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4/5 ⭐️⭐️⭐️⭐️

Le fiabe dei fratelli Grimm sono fonte di ispirazione di tantissimi autori, ed Ava Reid è una di queste. Juniper & Thorn è ispirato a “The Juniper Tree” una delle storie più oscure dei Grimm.
La stessa autrice ha definito il suo romanzo decisamente horror, cupo e cruento, ed effettivamente lo è, in questo volume troverete tanti trigger warning che potrebbero turbarvi, violenza fisica, e cannibalismo sono solo alcuni.

Leggendo le prime pagine sembra l’inizio di una favola……la protagonista Marlinchen e le sue due sorelle vivono con il loro padre stregone in una città che sta lasciando il passo all’industrializzazione e la magia è un ricordo sempre più lontano..
Come ultime vere streghe di Oblya, Marlinchen trascorre le sue giornate a divinare segreti in cambio di rubli e cercando di placare la sete di denaro e la tirannia del padre, che tiene le sue figlie lontane dal mondo esterno. Ma una notte, Marlinchen e le sue sorelle escono di nascosto per godersi dei piaceri della città, e durante la visione di un balletto a teatro, incontra una ballerino che cattura rapidamente il suo cuore.
No, non è una favola è l’inizio del nostro incubo…..

Ho trovato questa storia davvero particolare, diversa da tutte quelle lette fino ad oggi, e per questo speciale.
Per i temi trattati sembra strano descriverlo come bello, ma in un certo senso lo è stato, mi è piaciuta molto l’ atmosfera oscura e inquietante che si respirava, ed ho apprezzato la crescita e l’evoluzione della protagonista, una donna abusata psicologicamente e fisicamente, che trova il coraggio e la forza di affrontate il proprio destino
La scrittura dell’autrice è ricercata e poetica, e si adatta molto bene alla storia, anche se l’eccessivo uso di similitudini mi ha portato qualche volta a distrarmi e ad allontanarmi dalla centralità della storia.
Sicuramente non un libro per tutti, ma se cercate una storia oscura e disturbante che vi lascia forti emozioni, suggerisco la lettura e vi consiglio di farlo durante l’autunno

Ringrazio la Neon Libri per avermi offerto gratuitamente l’Arc digitale tramite NetGalley.

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4.5
Grazie mille alla Ne/oN per avermi inviato l'ARC di questo libro!!

DAMN la persona che ha detto che nessuno scrive un gothic fantasy come Ava Reid aveva assolutamente ragione
Ho letto un bel po' di libri ispirati al folklore dell'Europa dell'est ma nessuno è come questo - seppur la storia fosse impregnata di rimandi a leggende e codex di quel mondo magico così diverso dalle solite fiabe più occidentali, il modo di scrivere della Reid ha reso la storia unica e speciale, nonostante si trattasse di un retelling. In meno di 300 pagine l'autrice riesce a creare una storia completa, ben fatta e finita, una nuova fiaba in tutto e per tutto e io non riesco a trovare le parole giuste per esprimere davvero quanto mi sia piaciuto in una maniera che gli renda giustizia

Lo stile di scrittura è davvero fenomenale - è il primo libro che leggo della Reid, quindi non so se è tipico dell'autrice, so però che è così che vengono spesso narrate queste storie e retelling del folklore est europeo: pieni di metafore, di immagini colorate o all'occorrenza cupe, l'esperienza di lettura ti fa sentire come se fossi entrata direttamente in quei boschi incantati spesso al centro di queste storie, in un labirinto di rovi difficili da districare ma nel quale di tanto in tanto trovi bacche di ginepro che pian piano ti indicano la via, semi che vengono piantati silenziosamente ma in maniera tale che quando la realtà sboccia davanti a te ne sei sì sorpresa ma un po' effettivamente lo sospettavi.

(Questa recensione non avrà un cavolo di senso perché è, personalmente, stata una lettura così bella su più livelli, diversi, ma così ben intrinsechi che non so come esprimermi in maniera lineare. Daje così)(No davvero, c'è così tanto da dire e così tanto che ho apprezzato che i pensieri mi si riversano tutti insieme e non so da dove cominciare e come continuare)

Posso continuare a parlarvi della prosa così poetica che a volte mi sono commossa? Parole così semplici ma messe insieme in una maniera talmente "magica" che ti sentivi davvero trasportata tu stessa nella storia, nel giardino della casa di Marlinchen, tra le stanze rovinate e cupe della tenuta di famiglia e per le strade proibite di Olbya. Scene oscure, a volte crude, momenti di terrore, paura e ansia, e a volte pensieri di autolesionismo, narrati in una maniera così affascinante e ipnotica che il pensiero di mettere in pausa la lettura era davvero impossibile. Quasi capisci cosa provavano i Romantici quando parlavano del sublime, così rapiti dalla bellezza intrinseca del dolore e dell'oscuro che pensare di guardare dall'altra parte era inconcepibile, nonostante a volte si provasse ribrezzo o disagio davanti a certe scene o descrizioni

Magari nominare la storia, che come detto prima, nonostante fosse un retelling, è riuscita comunque a risultare nuova e fresca? Diversa, entusiasmante e con un colpo di scena finale i cui indizi erano stati posti sin dall'inizio della storia, sin dal primo capitolo, dubbi e supposizioni che il tuo cervello inquadra sin da subito come la soluzione finale, ma c'è sempre quella vocina che ti dice "Ma no dai, non lo farebbe ami. Oppure sì?"

Parlarvi di Marlinchen e di quanto io adori le protagoniste come lei? Imperfette, inadeguate, impreparate davanti alla realtà del mondo perché sono state tenute all'oscuro di tutto sempre e da tutti, ma che arrivate al punto di non ritorno che neanche loro si aspettavano di raggiungere fanno un giro di 360° e proprio grazie alla loro visione "diversa" del mondo trovano il modo per riuscire a scappare. Come l'ho sentita accanto a me, come ho sentito i suoi dispiaceri, le sue paure, il suo crescere ma rendersi conto che nonostante tutto dentro di lei sarà sempre la solita ragazzina silenziosa, docile, ma mai da sottovalutare (e anche incredibilmente horny)

Quanto realistica, crudele, e tremendamente ingiusta nella sua perfezione fosse la descrizione della toxic household nella quale lei viveva e delle relazioni che aveva con il resto della sua famiglia, soprattutto col padre - per questo davvero non ho parole, solo assenso. È fatto davvero bene.

E del mio amore incondizionato per quell'anima tormentata che è Sevas? Leggerei uno spin-off tutto solo su di lui - piangerei tutte le mie lacrime, probabilmente, ma lo farei senza pensarci due volte

Capisco la maggior parte delle critiche che sono state fatte a questo libro (il modo in cui Marlinchen continuava a definirsi brutta, le frequenti ripetizioni di frasi o concetti, la relazione tra lei e Sevas forse troppo istantanea sono le più frequenti) ma non riesco a farle del tutto mie, a condividerle davvero, per il semplice fatto che questa, come detto prima, è una storia, una fiaba e presenta quegli elementi, quei tropoi tipici di un genere al quale si è oggettivamente poco abituati perché molto diverso rispetto alle "solite" fiabe occidentali. Again, non è che ne abbia letti poi così tanti di libri di questo genere, ma penso di averci preso la mano, e a mio modesto parere qui è stato fatto proprio il lavoro di Dio - magari fossero tutti belli così, così ipnotici da trasportarti, anzi proprio strattonarti nel folto della foresta maledetta

Non è il libro che ti cambia la vita, ma indubbiamente la Reid riesce a renderti l'esperienza di lettura un qualcosa di irripetibile, diverso, macabro ma bello proprio nel suo essere a volte disturbante (BTW attenzione ai trigger warnings tra cui sexual assault, bulimia e pensieri di autolesionismo)
Forse non è perfetto al 100%, ma non cambierei niente di questa storia, e anzi, avrei voluto non finisse mai

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Ringrazio Ne/oN per avermi dato l’opportunità di leggere questo eARC, e mi complimento per l’acquisizione di questo titolo, che ho apprezzato molto.
Dell’autrice avevo già sentito dire molto bene, pur non avendo ancora letto nulla, ma questa lettura sicuramente mi ha invogliata ad approfondire le sue opere. La sua scrittura è molto elegante ed evocativa.
Non mi soffermo sulla trama, dato che la sinossi fornisce già un’idea chiara. La storia è ambientata in una città dell’est Europa, all’avvento del capitalismo e di tutte quelle innovazioni tecnologiche che sembrano avere il potere di spazzare via la “vecchia magia”. Infatti a casa della protagonista troviamo le ultime creature che nel folklore est europeo gravitano attorno al focolare domestico (a chi ha letto “L’orso e l’usignolo” risulteranno personaggi molto familiari), e l’ultimo stregone rimasto in città a guadagnarsi da vivere grazie alle arti magiche più antiche.
Il tono della narrazione è cupo, sia per l’ambientazione, sia per l’oscurità che i protagonisti portano dentro sé. Si respira un senso di oppressione, in quanto molte parti della storia si svolgono proprio in casa, una casa dalla quale il padre non permette alle figlie di allontanarsi e prova ad esercitare un controllo totale sulle vite delle tre ragazze. La caratterizzazione di Marlinchen, è molto ben costruita e ha una bella profondità, con diverse sfaccettature. Gli altri personaggi non eguagliano a mio parere tale profondità, ma sono comunque credibili.
La storia invece si prende molto tempo nella prima parte del libro, e solo poi diventa più incalzante e incolla davvero il lettore alle pagine. La lentezza iniziale però non mi ha annoiata, anche perché costruisce molto bene una certa atmosfera.
Senza fare spoiler, mi è piaciuto molto il confronto tra la magia del “vecchio mondo” e la modernità che avanza inesorabile. È presente una storia d’amore, che ha un ruolo importante nella storia. Uno dei temi preponderanti nel libro, nonché quello che me lo ha fatto davvero apprezzare moltissimo, è quello della magia che la protagonista porta dentro di sé. Lei, che gli altri definiscono insignificante da talmente tanto tempo che ormai lei stessa è convinta di esserlo, scoprirà qual’è la potenza stregonesca del desiderio. Il tema del desiderio femminile attraversa tutta la storia, sin dal primo capitolo, evolvendosi con la protagonista e andando a scardinare il sistema patriarcale in cui è stata cresciuta.
Oltre ad essere un racconto fantastico, con frequenti richiami ai libri di fiabe, in molti punti si sfocia nell’horror, mostrando scene che potrebbero urtare la sensibilità di alcuni lettori. Personalmente ho apprezzato le scelte dell’autrice, anche quando si è trattato di approfondire alcuni traumi personali del passato dei protagonisti, però qualcuno potrebbe effettivamente trovare il tutto faticoso da affrontare.

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Juniper & Thorn è una fiaba nera, gotica, che mi ha colpita per le atmosfere e per la scrittura di Ava Reid, ma che per il resto non mi ha convinta del tutto.
Marlinchen, la protagonista, è l’ultima delle tre figlie dello stregone di Oblya. Cresciuta quasi in cattività, è sempre costretta a sopportare i maltrattamenti del padre, colpito da una maledizione che gli fa provare una perenne fame insaziabile, e le sorelle più belle e più potenti di lei. La sua vita, però, cambia dopo una fuga notturna con le sorelle al teatro della città.
Il problema principale di questo libro è proprio Marlinchen, un personaggio con cui non sono riuscita a empatizzare: Ava Reid ha un vizio, che in questo libro è esarcerbato, ed è quello di ripetere alcuni concetti allo sfinimento, e la caratterizzazione di Marlinchen ne risente abbastanza. Di lei sappiamo che è bruttina, rispetto alle sorelle stupende e che è poco intelligente – cose che le ripetono continuamente anche gli altri. Marlinchen, in particolare nella prima parte del libro, è un personaggio passivo, che è coerente con il suo vissuto, ma mi ha reso molto difficile fare il tifo per lei.
La seconda parte scorre decisamente meglio, e soprattutto nella parte finale succedono più cose – forse un po’ troppe, concentrate tutte nelle ultime 50 pagine. Un altro problema di questo libro è infatti il ritmo, piuttosto lento all’inizio ed eccessivamente veloce verso la fine.
In ogni caso, lo consiglio? È un libro che ha i suoi difetti, ma non mi è dispiaciuto – non è il massimo per chi cerca un worldbuilding solido e personaggi indimenticabili, ma è una lettura che intrattiene. (Anche se consiglio di dare un’occhiata ai trigger warning, prima di iniziarlo!)

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Juniper and Thorn è un retelling che ha tutto quello che secondo me dovrebbe avere un racconto del genere: riprende i punti cardine dell'Albero di Ginepro dei fratelli Grimm, ma non ne fa un calco, invece li riutilizza per cucirvi sopra una storia nuova e complessa, che mantiene al tempo stesso le atmosfere disturbanti caratteristiche dell'originale.
È un volume pieno di trigger warning e dinamiche problematiche che, anche non essendo approfondite da un discorso critico, grazie proprio al tono della storia portano il lettore nella giusta direzione lontana dalla romanticizzazione.
4 stelle, perché ho bisogno di tempo per capire se sarà una storia che mi rimarrà addosso.

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Juniper e Thorn è un romanzo nato dalla penna di Ava Reid, autrice già nota in Italia per A study in drowning, e uscirà il prossimo 23 ottobre per Neon.
Aspettavo con ansia questo titolo, visto che ho amato A study in drowning. Fortunatamente le mie aspettative sono state soddisfatte e infatti sono rimasta ammaliata anche da Juniper e Thorn. Fra le pagine di questo libro ritroviamo le atmosfere gotiche e cupe che caratterizzano la scrittura della Reid, con descrizioni evocative che lasciano nel lettore un senso di stupore misto a inquietudine. Quest'autrice ama infarcire le sue storie di dettagli oscuri e grotteschi, che fanno venire la pelle d'oca nel leggerli. In particolare, Juniper e Thorn si rifà alle fiabe originali, quelle dei fratelli Grimm, ricche di elementi cruenti e di uno spiccato senso del macabro, oltre che di un'atmosfera sempre oscura e opprimente, ma proprio per questo piena di un suo fascino misterioso. Ritroviamo la presenza di topoi del racconto fiabesco, sapientemente mescolati a tematiche attuali e moderne. Ho apprezzato molto il modo in cui la stessa protagonista si riferisca a storie e racconti popolari, a volte quasi esasperandone volutamente le caratteristiche tipiche. La Reid in questo romanzo gioca molto con le fiabe nella loro veste originaria, prima della Disney e della trasformazione di questi racconti in storie per i più piccoli. Ad esempio, ho amato il fatto che Marlinchen ripeta spesso che nelle storie le madri o sono cattive o sono morte, riprendendo in effetti uno stereotipo della maggior parte dei racconti fantastici. Troviamo anche una ricorrenza del numero tre e una quasi parodia dell'idea della fanciulla pura e innocente che deve essere salvata dal principe di turno. Insomma, diciamo che ho amato questi riferimenti alle fiabe, ma con continui ribaltamenti e riflessioni sul loro essere in effetti degli stereotipi.
La presenza di questi riferimenti, però, come già detto va ad intrecciarsi ad una visione decisamente più moderna. E lo fa tanto nell'ambientazione quanto nei personaggi e nelle tematiche trattate. Riguardo al primo elemento, ci troviamo ad Oblya, una città ispirata all'est Europa, ma immersa in un'atmosfera tipica della Londra vittoriana. Il contrasto fra la modernità, rappresentata dalle industrie e dell'avvento dell'elettricità e avente il suo culmine nella costruzione del teatro per il balletto, e il mondo antico e naturale, fatto di mostri e leggende, è centrale nel romanzo. Marlinchen e la sua famiglia sono gli ultimi stregoni ancora in vita, l'ultima roccaforte di un sapere antico e misterioso, ma non c'è posto per loro nel nuovo mondo. E questo darà il via ad una serie di avvenimenti terribili, un mostro che si leverà dalle tenebre e lascerà dietro di sé una scia di sangue e morte. La Reid non idealizza nessuna delle due realtà, ciascuna con le sue contraddizioni e i suoi punti negativi. Anzi, pervade l'intero romanzo di un'aura decadente, che mette in evidenza il peggio della natura umana.
In tutta questa oscurità, però, si trova anche della luce. Marlinchen e Sevas, il ballerino di cui la ragazza si innamorerà, hanno conosciuto orrori indicibili durante la loro vita, ma riescono comunque ad essere generosi e altruisti. Ho amato questi due personaggi e il romance dolcissimo che nasce tra loro. I due si salveranno a vicenda e il loro amore sarà l'unica cosa bella in mezzo alle tenebre. Ma per poter sfuggire al male dovranno accettare l'uno l'oscurità dell'altra, solo così potranno essere davvero liberi. Anche gli altri personaggi del romanzo sono scritti bene, a cominciare dal padre e dalle sorelle di Marlinchen. Non ci sono eroi ed eroine, come accade nelle fiabe, tutti i personaggi sono moralmente grigi o addirittura neri, spesso protagonisti di una tragedia che li spinge in qualche modo a compiere azioni terribili. Ho amato come la Reid vada puntualmente a stravolgere ruoli archetipici delle fiabe, pervadendoli della crudezza e della brutalità di cui solo l'essere umano sa macchiarsi. A tal proposito, è opportuno chiarire che nel libro sono presenti numerosi tw, come la violenza e gli abusi sotto tantissime forme o i disturbi del comportamento alimentare. Pertanto, si tratta di un libro molto particolare, che potrebbe non essere adatto alle persone più sensibili. Ci sono scene abbastanza cruente e talvolta disturbanti. Ma è proprio questo il fascino della scrittura della Reid.
Come in A study in drowning, anche in Juniper e Thorn ci ritroviamo in una casa fatiscente, piena di personaggi inquietanti, mentre seguiamo una ragazza con una vita tormentata che deve imparare a credere di più in sé stessa e nelle sue potenzialità. Ho apprezzato anche i riferimenti alla violenza di genere e a come le donne debbano spesso lottare per pretendere un posto nel mondo. E allo stesso modo di A study in drowning, ho trovato il finale un po' troppo prevedibile e affrettato, per quanto giusto. Per il resto, ho amato tantissimo questa storia cupa e angosciante, che unisce romance e mistero, ma che è soprattutto un racconto di crescita interiore.
In conclusione, non posso che consigliarvi Juniper e Thorn. Soprattutto se amate I racconti gotici e oscuri, ma al contempo ricchi di tematiche attuali, allora è la lettura perfetta per voi. Un libro scorrevolissimo da divorare in una giornata autunnale, magari nel periodo di Halloween, per perdersi fra streghe e mostri di ogni tipo, in una città cupa e piena di pericoli!

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Voto: 3,75 stelle su 5 (⭐⭐⭐💫💫 )

Prima di tutto ringrazio @neonlibri che mi ha dato l'opportunità di leggere questo libro in superanteprima tramite la piattaforma Netgalley.

Dalla stessa autrice di "A study in drowning" arriva una fiaba dark (oscura e tenebrosa un po' come lo erano le autentiche fiabe raccolte dai fratelli Grimm), perfetta per Halloween, ricca di magia, incantesimi, maledizioni, mostri, streghe e stregoni, che prende spunto dalla mitologia, dalla tradizione e dalle leggende slave.

Il libro sembrerebbe ambientato in una specie di Ottocento europeo (o inizi Novecento), ed è intriso di misteri, antichi miti, riti e creature leggendarie dimenticati da tempo ma ancora presenti nella vita della protagonista e della sua famiglia.
La protagonista è Marlinchen, una ragazza di 23 anni che vive insieme alle sue due sorelle più grandi e al padre stregone in una casa alla periferia della città dove si guadagnano da vivere grazie ai loro poteri, nonostante vengano ritenuti più delle attrazioni che delle persone con dei talenti speciali.

Già dall'inizio sembra di leggere una fiaba cupa. Comincia, infatti, in modo davvero accattivante e promettente. Vari mostri, creature oscure e atmosfere sinistre, hanno attirato sin da subito la mia attenzione (goblin, satiri, vecchie divinità minori cadute in disgrazia e molto altro). Le stesse sorelle protagoniste della storia hanno nomi che derivano da quelli di creature fantastiche.

Di Ava Reid avevo già letto "A study in drowning" che per vari motivi non mi aveva convinta (a breve spero di riuscire a postare la recensione visto che l'ho letto ancora ad aprile). A quello, infatti, avevo dato 2,5 stelle su 5 ma volevo dare un'altra possibilità all'autrice anche perché trovavo la trama di questo davvero molto interessante e avevo letto le prime pagine su "Il Libro dei Libri Ne/on" e mi erano piaciute molto. I due libri, se devo essere onesta, non sembrano nemmeno scritti dalla stessa persona da quanto il primo era "acerbo" mentre questo più "maturo", soprattutto come scrittura (seppur alcune cose rimangano immutate in fatto a stile e scelte narrative, soprattutto riguardo ai traumi che le protagoniste subiscono nell'arco della loro vita).
Mentre nel primo libro che ho letto c'erano buchi di trama enormi come crateri, la storia era traballante e i personaggi spesso fastidiosi, qui non c'è niente di tutto questo. La trama è interessante, la protagonista mi è piaciuta molto e ho trovato impossibile non provare empatia per lei con tutte le sue insicurezze, le sue imperfezioni. È proprio il contrario della protagonista di "A study in drowning": in "Juniper & Thorn" troviamo una ragazza qualsiasi, che non attira per niente l'attenzione, ordinaria.

I due personaggi principali sono persone "spezzate", da una vita dura e crudele, che li ha feriti e umiliati più volte, che hanno trovato un luogo sicuro, un riparo, l'uno nell'altro.

Ci sono immagini spesso forti e crude, la maggior parte delle volte, devo ammettere, anche più del necessario. Anche se hanno reso bene l'idea della sofferenza dei due ragazzi.
Ribadisco, infatti, che è una storia profondamente oscura, che si fa sempre più tenebrosa mano a mano che si prosegue con la lettura.

Ho adorato le atmosfere, l'ambientazione, sembrava quasi di leggere il retelling di una fiaba slava. Ci sono tantissime creature del folklore e un sistema magico particolare. Anche se, come per "A study in drowning", l'autrice rimane sempre sul vago (o non spiega mai del tutto) per quanto riguarda sia il worldbuilding che per le regole e come funziona la magia del mondo creato. Penso che questa, purtroppo, sia una pecca propria di questa scrittrice però in questo libro non se ne sente la mancanza come invece si percepiva nel precedente.
È un libro davvero molto scorrevole e che invoglia a proseguire velocemente la lettura per sapere cosa succederà.

Nonostante mi sia piaciuto, non è privo di difetti.
C'è del romance che si avvicina molto all'"instalove" ma che non risulta esageratamente forzato, anzi è abbastanza comprensibile da parte di entrambe le parti, anche se per motivi diversi.
Purtroppo con l'avanzare della storia il libro mi ha un po' delusa. Ad un certo punto diventa tutto "troppo": esagerato, assurdo, quasi insensato. Ed è un vero peccato perché le idee alla base sono interessanti e potevano essere sfruttate e sviluppate molto meglio. La storia d'amore diventa sempre meno credibile (però in certi momenti i due personaggi principali mi hanno fatto tenerezza e ho provato empatia per loro). Ci sono "immagini" e scene spesso forti e crude in modo "gratuito", anche se verso gli ultimi capitoli se ne capisce il motivo.

Alla fine è stata una lettura che è partita davvero bene e con buone premesse ma poi si è rivelata carina ma niente di più. Ho apprezzato comunque moltissimo le idee alla base e mi ha ricordato tanto una fiaba. La prima parte si è fatta divorare, poi l'interesse è un po' scemato, soprattutto verso l'ultimo terzo del libro. In ogni caso si legge velocemente e lo trovo perfetto per il periodo legato ad Halloween (che è proprio quello quando uscirà effettivamente).
Questo libro mi ha intrattenuta bene e sono curiosa di leggere altri libri dell'autrice.
Lo consiglio perché sono sicura che ci saranno persone che lo adoreranno, specie chi ama le storie d'amore tormentate e il trope del "forbidden love".

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Inizio con il ringraziare neon libri per la possibilità di leggere l'ARC
Avevo questo libro in tbr da parecchio e dopo aver letto "A study in drowning" della stessa autrice mi sono interessata ancora di più a questo libro.
Noi seguiamo Marlinchen la più giovane di tre sorelle streghe, figlie di un padre stregone, che fa di tutto per tenerle all'interno della piccola realtà della loro casa. Tutto cambia quando Marlinchen visita di notte la città assieme alle sue sorelle e quando un presunto mostro inizia a mietere vittime nella città di Oblya.
Ava Reid si riconferma bravissima nel dare una certa atmosfera alle sue storie. Sembra di leggere una fiaba, nella versione aspra e crudele dei fratelli Grimm, lunga un intero romanzo. Riesce benissimo anche a trasmettere l'angoscia e il senso di essere sull'orlo di un baratro che prova la protagonista. Così come l'affetto per altri animali o personaggi.
Questo romanzo è basato sul folklore dell'Europa dell'est e la storia in sé mi è piaciuta parecchio! Non ho ancora letto la fiaba dei fratelli Grimm originale da cui è tratto questo retelling, ma spero di recuperarla al più presto.
Tuttavia si riesce a capire che è solo il suo secondo romanzo perchè il modo di descrivere le scene è ancora un po' rigido. Soprattutto all'inizio ci sono aggettivi e metafore abbastanza inutili, di solito sono una cosa che apprezzo, ma in questo caso mi ha rallentato nella prima parte del libro. Inoltre era da un sacco che non leggevo un libro narrato in prima persona, di solito non mi piace moltissimo, se non fatto da determinati autori/autrici, per cui ci è voluto un po' per abituarmici (però in questo caso si tratta per lo più di gusti personali).
Inoltre avrei voluto connettermi un po' di più con i personaggi, le sensazioni che dovrebbe trasmettere la storia arrivano molto bene, ma mi sembra comunque di essere stata un po' troppo distaccata dai personaggi in sè.
Comunque la storia rende esattamente quello che descrive la sinossi del libro e se quello vi è sembrato interessante vi consiglio assolutamente di leggerlo.
Nel complesso è un 4 stelle per il libro in sè ma per i miei gusti personali sarebbe più sulle 3 stelle.

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"Le storie non erano fatte per essere messe in dubbio: le storie contenevano, ed erano esse stesse,
ogni risposta. Erano fatte per anticipare qualunque domanda tu potessi avere, per rubarti le parole
di bocca".


Avevo visto molte recensioni contrastanti su questo libro, ed è forse il motivo principale per cui l'ho richiesto subito. La storia segue Marlinchen e le sue due sorelle, che vivono a Oblya con il padre,
uno stregone che cerca in tutti i modi di controllarle e di sfruttare i loro poteri a suo vantaggio.
Quando escono di nascosto dalla città, Marlinchen inizia lentamente a rendersi conto di ciò che il
padre ha fatto per tutti questi anni e del mostro che è diventato.

Devo dire che le parti che mi sono piaciute di più (anche se piuttosto brevi) erano le storie del Codex,
che narravano diverse fiabe, e come una di queste fosse proprio il soggetto del primo spettacolo
che Marlinchen ha la possibilità di vedere.

Per il resto, questo libro mi ha lasciato molti sentimenti contrastanti, più che altro, probabilmente,
non riuscendo ad apprezzare del tutto Marlinchen come personaggio non sono riuscita ad amare la storia
in generale.

Grazie davvero a Netgalley e a Ne/oN per avermi concesso di leggere questo eARC in anteprima in cambio
di una recensione onesta.

~ 3 ⭐️

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una fiaba con i denti e il cuore nero.

Nell’Europa dell’Est, c’è una città sull’orlo di un importante cambiamento culturale in cui magia e folklore vengono rapidamente spazzati via da scienza e tecnologia. In questa città, c’è una casa e in questa casa vivono l’ultimo potente stregone e le sue tre preziosissime figlie, protagonisti di un racconto nero come il buio sotto il vostro letto, colmo di veri mostri e uomini mostruosi.

Juniper and Thorne si presenta come una favola dark, un retelling di “The Juniper Tree” dei fratelli Grimm, con cui però ha davvero pochissimo in comune. Ad un padre padrone e tiranno, si aggiungono sorelle inaffidabili ed egoiste, la perdita precoce dell’innocenza e un’eroina passiva e per niente facile da apprezzare che tenta di salvare se stessa da un ciclo vizioso di abusi di un sistema patriarcale e sessista alla quale è assuefatta e arresa, finendo inevitabilmente per sporcarsi le mani di sangue. Ahimé, la grande rivelazione, è un debolissimo colpo di scena che si vede arrivare già dalle primissime pagine.

Non avendo letto nient’altro dell’autrice, mi sento di affermare che lo stile di scrittura fiabesco, appositamente ripetitivo e ridondante nei concetti per rimanere fedele al genere, non le rende per nulla giustizia. Ci vedo del potenziale inespresso. Inoltre, sul generis, ho preferito retelling come Uprooted o L’orso e l’usignolo, pur non essendone una grandissima fan.

Non è necessariamente un brutto libro, ma qualcosa per me è andato storto. Seppur intrigata dal folklore slavo, non riesco a passare sopra alla semplicità e alla superficialità con cui vengono affrontati temi importanti come disturbo alimentare, autolesionismo, abuso e stupro. Vorrei potermi crogiolare nell’illusione che Ava Reid abbia ritenuto necessario mantenere una narrazione scorrevole e semplicistica per emulare lo stile fiabesco, tuttavia rimango tremendamente disturbata dalla cosa.

Poco gothic e poco horror, te lo consiglio solo se hai stomaco forte e pazienza.

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Grazie a NetGalley e ne/on per avermi concesso di leggere questo atteso titolo in anteprima.
Juniper & Thorn è una storia di abusi, di donne silenziate che riscoprono il mostruoso che è in sé, potente e troppo a lungo contenuto, la risposta ai soprusi di chi vuole ingabbiarle, mangiarne la purezza, di magia non edulcorata per palati difficili: sacrifici, linguaggio crudo e nudo, svariati trigger warning che (disordini alimentari, abusi psicofisici, sessuali, immagini forti) che ritengo vadano segnalati per non far confondere questo volume con uno dei tanti dall'atmosfera simile che ci sono in circolazione in Italia.
Perché potrebbe assomigliarvi, ma Juniper and Thorn è propriamente un libro di Ava Reid in quanto contiene leitmotiv già presenti in A study in drowning (che quindi si è portata dietro durante la sua carriera da autrice), chissà quanto autobiografici ma sicuramente da lei sentiti nel profondo, che rendono questa lettura sì un fantasy, ma anche una profonda riflessione sulla femminilità, sul patriarcato, sulla famiglia e i suoi equilibri a volte malati che non si ha il coraggio di vedere né di affrontare perché impensabili, specialmente quando ci è stato sempre detto che lo siano.
Traduzione eccellente, sono presenti dei refusi (qualche ripetizione di aggettivi, qualche verbo mancante), ma cosa da poco che non può mancare in qualsiasi traduzione ancora non alla revisione finale.
Consiglio di curare particolarmente il marketing all'annuncio per non spaventare nessun lettore ma, al contempo, per rendere il più chiari possibili (pur senza spoiler) i temi contenuti all'interno di questa storia.
Che ho adorato, una volta superata e digerita la sua frequente crudezza, con le amate similitudini di Reid che qui abbondano rispetto a suoi lavori successivi ma non fanno altro che arricchire l'esperienza di lettura e di immaginazione.
Potrebbe sembrare un classico esempio di damsel in distress, ma Rose non lo è: lentamente deve risvegliarsi dal torpore, magico e abusivo, in cui l'ha precipitata il padre, scegliere a chi concedere la sua fedeltà dopo essere stata tradita anche senza saperlo, anche dal suo stesso sangue, e abbracciare ciò che le hanno fatto, che resta dentro di lei ma con cui non è impossibile imparare a convivere.
Un libro che sembra parli di morte, ma che realtà è intriso di speranza di rinascita.

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Ringrazio la casa editrice per aver fornito, attraverso netgalley, una copia digitale del libro in cambio della mia onesta opinione.

Purtroppo il libro mi ha molto deluso. La trama è stata gestita malissimo. All'inizio è noioso e le cose finiscono per accalcarsi nell'ultima parte. L'instant love non è stato sviluppato con accortezza. Personaggi poco simpatici e protagonista troppo stupida.

Alcuni temi mi hanno turbato per come scritti, sebbene fossi consapevole dei tw. Consiglio quindi di leggerli prima e rifletterci bene.

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Ringrazio Netgalley e Neon per avermi dato la possibilità di leggere questo libro in anteprima in cambio di una recensione onesta!

Partiamo dal presupposto che le mie aspettative per questo libro erano alle stelle: A study in drowning è stata una delle mie letture preferite di questo 2024, quindi non vedevo l’ora di leggere altro dell’autrice.
Ad attirarmi sono state le streghe, folklore e un sentore di fiaba dark a cui di solito non so resistere. Queste aspettative purtroppo sono state disattese, ma questo non vuol dire che questo sia un brutto libro, anzi.

Il libro è tecnicamente fatto bene, con la giusta voce per un retelling dark del folklore slavo - nello specifico credo che l’ispirazione sia la fiaba dello zar Saltan, di Aleksandr Puskin - ma ho passato metà del libro in confusione e l’altra metà con un senso di disgusto per quello che leggevo. Non sono riuscita a empatizzare con la protagonista, il che é paradossale considerando che si tratta della voce narrante: é infantile e ignorante per gran parte delle vicende e in quanto tale é inaffidabile. Riconosco che questa sua peculiarità abbia senso ai fini della storia per il suo sviluppo come personaggio, ma ha inficiato molto la godibilità del libro rendendo criptica gran parte della narrazione. Questa caratteristica fa il paio con la naturale metaforicitá di una fiaba, che in questo caso somiglia molto a quelle non censurate dei fratelli Grimm. Se si riesce a superare il senso di disagio che accompagna la lettura, però, si può trovare un coming of age in cui vengono trattati una serie di questioni sociali, una su tutte il rapporto e la mediazione tra passato e presente, sia in ambito familiare che di classe.

Penso che questo libro possa avere il suo pubblico, sicuramente tra i lettori che hanno amato l’Immortale di Catherynne Valente, che non rifuggono le descrizioni cruente e uno stile che trasuda metafore al limite dell’onirico tipico delle fiabe russe.

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JUNIPER AND THORN, di Ava Reid
Traduzione di Giorgia Demuro

5 stelle

Sicuramente non è un romanzo adatto a chiunque, è piuttosto dark e infarcito di traumi, come del resto molti altri dei libri di Ava Reid.
Personalmente ho amato l'atmosfera da favola dark, e le contrapposizioni interiori dei personaggi, capaci di essere vittime e carnefici nella stessa pagina.

La traduzione di Giorgia Demuro è stupenda, abbagliante e magistrale, avendo letto il libro in lingua originale prima e poi nell'edizione di Ne/on sono davvero colpita dalla bravura di questa giovane traduttrice, e di come sia riuscita a rendere la scrittura evocativa di Ava Reid nella nostra lingua.

Ringrazio Ne/on e netgalley per l'arc!

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Ringrazio subito NetGalley e la NeOn per avermi dato la possibilità di leggere questo libro in anteprima!

Premessa, è il primo libro di questa autrice che leggo, "A study in drowning" mi ha sempre incuriosito ma ho deciso di buttarmi prima su questo anche per andare in ordine di pubblicazione e partivo già con l'idea che magari non sarebbe stato uno dei migliori, visto il successo minore riscontrato. Però ero davvero tanto curiosa e, nonostante io l'abbia abbandonato, sono contenta di averci almeno provato, tanto che comunque proverò a leggere i suoi libri successivi perchè trovo che l'idea e le trame che lei crea siano molto interessanti e valide.

Purtroppo con questo libro, fin dalle prime pagine non è scattata la scintilla, ma ho comunque provato ad andare avanti nella speranza di vedere un miglioramento visto che l'inizio è quasi sempre la parte più critica per me, ma dopo un po' ho dovuto per forza arrendermi e decidere di abbandonare la lettura. Prolisso, complesso e ripetitivo. Avrei apprezzato una legenda, qualche spiegazione in più, qualcosa che fosse in grado di spiegarmi termini, oggetti, figure, incantesimi e non ritrovarmeli lì messi a vuoto senza contesto. La protagonista già dalle prime pagine non mi stava particolarmente simpatica ma andando avanti mi ha più volte irritato e dato fastidio, la coppia principale si innamora sulla base di un incontro durato la bellezza di trenta secondi in cui lui poi era pure moribondo quindi mi chiedo anche come facesse a ricordarla.

Ci sono diversi TW, quelli che ho affrontato io sono stati cui abuso e bulimia, abbastanza grafica, ma potrebbero essercene anche altri, quindi consiglio di leggerli assolutamente prima di iniziare la lettura!

Non fa parte purtroppo del genere di libri affine alle mie corde, anche se ho apprezzato il clima cupo e tenebroso che è riuscito a creare.

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DNF 30%

Ringrazio Neon e NetGalley per la possibilità di leggere il libro in anteprima, purtroppo non intendo continuare la lettura.

È estremamente ripetitivo, c'è il trope dell'instalove che io non sopporto, i due protagonisti non si capisce perché dovrebbero piacersi. Dalle premesse mi ispirava tantissimo e anche il primo capitolo sembrava promettere bene, ma proseguendo la lettura non mi stava piacendo nulla. La protagonista non fa altro che ripetere quanto sia brutta e inadeguata fino allo sfinimento e gli altri personaggi sono uno più stereotipato dell'altro.

#NetGalley #Juniper&Thorn

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"Juniper and Thorn" è un'opera che sfugge a ogni facile categorizzazione. Sin dalle prime pagine, ti avvolge in un'atmosfera cupa e seducente, dove la magia e la realtà si fondono in un intreccio inquietante. Il romanzo si muove attraverso strati di oscurità e bellezza, provocando nel lettore una serie di emozioni contrastanti: inquietudine, piacere, e una trasformazione sottile ma inesorabile.

La trama, ricca di simbolismi e riferimenti folkloristici, ti trascina in un mondo dove ogni parola, ogni gesto, sembra avere un peso specifico, scavando solchi profondi nella mente e nel cuore. La narrazione è un'esperienza sensoriale, in cui la bellezza del linguaggio contrasta con la crudezza degli eventi, creando un equilibrio precario ma avvincente.

Il libro non si limita a raccontare una storia; è un viaggio che trasforma chi lo legge, lasciando un segno indelebile. Le sue pagine sono intrise di una magia oscura, che affascina e inquieta al contempo, rendendo difficile distaccarsene anche dopo aver chiuso l'ultima pagina.

"Juniper and Thorn" è una lettura che lascia il segno, un'esperienza che va oltre la semplice narrazione e si insinua nei recessi più profondi dell'animo. È un libro che inquieta e affascina, che provoca piacere e angoscia, ma soprattutto, che trasforma.

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Devo dire che l'ho letteralmente divorato in due giorni.
L'ho amato.
Adoro i riferimenti alla cultura russa e ucraina.
Non vedo l'ora di averlo in cartaceo in libreria
Portate altri libri di questa autrice perché è fenomenale

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Una potente favola noir.
Tre sorelle, tre donne, tre streghe con tre poteri diversi, costrette a vivere ai margini di una Oblya moderna a causa del loro padre, padrone, ultimo stregone vivente dopo essersi personalmente sbarazzato della concorrenza e che non approva i cambiamenti, la democrazia, lo zar.
Ma le tre ragazze, donne, streghe bramano, sognano, vogliono la libertà che sembra essere lì, a portata di mano, facile da ottenere usando qualche sotterfugio per non farsi scoprire dal padre.
Una favola gothic horror con elementi descrittivi fulgidi, vividi, tanto da sentire il sapore del sangue sulla punta della lingua, in un crescendo di oscurità e angoscia nella quale è difficile capire, fino alla fine, se esiste una luce in fondo al tunnel.

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Un libro sicuramente molto diverso da A study in drowning, meno finemente strutturato, diciamo più "grezzo" se vogliamo.

Decisamente non una lettura adatta a tutti, che indaga quanto gli abusi creino cicatrici indelebili nelle persone. Consiglio sicuramente di leggere i trigger warning prima di approcciarsi al libro.

Il romanzo è cupo, decadente e macabro, perfetto per una lettura autunnale, e consigliato a chi ama libri come Le sorelle Hollow, o I nostri cuori imperfetti.

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