Member Reviews
Voto effettivo: 3.5
La prima cosa che salta all'occhio è l'incredibile capacità narrativa di Ava Reid che, grazie allo stile di scrittura elegante ed evocativo, ti trascina dentro la storia e, anche quando sai che c'è qualcosa che non funziona ti obbliga a rimanere tra le pagine. Il problema principale del libro è che ha alcuni elementi che risultano ormai vetusti, come l'instalove e, soprattutto, la protagonista un po' troppo Mary Sue. L'ambientazione è stupenda, così come il recupero del folklore slavo ma anche del vittoriano inglese. È un libro volutamente lento, denso e appiccicoso, pieno di TW, che di sicuro farà storcere il naso a chi cerca solo un romantasy. Il finale è un po' caotico e affrettato.
Parto ringraziando NeOn per l'arc, solitamente non scrivo recensioni online, ma mi limito a soliloqui ad amici e parenti.
Purtroppo, mi ritrovo a dover lasciare una brutta recensione per un libro con una bella copertina. All'inizio pensavo che il romanzo fosse fuori dal mio target, ma poi ho capito che era solo scritto e concepito male: pieno di ripetizioni su quanto la protagonista si senta perennemente inadatta, brutta ed inutile. E quando dico pieno intendo quasi una volta a paragrafo. Altre continue ripetizioni ci vengono poi regalate dalle continue crisi ormonali della nostra strega. Ogni personaggio è estremamente tossico, ma in modo distruttivo e non costruttivo.
Peccato perché l'ambientazione era molto interessante. Scrivere un romanzo gotico purtroppo non significa rendere i protagonisti miserabili senza alcuna ragione.
La lettura è stata molto più pesante di quanto avevo inizialmente immaginato, specie per i vari trigger e/o content warning. Per fortuna la mia sensibilità riesce a sopportare temi anche molto pesanti trattati anche con una certa dose di dettagli. Inoltre, sapevo che il libro fosse un retelling, anche abbastanza horror e dark, della fiaba Il ginepro (che già di per sé non è esattamente la meno disturbante del circondario) e avevo già avuto un assaggio del tono del libro dall'estratto nel Libro dei Libri Ne/oN. Comunque, molte scene sono riuscite a farmi correre un brivido o due lungo la schiena, specialmente quelle legate a molestie e violenze sessuali.
Praticamente niente e nessuno rimane illeso, in questo testo: la stessa storia d'amore ha tratti disperati e relativamente poco sani (anche se si parla, senza dubbio, della relazione più sana ed equilibrata). Ed è in questa crescente aura distorta e marcia che i content e trigger warning diventano pesanti, probabilmente a prescindere dalla sensibilità di chi legge. Infatti nelle fiabe non è raro trovare questo tipo di contenuti disturbanti, ma di certo non tutti insieme e naturalmente non descritti con la stessa profondità che può dare un romanzo. In questo contesto, dove tutto viene permeato dall'atmosfera malsana che aleggia sulla casa di Marlinchen e sull'intera città di Oblya, anche il più piccolo dettaglio può diventare pesante come un macigno. E l'autrice sa gestire molto bene il tono della narrazione, senza mai far calare il senso di disagio e di disorientamento.
Ava Reid inoltre costruisce bene una trama che, pur potendo essere compresa abbastanza presto, sa tenersi alcuni colpi di scena e alcune svolte abbastanza inaspettate. Forse gli unici due difetti (che in realtà sono poi molto soggettivi), riguardano alcuni aspetti dei personaggi e lo stile di scrittura. Partendo da quest'ultimo, fa spesso riferimenti allo stile fiabesco, alle sue ripetizioni e ai suoi schemi narrativi, ma a volte diventa troppo pesante a causa di metafore e similitudini che sono presenti praticamente in ogni frase: forse un eccessivo uso dello Show dove un po' di Tell avrebbe agevolato la lettura, specie in sessioni relativamente lunghe. Uno stile con meno metafore avrebbe aiutato anche con la costruzione dei personaggi, e qui arriviamo al secondo "difetto": a volte non si capisce perché i personaggi agiscano in un modo o in un altro (o meglio, non è così facile intuirlo). In particolare riguardo la costruzione dei personaggi, non viene forse gestita troppo bene la crescita di Marlinchen, che sembra avvenire in maniera troppo frettolosa, specie per il fatto che per tutto il resto del volume la si veda pensare e comportarsi in altre maniere. Questi "difetti" non rovinano in realtà la lettura, che rimane piacevole e soddisfacente (a patto di essere la persona giusta per un testo del genere).
La prosa di Ava Reid tesse la trama di una fiaba oscura e non adatta a tutti i lettori, ma chi osa attraversare le spine può trovare almeno un frammento di luce.
Juniper&Thorn è la storia di tre sorelle, tre streghe, tenute prigioniere in casa loro dal padre stregone. In una città che si sta aprendo alla modernità, loro restano lì, sospese tra pozioni e segreti. Ma una sera, di nascosto, decidono di fuggire e andare a teatro. Lì la sorella minore, Marlinchen, voce narrante del romanzo, vede per la prima volta un ballerino e se ne innamora.
La trama è piuttosto lineare e senza particolari colpi di scena (l’ultima rivelazione è piuttosto prevedibile), ma questo libro si fa leggere e si fa amare per altri motivi.
Innanzitutto lo stile dell’autrice, che avevo già apprezzato con A study in drowning e che qui mostra tutta la sua potenza, la profondità, la capacità di dare voce, con parole mai banali, a immagini di tragica e sconvolgente bellezza, alle fantasie più sconcertanti e macabre.
È un libro che si inoltra in luoghi molto bui con la sicurezza e la sincerità di chi, forse, conosce la strada. Per questo non è per tutti: disturbi alimentari, legami famigliari morbosi, violenza sono solo alcuni temi raccontati con limpida brutalità, come fa lo specchio nascosto al terzo piano della casa dello stregone, che mostra solo ciò che è vero. Perché questo romanzo, se vogliamo interpretarlo così, racconta, tramite il filtro magico della fiaba, che certe famiglie possono diventare gabbie (l’immagine non è casuale), quanto è sottile il confine tra l’umano e il mostruoso, quanto il luogo che dovrebbe nutrirci (il cibo è centrale nel romanzo), invece, ci può avvelenare.
Ma come insegnano le fiabe, anche dalla foresta più buia, forse, si può uscire.
Una storia per gli appassionati di fantasy con un world building ben costruito e personaggi che si muovono tra magia e potere. In questo contesto troviamo tre sorelle sotto il controllo di un padre padrone al quale ciascuna tenta a suo modo di sfuggire. Protagonista assoluta é la sorella minore, meno appariscente per aspetto fisico e carattere, ma l'unica in grado di sfidare il destino per difendere il suo amore. Non mancano in questa storia le emozioni del romance nè l'atmosfera intrigante del giallo che ci porta alla ricerca anche di un misterioso assassino che poi tanto misterioso non sarà.
Nella seconda parte del volume, però, a mio avviso, la lettura diventa più faticosa e la storia meno coinvolgente: l'autrice indugia a lungo in passaggi che vanno dall'horror allo splatter e sembra soffermarsi in passaggi e dettagli che rallentano il ritmo della narrazione. Questa la ragione della mia valutazione.
Ringrazio l'editore per avermi consentito di leggere questo eARC e lasciare questa libera recensione da lettrice.
3,5 stelle.
Ho amato l'ambientazione e lo stile di questo libro con tutti i riferimenti al folklore slavo, e penso che sia una lettura perfetta per il periodo autunnale.
Il libro nasce come retelling della fiaba "The Juniper Tree" dei fratelli Grimm, che personalmente non conoscevo e sono andata a leggere solamente dopo la fine del libro per andarne a cogliere i riferimenti.
Marlinchen è le sue due sorelle maggiori sono le ultime streghe di Oblya, costrette a vivere con un padre abusivo e misogino che le rinchiude in casa con la scusa di proteggerle da un mondo esterno che sta cambiando. Nel tentativo di evadere da queste costrizioni Marlinchen scoprirà un mondo che non si aspettava , farà la conoscenza del primo ballerino del teatro di Oblya e scoprirà che un mostro si aggira per le strade della città..
Ho apprezzato in particolar modo lo sviluppo del personaggio di Marlinchen e i toni crudi della narrazione che catturano il lettore e lo fanno partecipe di quanto sta accadendo.
Consiglio caldamente di leggere i trigger warning.
Da amante del gotico e dei romantasy avevo davvero grandi aspettative verso questo libro. Purtroppo mi dispiace ammettere di essere rimasta profondamente delusa.
Ho avuto più volte la tentazione di abbandonare la lettura ma, alla fine, con grande sforzo, sono riuscita a finire il libro.
Mi dispiace ma non riesco a salvare davvero nulla di questo libro.
Il worldbuilding è inesistente. Il sistema magico è raffazzonato e molto confusionario. Lo stile è talmente artificioso da risultare irritante.
I personaggi sono tutti estremamente piatti e più andavo avanti con la lettura e più perdevo qualunque interesse.
La protagonista non fa altro che lamentarsi di quanto lei sia insignificante rispetto alle sue sorelle e non si ribella mai per cercare di migliorare la sua condizione.
La storia d'amore tra i due protagonisti è ridicola.
Il finale non ha davvero alcun senso.
Davvero un grande peccato.
Comunque, come sempre, ringrazio tantissimo Ne/oN per avermi dato la possibilità di leggere in anteprima questa eARC.
Non accetto critiche negative per questo piccolo capolavoro gotici horror con cui Ava Reid ci ha deliziato: così distante dal suo best seller A Study in drowning ma così crudo da risultare perfetto: non è un libro facile da amare. E' un libro inca*zato: col patriarcato, con i dogmi sociali, con le regole e con la famiglia. Non c'è spazio per sentimenti dolci in Juniper & Thorn, ogni cosa è amplificata al mille per mille, ogni sentimento inciso nella pelle fino. farla sanguinare e l'unica via d'uscita è la morte o la vendetta. Non è un libro per tutti e la storia di Marlinchen non è la più digeribile: un retelling dai toni fiabesco narrato con lo scopo di disgustare il lettore, e ci riesce in maniera egregia.
Vi invito a leggere i TW/CW.
Trama/Plot ⭐
Personaggi/Characters ⭐
Stile/Style ⭐
Spicy 0,5
ARC ricevuta su Netgalley dalla Ne/oN Edizioni. Solo due stelle, non posso dire che mi sia piaciuto. Se cercate un fantasy o un romance, non leggete questo libro. Non lo è. L'ho trovato un insieme di temi pesanti concentrati in una trama che vorrebbe essere romantasy: disturbi alimentari, coercizione psicologica e fisica, sfruttamento sessuale, pedofilia, manipolazioni, genitori e famiglie tossiche, addirittura cannibalismo...il tutto raccontato con uno stile che non ho apprezzato, l'ho trovato un po' soporifero e pesante, soprattutto i dialoghi, quasi mai adatti alla tipologia di personaggio che li pronuncia. Non lo consiglio assolutamente...avevo intenzione di leggere altri libri di Ava Reid, ma ora...boh!
***
This is an ARC received on Netgalley from Ne/oN Edizioni. Only two stars, I can't say I liked it a lot. If you're looking for a fantasy or a romance novel, do not read this book. This is not what you're looking for. I found it a mix of heavy themes, concentrated in a plot that'd like to romantasy: eating disorders, psychological and physical coercion, sexual exploitation, pedophilia, manipulation, toxic parents and families, even cannibalism... all told in a style that I didn't appreciate, I found it a bit soporific and heavy, especially the dialogues, almost never suitable for the type of character who pronounces them. I absolutely don't recommend it... I was planning on reading other books by Ava Reid, but now... I don't know!
Cosa dire se non "che gran peccato"? "Juniperþ" mi aveva incuriosita tantissimo con la sua premessa, e i primi due capitoli letti nel "Libro dei libri di Ne/oN" mi avevano convinta a richiedere l'eARC. Purtroppo però, il libro non si è dimostrato all'altezza delle mie aspettative e ho fatto una fatica tremenda a portarlo a termine. La cosa che mi ha fatta andare avanti nella lettura è stato lo stile poetico ed evocativo dell'autrice, che però ammetto a lungo andare mi è risultato essere un po' pesante. Passaggi e descrizioni ripetitivi fino alla nausea (che la protagonista sia insignificante e brutta è stato detto?), un innamoramento lampo che mi ha fatto alzare gli occhi al cielo più di una volta, una storia che nei primi due terzi di libro stenta a decollare, e che nel finale, al contrario, ho trovato frettolosa. Per il mio gusto personale, il libro si merita 3 stelline scarse, non arrivando alla sufficienza e lasciandomi in bocca un gusto amaro come il succo di ginepro. Peccato! Grazie comunque a Ne/oN per avermi dato la possibilità di leggerlo in anteprima <3
Una fiaba per adulti.
Un racconto dai tratti gotici e richiami horror, pieno di trigger warning.
Non ho letto il primo libro dell’autrice,A Study in Drowning, per cui non sapevo cosa aspettarmi.
E devo dire di essere rimasta piacevolmente stupita.
Marlinchen è una delle ultime streghe della città di Oblya
Insieme alle sue sorelle, sono prigioniere del padre, che le rilega nella gabbia dorata della loro casa, non facendo mancare nulla alle tre, se non la libertà.
Un racconto grottesco, dove il romanticismo fa da sfondo agli orrori che i figli ricevono da parte dei padri o tutori.
Si parla infatti di abusi, sia fisici che verbali, Marlinchen e Sevas hanno questo in comune. Entrambi sognano l’indipendenza ed allontanarsi il più possibile dai mostri che li amano in modo distorto e malato.
La protagonista che tanto ama le fiabe, e su cui basa la sua vita non si accorge di farne parte lei stessa, la cieca dedizione e sottomissione al padre e alle sorelle non le permettono di vedere il mostro che vive a fianco a lei.
Forse risulta a tratti banale la storia, lei che si innamora follemente delprimio essere una o di sesso maschile che incontra durante la sua prima escursione notturna insieme alle sorelle..
Però per me non è un elemento negativo, perché la storia d’amore ed il romanticismo sono solo la cornice di questa storia.
Lo stile di scrittura ricorda vagamente quello delle fiabe, rendendoci la lettura quasi onirica, io lo ho letteralmente divorato, ero preda di quella fame di parole, come se la maledizione del padre di Marlinchen avesse colpito anche me.
Per me l’autrice è stata bravissima ad inserire questi temi così forti, crudeli e violenti in una storia scorrevole ed agghiacciante.
I personaggi sono resi divinamente, ognuno caratterizzato alla perfezione, anche i due protagonisti non sono i classici eroi luminosi delle storie, ma portano dentro di loro molte ombre, crudeltà e cattiveria.
Marlinchen così fragile ed impaurita all’inizio, ha paura della sua stessa ombra ed ha fantasie autolesioniste.
Le sorelle Rose ed Undine, bellissime e spietate.
Il padre..lasciamo stare..
Non vi sono eroi in questa storia, se vuoi salvarti devi farlo da solo.
Note negative?
Ovviamente non è perfetto, spesso i dialoghi si ripetono, soprattutto le interazioni tra Marlinchen e Sevas, li ho trovati alquanto piatti ed un filo banali.
Inoltre la nostra protagonista impiega veramente tanto tanto tempo a trovare il coraggio di reagire, ma soprattutto di aprire gli occhi e vere la verità che è sempre stata davanti ai suoi occhi.
E’ stata veramente una scoperta questo romanzo, sono veramente felice di aver potuto ricevere la copia #arc attraverso la piattaforma #netgalley
Sicuramente quando la CE pubblicherà la copia cartacea lo comprerò sicuramente.
Quindi state pronti anche voi a leggere questa meraviglia!!
Il titolo dovrebbe essere Trigger warning & Orrore
Dalla trama mi aspettavo un retelling romantasy in chiave un po' dark.
Cosa ho trovato? Un horror. Leggerlo è stato come se qualcosa mi avesse trascinato dentro un incubo, riuscivo a percepire l'angoscia, la pesantezza e la sensazione di paralisi causata dalla paura quando hai un incubo. Ma allo stesso tempo non riuscivo a smettere di leggere. Volevo sapere dove mi avrebbero portato gli intrighi e come si sarebbe risolta la matassa in cui ero finita.
Penso che l'avrei apprezzato di più se avessi saputo che sarebbe stato così dark, per prepararmi mentalmente.
Vi consiglio di leggere prima la fiaba Il Ginepro dei fratelli Grimm se volete sapere a cosa si è ispirata l'autrice del libro ed essere preparati a questa lettura.
Secondo me l'autrice ha vissuto un'esperienza traumatica e i suoi libri sono un modo per esorcizzare i suoi demoni dato che sia in questo libro che in La storia sommersa la protagonista ha subito violenza e si percepisce quel velo di pesantezza e angoscia che è difficile da ricreare se non l'hai sentito sulla tua pelle.
Di per sé è molto crudo per i miei gusti e avrei preferito sapere cosa aspettarmi (*TW)
TW:
Violenza domestica
Violenza sessuale
Violenza psicologica
Omicidio
Cannibalismo
Disturbi alimentari
Dipendenze
Autolesionismo
Torture su animali
Morte di animali
Una storia viscerale, potente e oscura, come solo Ava sa scrivere e creare.
Un retelling dalle vibes dark, che ricorda le fiabe dei fratelli Grimm, in particolare The Juniper Tree, a cui si è ispirata.
Un racconto multistrato, psicologico, dai mille volti, che sa ammaliare e trascinare il lettorə in un vortice di forti emozioni e sensazioni, in un crescendo di azioni e colpi di scena che termina con un finale che ho decisamente apprezzato.
Un libro a tratti disturbante, dalle tinte horror, che racchiude un mondo di personaggi articolati e dalle mille sfumature, profondi e complessi, e delle descrizioni accurate e evocative.
La 'fame' e l'assenza di fame sono il perno della storia.
La fame d'affetto, la fame di novità, la fame dovuta al senso di colpa, all'angoscia, al dolore, al rifiuto di se stessi e di ciò che hanno fatto gli altri.
Il corpo come campo di battaglia della violenza altrui.
Un romanzo che mi ha stregata esattamente come A Study in Drowning, che ho amato. Annegare dentro se stessi, toccare il fondo per conoscersi meglio, cadere a pezzi per potersi ricostruire, e guarire.
Per quanto i temi siano molto delicati e difficili, alla fine c'è sempre una sorta di rivincita, di rinascita e di cambiamento, una speranza.
La scrittura dell'autrice è a tratti cruda e spietata, a tratti evocativa e poetica, ma sempre scorrevole e curata, attenta, precisa, ricca di dettagli, raffinata e ben pensata.
✨Sono stata attratta da questo romanzo sin dalla sua uscita in lingua originale e, quando ho saputo che Ne/oN lo avrebbe pubblicato in italiano, non vedevo l’ora di leggerlo. Ringrazio quindi la casa editrice di avermelo concesso in anteprima. 🙏☺️.
🫐Juniper & Thorn è un dark fantasy che combina horror gotico e fiaba, attingendo alle storie dei Grimm e al folklore slavo in chiave più matura e oscura. È una storia di padri mostruosi, di sorelle inaffidabili e di innocenza perduta, in cui la protagonista non può evitare di sporcarsi le mani per salvarsi.
🖤Le atmosfere cupe e le ambientazioni dal fascino fiabesco e decadente sono a mio avviso il punto forte del romanzo. Il setting si alterna tra una città pseudo est-europea alle prese con un profondo cambiamento culturale e una vecchia casa stregata, dove si celano segreti, oggetti peculiari, mostri e creature bizzarre, che personalmente ho molto apprezzato.
🪶Lo stile di scrittura dell'autrice ricco di metafore e simbolismi riesce a trasmettere immagini vivide e a trasportare chi legge in un mondo suggestivo e inquietante, ma a tratti diventa un po' prolisso, appesantendo i capitoli e rendendo la trama meno chiara, nonostante ci fosse sempre un gancio che mi invogliava a proseguire la lettura.
🤔Il romanzo però non mi ha pienamente convinto perché:
- Lo sviluppo della storia, dapprima piuttosto lento, si affretta un po' troppo sul finale.
- La gestione del mistero non mi è parsa sempre ben bilanciata, la tensione non sempre soddisfacente.
- Le tematiche trattate, alcune anche pesantucce (attenzione ai trigger warnings! ), mi son sembrate spesso introdotte più come strumenti narrativi che come argomenti realmente esplorati.
- Sui personaggi sono ancora un pochino perplessa, perché li ho trovati per certi versi interessanti, ma spesso emotivamente distaccati e non sono sempre riuscita a connettermi con loro.
📖Insomma, un romanzo sicuramente dalle premesse originali e intriganti, che ha saputo mantenere la mia curiosità fino alla fine, ma non è riuscito a soddisfare appieno le mie aspettative😞.
Voglio iniziare ringraziando Ne/oN per avermi dato la possibilità di leggere questo libro in anteprima.
DNF al 50%
Questo libero aveva tutte le carte in regola per diventare uno dei miei libri preferiti:
- cultura slava
- retelling di una fiaba
- ambientazione cupa e goth
L’ho iniziato con aspettative mooolto alte e purtroppo sono rimasta profondamente delusa. Se non fosse che non mi do mai per vinta e raramente abbandono dei libri ho cercato di andare avanti il più possibile ma ad un certo punto non ce l’ho fatta più.
Io adoro la scrittura evocativa e adoro le descrizioni ma questa volta devo dire che è stato tutto troppo, troppe descrizioni inutili e ripetitive, capitoli davvero troppo lunghi. Il linguaggio è lo stile molto ricercato a rimando dello quello delle fiabe l’ho trovato sterile, non mi ha dato nulla.
I personaggi sono piatti, la protagonista è la classica ragazza “diversa dalle altre” che si innamora dopo aver visto sono una volta il tipo e senza aver spiccicato mezza parola con lui. (Def not a fan degli insta love).
Il mondo magico è confusionario, non si capisce bene come funzionino i poteri delle tre sorelle e come la magia si intrecci al mondo “normale.
Tutto il libro sembra essere incentrato su quanto sia insignificante la protagonista comparata alle sue sorelle, questo concetto viene ripetuto talmente tante volte,anche all’interno dello stesso paragrafo, che dire irritante e dire poco. Tutto questo va a togliere spazio all’effettivo focus della storia che dovrebbe essere la magia di Marlinchen e dei misteriosi avvenimenti che stanno mettendo in subbuglio la città.
Insomma questo libro aveva un grosso potenziale ma per me è no.
Proverò a dare una seconda possibilità all’autrice con a study in drowning.
Devo ringraziare immensamente NeoN (e la piattaforma Net Gallery) per avermi dato la possibilità di leggere l'ARC di questo libro.m in anteprima.
Da diverso tempo volevo recuperare almeno un’opera di Ava Reid e questa è stata l’occasione perfetta!
In questo romanzo ci sono riferimenti a una fiaba dei fratelli Grimm e al folklore slavo, con le sue atmosfere oscure, misteriose e grottesche, talvolta anche horror. Attenzione quindi che ci potrebbero essere dei TW!
Se siete interessati questo romanzo esce in libreria ad ottobre!
Innanzitutto ringrazio Netgalley e NeoN per l'ARC di questo libro.
Era da tempo che volevo dedicarmi alle opere di quest'autrice e questa è stata l'occasione perfetta per farlo. Si tratta in realtà del suo secondo libro, pubblicato nel 2022 che, seguendo la scia del primo, riporta alla luce fiabe e leggende folkloristiche, nello specifico una fiaba dei fratelli Grimm. Una storia cupa e grottesca che rievoca atmosfere e figure tipiche del folklore slavo. In una città in cui la magia antica sta inesorabilmente cedendo il passo alla grigia modernità industriale, l'ultima famiglia a praticarla è ridotta a poco più che un'attrazione turistica per i più curiosi (o coraggiosi), offrendo loro servizi e rimedi in cambio di una manciata di rubli. Marlinchen e le sue sorelle devono oltretutto sottostare agli umori imprevedibili e alla potente magia del padre, da tempo vittima di una crudele maledizione, cercando di conquistarsi in ogni modo piccoli sprazzi di libertà e normalità. Nel mentre, qualcosa di molto più oscuro si sta muovendo, minacciando l'apparente quiete dell'intera cittadina, qualcosa in cui Marlinchen si ritroverà suo malgrado coinvolta.
Il libro non manca di toccare temi piuttosto delicati (fate attenzione ai trigger warnings) oltre a contenere scene più macabre tipiche dell'horror-gotico che potrebbero risultare un po' disturbanti, soprattutto per chi si approccia per la prima volta al genere. Per chi fosse invece già versato, è una lettura consigliata, in uscita in traduzione italiana ad ottobre.
Questo libro mi aveva incuriosito per l'idea di partenza: un retelling della fiaba più dark dei fratelli Grimm. Mi aspettavo di conseguenza di trovare le atmosfere cupe e in parte le ho trovate.
Cosa è andato storto? Lo stile di Ava Reid non mi ha proprio entusiasmato nel caratterizzare i personaggi secondari, tutto è concentrato, anche troppo, nella protagonista. La parte romance è praticamente un insta love e ci sono stati parecchi momenti imbarazzanti.
Peccato anche per Sevas, che rimane bidimensionale e secondo me aveva del potenziale.
Le scene disturbanti a me non hanno toccato, molto probabilmente perché ad un certo punto ho provato indifferenza per la storia.
L'azione relegata alla fine è stata la ciliegina sulla torta, che mi ha fatto davvero cadere le braccia.
Ringrazio Neon per la possibilità di leggere in anteprima questo libro, mi dispiace un sacco non aver trovato ancora un libro davvero entusiasmante, ma non demordo perché sono fiducioso per il futuro
Allora, partiamo subito con le cose negative, così ci leviamo subito il pensiero e passiamo alla ciccia, che è quello che ci interessa.
Juniper and Thorn è il secondo romanzo che leggo della produzione di Ava Reid, della quale ho amato A Study in Drowning. Il problema è che mettendo in relazione i due libri, determinate scene e determinati espedienti appaiono molto simili, non necessariamente nel tono, ma sicuramente nel significato e nella sua rappresentazione. Non voglio dilungarmi per il rischio di fare spoiler, ma ho la sensazione che determinate scene siano state scritte e riscritte dall’autrice per calarsi in una sorta di catarsi per elaborare qualcosa del suo vissuto personale e personalmente non sono il tipo di lettrice che ama rileggere la stessa storia scritta più volte. Allo stesso moto anche determinati simboli e il modo in cui vengono usati sono simili, in particolare mi viene in mente quello dello specchio, che in A Study in Drowning era comunque più metaforizzato, meno dichiarato ed esplicito rispetto al modo in cui viene usato in Juniper and Thorn. Tuttavia, va anche detto che ciascun romanzo andrebbe preso singolarmente e ciò che ho detto fino a questo punto è valido esclusivamente mettendo in relazione due storie che non sono collegate e che io ho letto in ordine invertito rispetto alle date di pubblicazione.
L’altro elemento che è stato poco convincente è la ripetitività: in determinate fasi del libro c’è perfetta corrispondenza tra quello che la protagonista pensa e quello che dice immediatamente dopo nel discorso diretto, così come i suoi pensieri sono sempre gli stessi (che è brutta, insignificante e cosa vorrebbe fare al suo corpo che odia). Inoltre, la presenza delle similitudini rischia di diventare ingombrante: per quanto siano tutte molto belle ed evocative, a volte ce ne sono anche quattro nella stessa pagina e rischiano di appesantire troppo la prosa.
Finito con i difetti, passiamo all’analisi e al commento sui contenuti veri e propri.
Per cominciare, è doveroso avvertirvi che ci sono numerosi trigger, cercherò di mettervene un elenco a fine articolo, non solo l’atmosfera è oscura, ma tutto ciò che viene raccontato è esplicito e grafico: i pensieri autolesionisti di Marlinchen sono raccontati con dovizia di particolari, così come le scene di sesso (a questo proposito, comunque non siamo davanti a un romance, perché il sottofondo di ciò che dovrebbe essere gradevole è che il pericolo sia sempre dietro l’angolo) e quelle di violenza.
Ava Reid utilizza il linguaggio della fiaba per raccontarci qualcosa che fiaba non è. Nelle fiabe le fanciulle sono bellissime e oneste, la bontà è premiata e l’altruismo ti salva. Qui abbiamo una protagonista, terzogenita, dall’aspetto insignificante (o così dice lei, dall’alto del suo essere una narratrice inattendibile) che ha la possibilità di salvarsi esclusivamente perdendo la sua ingenuità e concedendosi lo spazi di essere egoista. Questa parola, “egoista” le viene rinfacciata ogniqualvolta desidera qualcosa per sé stessa che non sia essere la schiava del padre, che non sia nutrirsi delle briciole e degli avanzi: ogni volta che tenta qualcosa di più che sopravvivere viene accusata di essere egoista e di mettere in pericolo le sue sorelle, quando loro per prime non ricambiano la cortesia. In questo senso, meraviglioso è tutto il discorso sul cibo, che per tutto il romanzo racconta un rapporto di potere in cui chi è alla base della catena alimentare deve occupare meno spazio possibile mentre chi è in cima è ingombrante ma non si accontenta mai. Eppure, se da un lato è vero che il carnefice ha potere sulla vittima, in questo caso la manipolazione ha fatto in modo tale che la vittima non si renda conto di avere lo stesso potere su di lui.
Nelle fiabe le bugie sono una prigione, chi mente ne subisce le conseguenze. In Juniper and Thorn sicuramente ci sono delle bugie dette per manipolare, per imprigionare e far sentire in colpa, ma abbiamo anche quelle dette per salvaguardarsi, per plasmare la propria identità individuale e metterla al sicuro da chi ne approfitterebbe, perché se da un lato le spine feriscono, è anche vero che a volte si ferisce per difendersi. A differenza di ciò che succede nelle fiabe, qui non ci sono conseguenze tangibili se si torna a casa un minuto dopo il coprifuoco, non accade realmente nulla di male se si perde la propria verginità e che tutte queste bugie, smontate una dopo l’altra, fanno cadere la facciata di onnipotenza di un padre che vuole tenere sotto controllo ogni aspetto della vita delle sue giovani figlie, ma che ha un potere senza delle reali basi e che crolla per sempre, una volta sparito il terrore. Le menzogne di suo padre riguardano ogni aspetto della sua vita e di quella delle figlie, che cerca di tenere sempre sotto controllo. È un carnefice che si racconta vittima, si professa grande uomo e ridimensiona costantemente i pregi delle figlie, di cui si assume anche il merito, mentre non riconosce mai in sé stesso i difetti che vede negli altri e che trova imperdonabili. In questa storia, i mostri non sono quelli letterali, le creature mitologiche che abitano il giardino della casa stregata, ma uomini ordinari così come ordinarie sono le brutalità di cui sono capaci, in grado di essere tanto manipolatori da fare in modo che le prede non scappino anche quando non ci sono più le sbarre della gabbia. Di una cosa il padre ha il merito: ha instillato in tutte le sue figlie il seme della sua cattiveria, ciascuna di loro, inclusa Marlinchen, adotterà comportamenti manipolatori e passivoaggressivi all’occorrenza, perché il loro padre ha adottato alla perfezione il metodo divide et impera. Le sorelle sono messe le une contro le altre e servirà un enorme lavoro psicologico perché se ne rendano conto, si prendano cura di quella parte di sé per poterla lasciare morire con dignità, perché se non altro hanno potere sulla violenza che commettono, se non su quella che subiscono. Nella cifra totale, il padre è uno sfigato. È un uomo insignificante e inconcludente che non è riuscito a emergere per la sua mancanza di abilità, che ha dovuto imbrogliare per arrivare dov’è arrivato, che ha bisogno di schiacciare gli altri per emergere e che si comporta come se tutto ciò che di brutto gli è capitato fosse una disgrazia, non il frutto delle sue stesse azioni. La sua sola abilità è la manipolazione e con questa riesce a essere terrificante e invincibile, anche per chi legge.
Anche Marlinchen mente a sé stessa quando si racconta che le sue sorelle le vogliono bene, che sono scaltre e intelligenti e che non la metterebbero mai in pericolo. Lei stessa deve in più occasioni guardare in faccia la realtà e attraverso questa rendersi libera, così come loro mentono a lei, quando decidono di omettere segreti che potrebbero aiutarla e caricandola di responsabilità che non dovrebbero essere le sue.
Infatti, credo che il viaggio di Marlinchen sia un viaggio nella sua trasfigurazione tramite la rabbia, perché passa dall’essere una ragazza piagnucolosa, all’inizio del libro, quando vorresti solo darle una scollata e dirle di svegliarsi, all’essere sempre più infuriata per le ingiustizie che subisce quotidianamente. Il suo arco di trasformazione è mostrato anche graficamente tramite il suo abbigliamento, perché passiamo da un’ incipit in cui indossa un ingombrante abito pieno di balze, stecche e corsetti, a sempre più impalpabili vestaglie fino a essere mezza nuda verso la fine del libro, proprio per raccontare il suo passaggio da fanciulla, ingenua e in balia degli eventi, a strega padrona del suo potere e che non deve necessariamente perdonare, per guarire, perché a volte per guarire serve spezzare qualcosa per sempre.
Altra cosa che mi sento di specificare: la storia d’amore non è centrale. È puramente funzionale allo sviluppo di Marlinchen come strega, ma non è assolutamente avvicinabile a quella di un fantasy romance, anche perché Sven è poco caratterizzato come protagonista. Non sono stata una grande fan della loro relazione, perché non mi sembra basata su degli ottimi presupposti, eppure non riesco a vederlo al cento percento come un difetto sia perché credo che la crudezza di tutto ciò sia perfettamente calata in quella del libro, sia perché appunto ho trovato evidente la funzione che ha avuto a livello simbolico. Ultima specificazione che faccio: il worldbuilding potrebbe apparire poco approfondito, ma ciò è perché, per quanto sia un autoconclusivo, è ambientato nello stesso universo di The Woolf and the Woodsman, che è stato pubblicato precedentemente.
Con le dovute precauzioni (leggete i TW) penso che Juniper and Thorn sia un libro solidissimo per trama e ritmo. È sicuramente una lettura che potrebbe non essere adatta a voi e la protagonista potrebbe non piacervi, ma sicuramente merita una possibilità.
TW:
Violenza domestica
Violenza sessuale
Violenza psicologica
Femminicidio
Disturbi alimentari
Dipendenze
Autolesionismo
Morte di animali
Torture su animali
Ringrazio NetGalley and Ne/oN libri per questo ARC in cambio di una recensione onesta.
Juniper & Thorn sarebbe un romanzo gotico con note horror in cui si tratta di abusi e delle cicatrici che questi lasciano.
Purtroppo poco o nulla di ciò è presente nel romanzo: la trama si può riassumere in "she's not like other girls" e "instalove". Un paio di volte a capitolo viene ripetuto come l'aspetto della protagonista sia "insignificante": lo dice lei stessa, la sorella cattiva (perché chiaramente c'è una sorella cattiva), i clienti di lei, sé stessa, e nel caso non lo aveste capito anche sua madre e suo padre. Il tutto sempre in relazione alle sue sorelle maggiori che sono bellissime.
Talmente insulsa che attira l'attenzione del primo uomo che vede che non sia suo padre e guarda caso è l'uomo desiderato da tutti.
Tizio con cui parla tre volte contate, e ovviamente si innamorano. Instalove dettato da pura attrazione fisica e dalla sorpresa di aver trovato un'altra anima egualmente traumatizzata più che da qualunque vero sentimento di affetto. E forse era proprio questo l'intento dell'autrice, tuttavia ritengo che l'evoluzione del rapporto fra i due personaggi poteva essere trattato in modo decisamente migliore, dato che a malapena si comprende come mai gravitino l'una attorno all'altro.
L'antagonista, il padre di lei, e gli abusi che impone alle figlie sarebbero dovuti essere l'elemento horror/gotico del romanzo. Purtroppo ricalca i più scontati dei cliché: misogino, che tiene le figlie chiuse in casa e le controlla in ogni aspetto. Lungi da me negare i danni psicologici che ciò provoca, però è uno stereotipo talmente comune che fallisce nell'essere veramente "horror" e nel suscitare paura.
Quanto alle ragazze, esse dovrebbero essere streghe ma ai loro poteri saranno dedicate si e no tre pagine scarse. Più importante ricordare ai lettori quanto sia insignificante l'aspetto della protagonista un'altra volta.
E tuttavia si riesce comunque a percepire una debole volontà dell'autrice di attingere al folklore slavo, seppur in modo abbastanza delicato e ad esplorare la mente umana a seguito di lesioni psicologiche e di come ciò possano trasformare una persona, ragion per cui non me la sento di bocciare totalmente l'opera.