare e molto molto spooky. Vengono tirate in ballo diverse tematiche anche molto impegnative tra cui il concetto di responsabilità, la salute mentale, il bisogno di autodeterminazione, l'eros, gli abusi fisici e psicologici, l'immigrazione... Perciò attenzione a non approcciarlo come puro intrattenimento perché non é un testo adatto a tutti.
Ringrazio #Neon e #Netgalley per l'ARC.
Voto complessivo: ⭐️⭐️⭐️⭐️
Trama: 👍👍👍👍
Personaggi: 👦👦👦.5
Page turner: 📖📖📖📖
Suspense: 😱😱😱.5
Plot twist: 💡💡💡.5
Un padre padrone (nonché stregone) e tre figlie che cercano di sfuggire al suo giogo.
Un mostro che dilania le sue vittime nella notte di Oblya. Una fiaba nera come il succo di ginepro.
Ringrazio Ava Reid, Ne/oN Libri e NetGalley per l’eARC in anteprima, in cambio della mia onesta opinione.
Nell’approcciarmi a Juniper & Thorn ho avuto qualche titubanza iniziale legata alla mia pessima esperienza con A Study in Drowning (che sconsiglio caldamente). Volevo però dare almeno una seconda possibilità a Ava Reid, e così ho approfittato dell’opportunità data dalla Ne/oN di leggere l’ARC in anteprima. Il risultato: ho fatto benissimo!
Juniper & Thorn è una fiaba nera, nerissima, cruda e crudele, proprio come piace a me.
Pervasa da una sottile sensualità che spinge per emergere, non manca di leggerissimo tocco di er0tic horror, che non guasta affatto con quella che è l’atmosfera della storia.
Vero è che a volte è un po’ ridondante, dato che non mancano le ripetizioni, ma è un difetto che si può perdonare facilmente in virtù dell’ambientazione fiabesca, dove anche una narrazione cantilenante non è così fuori luogo.
Si è in bilico tra passato e presente, vecchie tradizioni e progresso, superstizione e scienza, e anche se si sente che il romanzo avrebbe potuto essere più rifinito da un maggiore lavoro di editing, complessivamente funziona
Facendo un confronto con ASID, ci sono sicuramente dei temi ricorrenti, e ho nettamente preferito come sono trattati qui: c’è più spontaneità, se così possiamo definirla, mentre in ASID si è ingabbiati dal voler veicolare un certo messaggio ma seguendo pedissequamente la voce dei social. Juniper & Thorn è rozzo, “sporco”, sfacciato quanto ASID è affettato, manieristico quasi.
Anche l’elemento mystery qui funziona meglio: al di là del fantomatico mostro che imperversa a Oblya, c’è una suspense costante dovuto al dubbio su cosa sia reale e cosa no. Il padre di Merchelin è davvero un potente stregone, o le sue sono solo bugie per tenere prigioniere le figlie? E quei vuoti di memoria della protagonista?
Consigliato e perfetto per la prossima spooky season.
DNF al 30%
ho ricevuto la traduzione di “Juniper & thorn” tramite netgalley ma purtroppo questo libro non fa per me. ho cercato di spingermi più avanti per vedere se il libro sarebbe stato più piacevole e interessante, il mio problema più grande però sta nella scrittura stessa dell’autrice. Ava Reid usa moltissime similitudini e metafore per esprimersi nella sua storia che, a mio parere, appesantiscono e rendono meno gradevole la storia. ho anche trovato poco piacevole la protagonista e il mondo fantastico in cui è ambientata la storia è stato difficile da capire, secondo me. mi dispiace molto abbandonare questa lettura perché avevo sentito tanto parlare di questa autrice e anche di questo libro. spero comunque che la mia recensione negativa non prevenga nessuno dal leggere questo libro! grazie netgalley per questa occasione.
DNF (superata la metà ho mollato per la mia salute mentale).
Avevo parecchie aspettative, ma probabilmente non era il momento giusto per questo romanzo. O forse non lo sarà mai. Nonostante abbia particolarmente amato le vibes e alcuni personaggi secondari, non sono riuscita ad apprezzare la protagonista e la pomposità di certi momenti. Peccato!