Member Reviews

Il titolo dovrebbe essere Trigger warning & Orrore
Dalla trama mi aspettavo un retelling romantasy in chiave un po' dark.
Cosa ho trovato? Un horror. Leggerlo è stato come se qualcosa mi avesse trascinato dentro un incubo, riuscivo a percepire l'angoscia, la pesantezza e la sensazione di paralisi causata dalla paura quando hai un incubo. Ma allo stesso tempo non riuscivo a smettere di leggere. Volevo sapere dove mi avrebbero portato gli intrighi e come si sarebbe risolta la matassa in cui ero finita.
Penso che l'avrei apprezzato di più se avessi saputo che sarebbe stato così dark, per prepararmi mentalmente.
Vi consiglio di leggere prima la fiaba Il Ginepro dei fratelli Grimm se volete sapere a cosa si è ispirata l'autrice del libro ed essere preparati a questa lettura.

Secondo me l'autrice ha vissuto un'esperienza traumatica e i suoi libri sono un modo per esorcizzare i suoi demoni dato che sia in questo libro che in La storia sommersa la protagonista ha subito violenza e si percepisce quel velo di pesantezza e angoscia che è difficile da ricreare se non l'hai sentito sulla tua pelle.
Di per sé è molto crudo per i miei gusti e avrei preferito sapere cosa aspettarmi (*TW)
TW:
Violenza domestica
Violenza sessuale
Violenza psicologica
Omicidio
Cannibalismo
Disturbi alimentari
Dipendenze
Autolesionismo
Torture su animali
Morte di animali

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Una storia viscerale, potente e oscura, come solo Ava sa scrivere e creare.
Un retelling dalle vibes dark, che ricorda le fiabe dei fratelli Grimm, in particolare The Juniper Tree, a cui si è ispirata.
Un racconto multistrato, psicologico, dai mille volti, che sa ammaliare e trascinare il lettorə in un vortice di forti emozioni e sensazioni, in un crescendo di azioni e colpi di scena che termina con un finale che ho decisamente apprezzato.

Un libro a tratti disturbante, dalle tinte horror, che racchiude un mondo di personaggi articolati e dalle mille sfumature, profondi e complessi, e delle descrizioni accurate e evocative.

La 'fame' e l'assenza di fame sono il perno della storia.
La fame d'affetto, la fame di novità, la fame dovuta al senso di colpa, all'angoscia, al dolore, al rifiuto di se stessi e di ciò che hanno fatto gli altri.
Il corpo come campo di battaglia della violenza altrui.

Un romanzo che mi ha stregata esattamente come A Study in Drowning, che ho amato. Annegare dentro se stessi, toccare il fondo per conoscersi meglio, cadere a pezzi per potersi ricostruire, e guarire.
Per quanto i temi siano molto delicati e difficili, alla fine c'è sempre una sorta di rivincita, di rinascita e di cambiamento, una speranza.

La scrittura dell'autrice è a tratti cruda e spietata, a tratti evocativa e poetica, ma sempre scorrevole e curata, attenta, precisa, ricca di dettagli, raffinata e ben pensata.

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✨Sono stata attratta da questo romanzo sin dalla sua uscita in lingua originale e, quando ho saputo che Ne/oN lo avrebbe pubblicato in italiano, non vedevo l’ora di leggerlo. Ringrazio quindi la casa editrice di avermelo concesso in anteprima. 🙏☺️.

🫐Juniper & Thorn è un dark fantasy che combina horror gotico e fiaba, attingendo alle storie dei Grimm e al folklore slavo in chiave più matura e oscura. È una storia di padri mostruosi, di sorelle inaffidabili e di innocenza perduta, in cui la protagonista non può evitare di sporcarsi le mani per salvarsi.

🖤Le atmosfere cupe e le ambientazioni dal fascino fiabesco e decadente sono a mio avviso il punto forte del romanzo. Il setting si alterna tra una città pseudo est-europea alle prese con un profondo cambiamento culturale e una vecchia casa stregata, dove si celano segreti, oggetti peculiari, mostri e creature bizzarre, che personalmente ho molto apprezzato.

🪶Lo stile di scrittura dell'autrice ricco di metafore e simbolismi riesce a trasmettere immagini vivide e a trasportare chi legge in un mondo suggestivo e inquietante, ma a tratti diventa un po' prolisso, appesantendo i capitoli e rendendo la trama meno chiara, nonostante ci fosse sempre un gancio che mi invogliava a proseguire la lettura.

🤔Il romanzo però non mi ha pienamente convinto perché:
- Lo sviluppo della storia, dapprima piuttosto lento, si affretta un po' troppo sul finale.
- La gestione del mistero non mi è parsa sempre ben bilanciata, la tensione non sempre soddisfacente.
- Le tematiche trattate, alcune anche pesantucce (attenzione ai trigger warnings! ), mi son sembrate spesso introdotte più come strumenti narrativi che come argomenti realmente esplorati.
- Sui personaggi sono ancora un pochino perplessa, perché li ho trovati per certi versi interessanti, ma spesso emotivamente distaccati e non sono sempre riuscita a connettermi con loro.

📖Insomma, un romanzo sicuramente dalle premesse originali e intriganti, che ha saputo mantenere la mia curiosità fino alla fine, ma non è riuscito a soddisfare appieno le mie aspettative😞.

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Voglio iniziare ringraziando Ne/oN per avermi dato la possibilità di leggere questo libro in anteprima.
DNF al 50%
Questo libero aveva tutte le carte in regola per diventare uno dei miei libri preferiti:
- cultura slava
- retelling di una fiaba
- ambientazione cupa e goth
L’ho iniziato con aspettative mooolto alte e purtroppo sono rimasta profondamente delusa. Se non fosse che non mi do mai per vinta e raramente abbandono dei libri ho cercato di andare avanti il più possibile ma ad un certo punto non ce l’ho fatta più.
Io adoro la scrittura evocativa e adoro le descrizioni ma questa volta devo dire che è stato tutto troppo, troppe descrizioni inutili e ripetitive, capitoli davvero troppo lunghi. Il linguaggio è lo stile molto ricercato a rimando dello quello delle fiabe l’ho trovato sterile, non mi ha dato nulla.
I personaggi sono piatti, la protagonista è la classica ragazza “diversa dalle altre” che si innamora dopo aver visto sono una volta il tipo e senza aver spiccicato mezza parola con lui. (Def not a fan degli insta love).
Il mondo magico è confusionario, non si capisce bene come funzionino i poteri delle tre sorelle e come la magia si intrecci al mondo “normale.
Tutto il libro sembra essere incentrato su quanto sia insignificante la protagonista comparata alle sue sorelle, questo concetto viene ripetuto talmente tante volte,anche all’interno dello stesso paragrafo, che dire irritante e dire poco. Tutto questo va a togliere spazio all’effettivo focus della storia che dovrebbe essere la magia di Marlinchen e dei misteriosi avvenimenti che stanno mettendo in subbuglio la città.
Insomma questo libro aveva un grosso potenziale ma per me è no.
Proverò a dare una seconda possibilità all’autrice con a study in drowning.

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Devo ringraziare immensamente NeoN (e la piattaforma Net Gallery) per avermi dato la possibilità di leggere l'ARC di questo libro.m in anteprima.

Da diverso tempo volevo recuperare almeno un’opera di Ava Reid e questa è stata l’occasione perfetta!

In questo romanzo ci sono riferimenti a una fiaba dei fratelli Grimm e al folklore slavo, con le sue atmosfere oscure, misteriose e grottesche, talvolta anche horror. Attenzione quindi che ci potrebbero essere dei TW!

Se siete interessati questo romanzo esce in libreria ad ottobre!

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Innanzitutto ringrazio Netgalley e NeoN per l'ARC di questo libro.
Era da tempo che volevo dedicarmi alle opere di quest'autrice e questa è stata l'occasione perfetta per farlo. Si tratta in realtà del suo secondo libro, pubblicato nel 2022 che, seguendo la scia del primo, riporta alla luce fiabe e leggende folkloristiche, nello specifico una fiaba dei fratelli Grimm. Una storia cupa e grottesca che rievoca atmosfere e figure tipiche del folklore slavo. In una città in cui la magia antica sta inesorabilmente cedendo il passo alla grigia modernità industriale, l'ultima famiglia a praticarla è ridotta a poco più che un'attrazione turistica per i più curiosi (o coraggiosi), offrendo loro servizi e rimedi in cambio di una manciata di rubli. Marlinchen e le sue sorelle devono oltretutto sottostare agli umori imprevedibili e alla potente magia del padre, da tempo vittima di una crudele maledizione, cercando di conquistarsi in ogni modo piccoli sprazzi di libertà e normalità. Nel mentre, qualcosa di molto più oscuro si sta muovendo, minacciando l'apparente quiete dell'intera cittadina, qualcosa in cui Marlinchen si ritroverà suo malgrado coinvolta.
Il libro non manca di toccare temi piuttosto delicati (fate attenzione ai trigger warnings) oltre a contenere scene più macabre tipiche dell'horror-gotico che potrebbero risultare un po' disturbanti, soprattutto per chi si approccia per la prima volta al genere. Per chi fosse invece già versato, è una lettura consigliata, in uscita in traduzione italiana ad ottobre.

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Questo libro mi aveva incuriosito per l'idea di partenza: un retelling della fiaba più dark dei fratelli Grimm. Mi aspettavo di conseguenza di trovare le atmosfere cupe e in parte le ho trovate.
Cosa è andato storto? Lo stile di Ava Reid non mi ha proprio entusiasmato nel caratterizzare i personaggi secondari, tutto è concentrato, anche troppo, nella protagonista. La parte romance è praticamente un insta love e ci sono stati parecchi momenti imbarazzanti.
Peccato anche per Sevas, che rimane bidimensionale e secondo me aveva del potenziale.
Le scene disturbanti a me non hanno toccato, molto probabilmente perché ad un certo punto ho provato indifferenza per la storia.
L'azione relegata alla fine è stata la ciliegina sulla torta, che mi ha fatto davvero cadere le braccia.
Ringrazio Neon per la possibilità di leggere in anteprima questo libro, mi dispiace un sacco non aver trovato ancora un libro davvero entusiasmante, ma non demordo perché sono fiducioso per il futuro

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Allora, partiamo subito con le cose negative, così ci leviamo subito il pensiero e passiamo alla ciccia, che è quello che ci interessa.
Juniper and Thorn è il secondo romanzo che leggo della produzione di Ava Reid, della quale ho amato A Study in Drowning. Il problema è che mettendo in relazione i due libri, determinate scene e determinati espedienti appaiono molto simili, non necessariamente nel tono, ma sicuramente nel significato e nella sua rappresentazione. Non voglio dilungarmi per il rischio di fare spoiler, ma ho la sensazione che determinate scene siano state scritte e riscritte dall’autrice per calarsi in una sorta di catarsi per elaborare qualcosa del suo vissuto personale e personalmente non sono il tipo di lettrice che ama rileggere la stessa storia scritta più volte. Allo stesso moto anche determinati simboli e il modo in cui vengono usati sono simili, in particolare mi viene in mente quello dello specchio, che in A Study in Drowning era comunque più metaforizzato, meno dichiarato ed esplicito rispetto al modo in cui viene usato in Juniper and Thorn. Tuttavia, va anche detto che ciascun romanzo andrebbe preso singolarmente e ciò che ho detto fino a questo punto è valido esclusivamente mettendo in relazione due storie che non sono collegate e che io ho letto in ordine invertito rispetto alle date di pubblicazione.

L’altro elemento che è stato poco convincente è la ripetitività: in determinate fasi del libro c’è perfetta corrispondenza tra quello che la protagonista pensa e quello che dice immediatamente dopo nel discorso diretto, così come i suoi pensieri sono sempre gli stessi (che è brutta, insignificante e cosa vorrebbe fare al suo corpo che odia). Inoltre, la presenza delle similitudini rischia di diventare ingombrante: per quanto siano tutte molto belle ed evocative, a volte ce ne sono anche quattro nella stessa pagina e rischiano di appesantire troppo la prosa.

Finito con i difetti, passiamo all’analisi e al commento sui contenuti veri e propri.



Per cominciare, è doveroso avvertirvi che ci sono numerosi trigger, cercherò di mettervene un elenco a fine articolo, non solo l’atmosfera è oscura, ma tutto ciò che viene raccontato è esplicito e grafico: i pensieri autolesionisti di Marlinchen sono raccontati con dovizia di particolari, così come le scene di sesso (a questo proposito, comunque non siamo davanti a un romance, perché il sottofondo di ciò che dovrebbe essere gradevole è che il pericolo sia sempre dietro l’angolo) e quelle di violenza.
Ava Reid utilizza il linguaggio della fiaba per raccontarci qualcosa che fiaba non è. Nelle fiabe le fanciulle sono bellissime e oneste, la bontà è premiata e l’altruismo ti salva. Qui abbiamo una protagonista, terzogenita, dall’aspetto insignificante (o così dice lei, dall’alto del suo essere una narratrice inattendibile) che ha la possibilità di salvarsi esclusivamente perdendo la sua ingenuità e concedendosi lo spazi di essere egoista. Questa parola, “egoista” le viene rinfacciata ogniqualvolta desidera qualcosa per sé stessa che non sia essere la schiava del padre, che non sia nutrirsi delle briciole e degli avanzi: ogni volta che tenta qualcosa di più che sopravvivere viene accusata di essere egoista e di mettere in pericolo le sue sorelle, quando loro per prime non ricambiano la cortesia. In questo senso, meraviglioso è tutto il discorso sul cibo, che per tutto il romanzo racconta un rapporto di potere in cui chi è alla base della catena alimentare deve occupare meno spazio possibile mentre chi è in cima è ingombrante ma non si accontenta mai. Eppure, se da un lato è vero che il carnefice ha potere sulla vittima, in questo caso la manipolazione ha fatto in modo tale che la vittima non si renda conto di avere lo stesso potere su di lui.


Nelle fiabe le bugie sono una prigione, chi mente ne subisce le conseguenze. In Juniper and Thorn sicuramente ci sono delle bugie dette per manipolare, per imprigionare e far sentire in colpa, ma abbiamo anche quelle dette per salvaguardarsi, per plasmare la propria identità individuale e metterla al sicuro da chi ne approfitterebbe, perché se da un lato le spine feriscono, è anche vero che a volte si ferisce per difendersi. A differenza di ciò che succede nelle fiabe, qui non ci sono conseguenze tangibili se si torna a casa un minuto dopo il coprifuoco, non accade realmente nulla di male se si perde la propria verginità e che tutte queste bugie, smontate una dopo l’altra, fanno cadere la facciata di onnipotenza di un padre che vuole tenere sotto controllo ogni aspetto della vita delle sue giovani figlie, ma che ha un potere senza delle reali basi e che crolla per sempre, una volta sparito il terrore. Le menzogne di suo padre riguardano ogni aspetto della sua vita e di quella delle figlie, che cerca di tenere sempre sotto controllo. È un carnefice che si racconta vittima, si professa grande uomo e ridimensiona costantemente i pregi delle figlie, di cui si assume anche il merito, mentre non riconosce mai in sé stesso i difetti che vede negli altri e che trova imperdonabili. In questa storia, i mostri non sono quelli letterali, le creature mitologiche che abitano il giardino della casa stregata, ma uomini ordinari così come ordinarie sono le brutalità di cui sono capaci, in grado di essere tanto manipolatori da fare in modo che le prede non scappino anche quando non ci sono più le sbarre della gabbia. Di una cosa il padre ha il merito: ha instillato in tutte le sue figlie il seme della sua cattiveria, ciascuna di loro, inclusa Marlinchen, adotterà comportamenti manipolatori e passivoaggressivi all’occorrenza, perché il loro padre ha adottato alla perfezione il metodo divide et impera. Le sorelle sono messe le une contro le altre e servirà un enorme lavoro psicologico perché se ne rendano conto, si prendano cura di quella parte di sé per poterla lasciare morire con dignità, perché se non altro hanno potere sulla violenza che commettono, se non su quella che subiscono. Nella cifra totale, il padre è uno sfigato. È un uomo insignificante e inconcludente che non è riuscito a emergere per la sua mancanza di abilità, che ha dovuto imbrogliare per arrivare dov’è arrivato, che ha bisogno di schiacciare gli altri per emergere e che si comporta come se tutto ciò che di brutto gli è capitato fosse una disgrazia, non il frutto delle sue stesse azioni. La sua sola abilità è la manipolazione e con questa riesce a essere terrificante e invincibile, anche per chi legge.

Anche Marlinchen mente a sé stessa quando si racconta che le sue sorelle le vogliono bene, che sono scaltre e intelligenti e che non la metterebbero mai in pericolo. Lei stessa deve in più occasioni guardare in faccia la realtà e attraverso questa rendersi libera, così come loro mentono a lei, quando decidono di omettere segreti che potrebbero aiutarla e caricandola di responsabilità che non dovrebbero essere le sue.
Infatti, credo che il viaggio di Marlinchen sia un viaggio nella sua trasfigurazione tramite la rabbia, perché passa dall’essere una ragazza piagnucolosa, all’inizio del libro, quando vorresti solo darle una scollata e dirle di svegliarsi, all’essere sempre più infuriata per le ingiustizie che subisce quotidianamente. Il suo arco di trasformazione è mostrato anche graficamente tramite il suo abbigliamento, perché passiamo da un’ incipit in cui indossa un ingombrante abito pieno di balze, stecche e corsetti, a sempre più impalpabili vestaglie fino a essere mezza nuda verso la fine del libro, proprio per raccontare il suo passaggio da fanciulla, ingenua e in balia degli eventi, a strega padrona del suo potere e che non deve necessariamente perdonare, per guarire, perché a volte per guarire serve spezzare qualcosa per sempre.

Altra cosa che mi sento di specificare: la storia d’amore non è centrale. È puramente funzionale allo sviluppo di Marlinchen come strega, ma non è assolutamente avvicinabile a quella di un fantasy romance, anche perché Sven è poco caratterizzato come protagonista. Non sono stata una grande fan della loro relazione, perché non mi sembra basata su degli ottimi presupposti, eppure non riesco a vederlo al cento percento come un difetto sia perché credo che la crudezza di tutto ciò sia perfettamente calata in quella del libro, sia perché appunto ho trovato evidente la funzione che ha avuto a livello simbolico. Ultima specificazione che faccio: il worldbuilding potrebbe apparire poco approfondito, ma ciò è perché, per quanto sia un autoconclusivo, è ambientato nello stesso universo di The Woolf and the Woodsman, che è stato pubblicato precedentemente.

Con le dovute precauzioni (leggete i TW) penso che Juniper and Thorn sia un libro solidissimo per trama e ritmo. È sicuramente una lettura che potrebbe non essere adatta a voi e la protagonista potrebbe non piacervi, ma sicuramente merita una possibilità.



TW:

Violenza domestica

Violenza sessuale

Violenza psicologica

Femminicidio

Disturbi alimentari

Dipendenze

Autolesionismo

Morte di animali

Torture su animali

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Ringrazio NetGalley and Ne/oN libri per questo ARC in cambio di una recensione onesta.

Juniper & Thorn sarebbe un romanzo gotico con note horror in cui si tratta di abusi e delle cicatrici che questi lasciano.

Purtroppo poco o nulla di ciò è presente nel romanzo: la trama si può riassumere in "she's not like other girls" e "instalove". Un paio di volte a capitolo viene ripetuto come l'aspetto della protagonista sia "insignificante": lo dice lei stessa, la sorella cattiva (perché chiaramente c'è una sorella cattiva), i clienti di lei, sé stessa, e nel caso non lo aveste capito anche sua madre e suo padre. Il tutto sempre in relazione alle sue sorelle maggiori che sono bellissime.

Talmente insulsa che attira l'attenzione del primo uomo che vede che non sia suo padre e guarda caso è l'uomo desiderato da tutti.

Tizio con cui parla tre volte contate, e ovviamente si innamorano. Instalove dettato da pura attrazione fisica e dalla sorpresa di aver trovato un'altra anima egualmente traumatizzata più che da qualunque vero sentimento di affetto. E forse era proprio questo l'intento dell'autrice, tuttavia ritengo che l'evoluzione del rapporto fra i due personaggi poteva essere trattato in modo decisamente migliore, dato che a malapena si comprende come mai gravitino l'una attorno all'altro.

L'antagonista, il padre di lei, e gli abusi che impone alle figlie sarebbero dovuti essere l'elemento horror/gotico del romanzo. Purtroppo ricalca i più scontati dei cliché: misogino, che tiene le figlie chiuse in casa e le controlla in ogni aspetto. Lungi da me negare i danni psicologici che ciò provoca, però è uno stereotipo talmente comune che fallisce nell'essere veramente "horror" e nel suscitare paura.

Quanto alle ragazze, esse dovrebbero essere streghe ma ai loro poteri saranno dedicate si e no tre pagine scarse. Più importante ricordare ai lettori quanto sia insignificante l'aspetto della protagonista un'altra volta.

E tuttavia si riesce comunque a percepire una debole volontà dell'autrice di attingere al folklore slavo, seppur in modo abbastanza delicato e ad esplorare la mente umana a seguito di lesioni psicologiche e di come ciò possano trasformare una persona, ragion per cui non me la sento di bocciare totalmente l'opera.

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Su questo libro ci sono davvero tantissime cose da dire e non penso di esserne in grado perchè davvero non ho la capacità di affrontare tutti gli argomenti che ci sono in questa lettura di poche pagine. Cercherò di andare con ordine e affrontare quello che riesco ma sappiate che c'è davvero tanto di più.
Partiamo subito dalle note dolenti, in primis la copertina che con questo disegno sembra destinata il libro a un pubblico nel range di libri per ragazzi o al massimo young adult, ma sappiate che NON è assolutamente adatto a questa fascia di età. Questo è un libro decisamente oscuro, forte, disturbante, con scene molto crude e macabre, per cui ne consiglio la lettura a un pubblico forte di stomaco e soprattutto adulto.
Altra piccola pecca è lo stile di scrittura, questo è uno dei primi romanzi di Ava Reid (e a voglia trovare dei primi romanzi così belli) e ha voluto un po' strafare. E' scritto benissimo, non fraintendetemi, ma a volte è troppo ricco di similitudini, capita magari che tra i pensieri della protagonista in una pagina sola ce ne siano quattro in fila e questo appesantisce molto il momento, ma rende anche più difficile seguire il filo. Per contro però crea degli attimi così evocativi e delle scene così vivide che sarebbe perfetto come trasposizione cinematografica perchè ci mette tutto precisamente sotto gli occhi in modo vividissimo. Quindi da un lato abbiamo uno stile quasi fin troppo ricco, ma dall'altro ti fa entrare in pieno nella scena e te la fa proprio vivere. Altra piccolissima pecca è il fatto che il libro dovrebbe essere ambientato in Russia o comunque in un paese dell'est europa ma si percepisce poco il contorno perchè anche i piatti citati sono solo due e sempre quelli, diciamo che c'è poco worldbuilding ma non essendo quello il punto focale della storia si può soprassedere. Inoltre il libro è ambientato in un mondo che si vede in un'altra delle sue storie (ancora inedita in italia) quindi si può giustificare il poco contorno anche così.

Ma passiamo ai punti decisamente a favore di questa lettura, in primis la protagonista, Marlinchen che ho davvero mal sopportato nella prima parte del libro perchè la vedevo come una protagonista debole, succube e sempre a un passo dalle lacrime, ma che poi ha una crescita grandissima. La sua parte comincia come quella di una qualsiasi protagonista delle fiabe, se sei buona, remissiva, obbediente e timorosa di tutto il bene arriverà anche per te. Marlinchen ci mostra invece che è l'esatto opposto e ce lo mostra liberandosi di un padre despota e manipolatore, liberandosi delle persone che le hanno mentito, hanno abusato di lei e che per anni le hanno inflitto violenze psicologiche. Ebbene sì, questa lettura è piena di scene agghiaccianti, di momenti che ti fanno venire voglia di chiudere il libro e che ti fanno storcere la bocca dal disgusto, ma questo è il suo punto forte. Reid ci porta in un mondo oscuro, violento, ci fa entrare nella mente di una donna che per anni è stata abusata in modi terribili e io resto sempre più ammirata dalla bravura di questa autrice che sa trasformare una fiaba, una storia fantasy, in un manifesto di denuncia, un modo catartico per affrontare le brutture del mondo. E il fatto che nella prima parte del libro non sopportassi la protagonista è un punto a favore perchè ci mostra la bravura di Reid nel creare delle personagge vivide e reali con poche semplici pagine. Come dicevo la crescita di Marlinchen sarà evidente, piano piano comincia a uscire dalla gabbia di bugie e convinzioni sbagliate che la sua mente ha creato intorno a lei in risposta ad anni di soprusi e la cosa fantastica è che da lettore ce ne accorgiamo. Ci sono molti indizi che si colgono durante la lettura ma Marlinchen è una narratrice inaffidabile perchè ci riporta le cose che vede e pensa ma non ha il quadro generale della situazione, da lettore invece si possono cogliere dei dettagli e metterli insieme e quando quando lei arriva alla conclusione che può effettivamente salvarsi da sola la rivelazione sarà uno schock per lei, ma chi legge ci sarà già arrivato.
Se proprio vogliamo trovare un altro piccolo neo posso dire che ho apprezzato la storia d'amore perchè non eccessivamente invasiva e perchè comunque è finalizzata alla liberazione e alla presa di coscienza di Marlinchen, ma non l'ho trovata del tutto priva di difetti e in alcuni punti ricalca moltissimo delle scene di A study in drowning. Diciamo che possiamo perdonare anche questo a Reid perchè comunque Juniper and thorn è uscito prima e per essere una delle sue prime uscite tanto di cappello, però forse un maggiore distacco tra i due libri sarebbe stato più apprezzabile.
Resto comunque del parere che questo sia un libro bellissimo, era da tempo che non venivo portata dentro una fiaba così cupa ma così piena di significati. I fratelli Grimm sarebbero fieri di questo retelling de Il ginepro, una delle loro storie più oscure e violente, perchè Reid gli h
a donato davvero una marcia in più caricandolo di tutti questi significati, ma a questo proposito mi sento in dovere di segnalare i trigger warning di questo libro che sono davvero molti.

TRIGGER WARNING: violenza (sessuale, domestica, psicologica), abusi, maltrattamenti di animali, autolesionismo, disturbi alimentari, femminicidio.

Decisamente una lettura consigliatissima a un pubblico mirato, questo è il retelling di una fiaba che vi porta dentro una fiaba del tutto differente, una storia cupa e cruda, bellissima e terribile e devo solo ringraziare Neon per la possibilità della lettura in anteprima, davvero un libro stupendo.

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Vi siete mai chiesti come verrebbe riscritta oggi una fiaba dei fratelli grimm?

È l'intento di Ava Reid, con questo retelling della fiaba The Juniper Tree, di per sé già dai toni molto crudi e violenti.
Sappiamo bene quanto alcune fiabe classiche nella loro versione originale in realtà siano molto macabre e decisamente poco adatte ai bambini e proprio per questo quando questo titolo è stato annunciato da @neonlibri ne sono subito stata entusiasta e li ringrazio per avermi dato la possibilità di leggerlo in anteprima 🖤

•Marlinchen e le sue due sorelle, Undine e Rose sono le ultime streghe di un mondo in cui ormai il progresso scientifico ha soppiantato la magia. Il padre, un potente stregone su cui aleggia una terribile maledizione, le tiene segregate nella loro grande grande e ormai fatiscente dimora, lucrando sui pochi clienti loro rimasti.

Durante la notte però le tre ragazze fuggono in gran segreto, godendo della bellezza della città e dei sui divertimenti, tanto disprezzati dall'odiato padre. Proprio durante una di queste notti a teatro Marlinchen nota un bellissimo ballerino, di cui si innamora perdutamente. Nel suo cuore però non si cela quest'unico segreto, intanto qualcosa di terribile e mostruoso aleggia sulla città.

•Più di tutto ho amato le atmosfere descritte dalla Reid, dai piccoli e mostruosi abitanti della casa stregata fino alla descrizione delle ambientazioni che ricordano proprio una vecchia fiaba, l'autrice è stata molto brava a ricreare questo mondo attingendo dai fratelli Grimm.

•Per quanto riguarda lo sviluppo della storia mi aspettavo qualcosa di completamento diverso e nonostante sapessi dei risvolti horror non mi aspettavo che toccasse tematiche molto molto pesanti (se cercate la lista dei TW è praticamente infinita, cosa che io ovviamente ho fatto solo dopo averlo letto), ero convinta di approcciarmi ad un fantasy dalle tinte dark e horror ma poco impegnativo, proprio per questo non sono riuscita a godermelo al massimo.

•Mi è piaciuto molto lo sviluppo dei personaggi e il background della protagonista mi ha spezzato il cuore, purtroppo però ho trovato il finale troppo affrettato.

Lo stile di scrittura della Reid è molto fiabesco e profondo e forse proprio il suo modo di affrontare certe tematiche mi ha turbato tanto, nonostante si inserisca perfettamente nel contesto da lei creato. Dopotutto credo che effettivamente se i fratelli Grimm fossero stati nostri contemporanei avrebbero toccato certi argomenti in modo più dettagliato e realistico. Questa scelta mi rendo conto che non incontra molto i miei gusti, nonostante questo credo sia scritto molto bene e meritevole di attenzione, forse avrei solo inserito la lista dei TW, anche celati da un qr code possibilmente per oscurarli ed evitare gli spoiler. Non ne ho mai sentito l'esigenza di questo espediente ma devo ricredermi in questo caso, soprattutto per chi come me legge i fantasy esclusivamente per svago e per staccare da libri più pesanti.

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“Juniper & Thorn" è un romanzo affascinante e inquietante, che mescola elementi di horror gotico con una profonda riflessione sui temi della libertà, del potere e della resistenza. È una lettura che lascia il segno, sia per la sua bellezza oscura sia per la forza emotiva della storia di Marlinchen. Tuttavia, è anche un romanzo che non risparmia il lettore, con scene intense e un'ambientazione che amplifica la sensazione di disagio e terrore. Se sei un amante del gotico e delle storie di empowerment femminile, "Juniper & Thorn" è una lettura imperdibile.

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Ho amato le atmosfere folkloristiche del libro. Soprattutto nei primi capitoli, mi sono sentita completamente catapultata in un mondo davvero strano e ne ero molto curiosa. Mi è piaciuto il personaggio di Marlinchen, una figura cupa nelle vesti di una dolce ragazza remissiva. La prima parte del libro è molto coerente... poi si perde un po'. Complessivamente, l'ho apprezzato, ma rivedrei la parte centrale.

Ringrazio la casa editrice per l'opportunità.

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Non ho amato molto il modo in cui il libro è risultato.
La trama mi intrigava talmente tanto che sono rimasta piuttosto delusa alla fine!

Alcune cose che non ho gradito sono:
- sistema magico confuso, si fatica a capire il funzionamento della magia perché ci sono sono accenni alla cosa.
- questa storia dovrebbe parlare delle conseguenze dell’abuso e di una forma di riscatto da queste situazioni, ma alla fine tutto sembra più una sorta di fuga amorosa che altro.
- i personaggi femminili sono troppo sessualizzati e le donne vengono definite al 90% solo dal loro aspetto fisico (non so quante volte ho letto che la protagonista ha un aspetto insignificante).
- la prima parte è molto lenta e succede tutto verso la fine, avrei preferito una narrazione più omogenea.

Tra le cose che ho apprezzato invece ci sono:
- l’ambientazione, quello che ho capito di questa mi è piaciuta molto, c’è una sorta di nota macabra/oscura che attraversa tutto il romanzo.
- sulla scrittura faccio fatica ad esprimermi: è un po’ prolissa ma comunque mi ha intrattenuta abbastanza da farmi arrivare a fine libro senza troppi sforzi, nonostante non stessi amando trama e personaggi.

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Juniper and Thorn, romanzo di Ava Reid che verrà pubblicato in ottobre da Ne/oN (la collana di Edizioni e/o dedicata al fantasy) è sia uno spin off di the Wolf and the Woodsman, il romanzo d'esordio dell'autrice, che un retelling della fiaba dell'albero di ginepro dei Fratelli Grimm (una delle più oscure e violente).
Sfortunatamente non ho letto né il primo, né la seconda, dunque posso valutare Juniper and Thorn per quello che è: un fantasy autoconclusivo ispirato al folklore russo. In generale, nonostante la narrazione forse un po´ lenta per i miei gusti, posso dire che mi è piaciuto, ma non per questo é esente da difetti, i quali mi hanno portato ad abbassare la valutazione finale.
Prima di iniziare la recensione ci tengo a chiarire che, nonostante la copertina illustrata e l'ispirazione fiabesca, Juniper and Thorn non è assolutamente un libro per bambini (e tantomeno young adult): sono presenti scene grafiche e riferimenti a tematiche pesanti come l'abuso domestico. Per questo motivo, prima di iniziare la lettura, vi raccomando di dare un'occhiata ai trigger warnings: in generale sono la prima a non apprezzarli (in quanto li trovo spesso troppo spoilerosi), ma in questo caso mi hanno aiutato ad avere un'idea precisa di ció che sarei andata a leggere, e a non farmi cogliere troppo in inganno dalle atmosfere fiabesche e dalla copertina quasi infantile.
La protagonista, Marlinchen, è una giovane strega che vive a Oblya, una città della steppa russa in cui si è appena sviluppata l'industria, spazzando via tutte le vecchie tradizioni. Suo padre, uno stregone affetto da una maledizione, l'ha rinchiusa in casa insieme alle sorelle per proteggerle dalle brutture del mondo, e Marlinchen non ha mai cercato di sfidare l'autorità paterna, almeno fino a quando le due sorelle maggiori non la coinvolgono in una delle loro fughe notturne e la portano a vedere un balletto. Lì la ragazza si innamora a prima vista di Sevastyan, il primo ballerino del teatro di Oblya, impegnato nella rappresentazione del Bodegar Ivan, una delle storie preferite da Marlinchen. È proprio il sentimento per il ragazzo che la spinge a mettere in discussione il sistema di valori con cui è cresciuta, generando una spirale di eventi che culmina nella completa distruzione di quella che era stata la sua vita fino a quel momento.
Ciò che ho preferito di Juniper and Thorn è stata sicuramente la scrittura. Ava Reid scrive benissimo, c'è poco da dire. Nonostante i capitoli lunghi, che in genere non apprezzo, ho trovato la narrazione scorrevole, anche se, ogni tanto, l'autrice si perde in descrizioni di scene di vita quotidiana che, seppur affascinanti, alla fine finiscono per allungare un po´ il brodo. Qualche taglio in più avrebbe sicuramente giovato alla storia. Anche l'ambientazione è molto curata, soprattutto per quanto riguarda i continui rimandi alle tradizioni e al folklore russo. Devo dire che, da profana, mi è sembrato che Ava Reid, autrice americana, si sia approcciata in modo rispettoso alla cultura est europea, e il risultato è un romanzo evocativo ed intrigante.
Per quanto riguarda i personaggi, Marlinchen è una protagonista che, dietro a una personalità docile e remissiva, nasconde un animo cupo. Non si tratta di un personaggio facile da apprezzare ma a me, sotto sotto, è piaciuto. Lo stesso non si può dire di Sevas: non amo il trope dell'instalove, e non ho apprezzato il fatto che il percorso di crescita ed evoluzione della protagonista sembra dipendere molto (forse troppo?) da lui. Il libro è narrato in prima persona da Marlinchen, e proprio per questo motivo, mi è sembrato che i personaggi secondari (il padre della ragazza e le sue sorelle) mancassero un po´di mordente. Certo, é facile detestarli per il loro carattere e le loro azioni ma, al di là di ciò, mancano di una vera e propria caratterizzazione.
In generale anche la trama poteva essere gestita meglio. Ho trovato la prima parte del libro meno ricca di eventi, ma più coerente, mentre i capitoli finali, seppur ricchi di azione e colpi di scena risultano più confusionari. Inoltre ho trovato che l'autrice a volte calcasse troppo la mano con la violenza e le descrizioni molto grafiche, anche dove non era necessario.
Dunque la mia valutazione è di tre stelline e mezzo. In generale Juniper and Thorn mi è piaciuto, ma non è un romanzo che mi sento di consigliare a tutti: se amate il folklore est europeo, e non vi danno fastidio i trigger warning, sono sicura che riuscirete ad apprezzarlo.

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Una storia così fortemente influenzata dal folkore slavo che temevo non riuscissi ad apprezzare, invece Juniper & Thorn si è rivelato subito uno di quei libri che incolla il lettore al libro, immergendolo in una storia dove amore, dolore, trauma e speranza sono strettamente legati e rendono il tutto unico e godibile in una maniera a mio avviso impeccabile.

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Una lettura oscura e tormentata, che spinge il lettore a riflettere e che coinvolge grazie allo stile dell'autrice (che già avevo apprezzato nel suo altro lavoro, "A Study in Drowning"). Una lettura perfetta per chi ama gli horror, i personaggi femminili e le storie introspettive, raccontate con un stile evocativo e che riesce a dar vita, grazie alle parole, a un mondo da cui non ci si vorrà staccare.

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Di questo libro non mi è piaciuto proprio nulla e non l’ho abbandonato solo perché sono una lettrice testarda che raramente interrompe una lettura, ma sarei una bugiarda se dicessi di non essere stata tentata di farlo, e più volte.
Juniper & Thorn è stato il mio primo approccio ad Ava Reid ed ero curiosa non solo di leggere qualcosa di quest’autrice, ma proprio del libro in sé, visto che la trama mi era sembrata interessante e nelle mie corde. Tuttavia i due elementi che mi attiravano di più, ovvero folklore slavo e horror, mi hanno fortemente deluso: il primo si limita a fare da contorno alla vicenda senza però riuscire a creare un’atmosfera evocativa, mentre il secondo per me definirlo horror è un’esagerazione perché il romanzo è completamente privo della tensione che caratterizza questo genere. Il mistero è costruito e gestito male, difatti la sua risoluzione è ovvia fin dall’inizio.
La storia, oltre a essere superficiale e poco appassionante, ci mette davvero troppi capitoli a ingranare e lo dico da persona a cui non dispiacciono quei libri lenti dove l’autore si prende il suo tempo per impostare il mondo e approfondire i personaggi. Non è questo il caso perché il worldbuilding rimane molto confusionario e i personaggi non hanno una personalità sfaccettata e interessante, a partire proprio da Marlichen.
Sono piuttosto sicura di non aver mai incontrato una protagonista così noiosa, insulsa e ripetitiva. Il percorso che affronta è quello di riconoscere come tali e affrontare gli abusi e i traumi subiti, però questo cambiamento io non l’ho percepito su carta. È presente, è descritto, ma non l’ho sentito. Come non ho sentito l’amore tra lei e Sevastyan che, più che da un reale affetto, mi ha dato l’impressione di essere nato un po’ a caso da una combinazione tra attrazione sessuale e necessità di trovare comprensione e conforto in un’altra persona traumatizzata. È anche vero che la loro relazione non ha molto spazio per evolversi a dovere dato che questi due trascorrono poco tempo assieme.
In conclusione, ritengo Juniper & Thorn un libro dalle ottime premesse che, però, poteva essere sviluppato e gestito meglio.

Ringrazio NetGalley e Ne/oN Libri per avermi dato l’opportunità di leggere l’ARC digitale in anteprima in cambio di un’opinione onesta.

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Come sapete amo la penna di questa autrice e anche in questo caso sono rimasta fortemente affascinata dalle atmosfere della storia. Ha avuto la capacità di creare un connubio perfetto tra fantasy e horror.

La storia è abbastanza lenta all' inizio ma sempre attenta ai dettagli. L'ultima parte è sicuramente la più cruda ma anche quella che mostra la vera natura della storia.

Tutti i personaggi sono caratterizzati benissimo e ho amato i loro riferimenti alla tradizione dell' est dell' Europa. Tutti sono perfetti, anche quelli cattivi... Che in un horror li trovo particolarmente importanti.

Apprezzo anche la capacità dell' autrice a inserire il romance, che potrebbe sembrare fuori luogo in un horror, in un modo non preponderante e che risulta perfettamente incastrato.

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3.5⭐

"Juniper & Thorn" è il nuovo fantasy autoconclusivo dalle tinte gotiche ed horror di Ava Reid.
Dopo aver letto "A Study in Drowning" della stessa autrice ed essermi innamorata di quel libro non vedevo l'ora di leggere altro di suo, ma in realtà credo che sia stato proprio per questo motivo che alla fine "Juniper & Thorn", nonostante resti comunque un buon libro, non sia riuscito a raggiungere le mie aspettative.

Protagonista di questo volume è Marlinchen, che insieme alle sue sorelle è tra le ultime vere streghe di Oblya. Ognuna delle tre ragazze ha un potere diverso e per questo il loro padre, un terribile e potente stregone, le sfrutta per far soldi, mettendo a disposizione delle persone della città le loro capacità.
Alle ragazze non è concesso lasciare la loro casa, eppure di notte le tre sorelle riescono a fuggire dalle grinfie del padre e a raggiungere il centro di Oblya, dove assistono ad un meraviglioso balletto in teatro. Marlinchen incontra cosi Sevas, il primo ballerino della compagnia, che le cattura il cuore. Ormai innamorata, la strega riuscirà a trovare il modo di far visita più di una volta a Sevastyan, ma la minaccia di suo padre incomberà sempre su di lei.

Dalla trama potreste dedurre che "Juniper & Thorn" non sia altro che una bellissima fiaba della buonanotte, ma in realtà non è affatto così, infatti questo libro è un retelling de "Il Ginepro" dei fratelli Grimm, un racconto cupo, macabro e violento.

Punto di forza di questo volume è sicuramente lo stile di scrittura di Ava Reid, che già mi aveva conquistato in passato, ma che si conferma a dir poco meraviglioso. L'autrice infatti utilizza un linguaggio ricercato, ma non troppo pomposo e riesce a rendere poetica anche la più banale delle trame. Se dovessi valutare solo questo aspetto del libro, allora Ava Reid si meriterebbe a mani basse il punteggio pieno, peccato però che altri elementi di quest'opera non mi abbiano proprio convinta, a partire dalla trama.

Ci troviamo davanti ad una storia semplice, in cui sono presenti dei colpi di scena che secondo me non possono essere considerati tali e, seppur avessi riscontrato lo stesso difetto anche in "A Study in Drowning", in questo caso non c'è stato nessun aspetto della trama che sia riuscito a tenermi incollata alle pagine (come invece era successo con l'altro volume dell'autrice).
La protagonista non ha un vero scopo ed anche se c'è un accenno di mistero all'interno della storia non è riuscito a coinvolgermi, probabilmente se il libro non fosse stato scritto da Ava Reid mi avrebbe annoiata parecchio.

Marlinchen, la protagonista, mi è piaciuta, si tratta infatti di una strega che ha passato la vita intera ad essere condizionata da suo padre, tanto da crederlo davvero un uomo buono e ad essere disposta a fare tutto per lui. All'interno del libro viene quasi fatta passare per una stupida, ma in realtà Ava Reid ha descritto perfettamente la vittima di un grandissimo manipolatore.
A parte Marlinchen devo dire di aver trovato tutti gli altri personaggi davvero poco caratterizzati, per esempio è chiaro che anche le sue sorelle non abbiano avuto vita facile, eppure questo elemento sembra quasi passare in secondo piano.

Per quanto riguarda il romance si tratta di un chiaro insta-love che in realtà a mio parere non è stato sviluppato nel migliore dei modi, ma che allo stesso tempo non ho trovato così assurdo considerando la storia di Marlinchen. La strega, infatti, non ha mai avuto modo di allontanarsi da casa e ha passato tutta la vita ad essere considerata "insignificante" quindi ho trovato plausibile il fatto che si sia innamorata della prima persona che abbia provato interesse per lei. Non posso dire però di aver compreso Sevas, che mi ha dato la sensazione di essere solo una comparsa nella storia di Marlinchen, ed è proprio per questo che la loro relazione non mi ha emozionata per nulla.

Anche in "Juniper & Thorn" Ava Reid ha inserito tematiche importanti, alcune davvero molto forti e per questo credo sia importantissimo leggere i trigger warning prima di affrontare questa lettura. Si parla tra le tante cose di xenofobia, abusi sessuali, abusi su minori, violenza domestica, autolesionismo e bulimia e alcune scene sono davvero molto grafiche. Devo dire di aver pensato più di una volta che l'autrice avesse un po' esagerato ed infatti, nonostante io non sia una persona che si impressiona facilmente, ho trovato alcune scene davvero disturbanti.
É vero che la storia è narrata per intero in prima persona da Marlinchen, che ha una mente molto fragile per via di tutto ciò a cui è stata sottoposta e per questo si lascia spesso andare a pensieri parecchio macabri, ma forse avrei tagliato un paio di scene.

L'azione all'interno del libro è concentrata tutta nell'ultimo capitolo e ho trovato il finale molto affrettato, ma nonostante tutto ho anche apprezzato il modo in cui si è conclusa la storia di Marlinchen.

Insomma, "Juniper & Thorn" non è un brutto libro, ma la poca caratterizzazione dei personaggi secondari e una trama un po' lenta e poco coinvolgente non hanno permesso a questa lettura di raggiungere le mie aspettative.

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