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Questo libro mi aveva incuriosito per l'idea di partenza: un retelling della fiaba più dark dei fratelli Grimm. Mi aspettavo di conseguenza di trovare le atmosfere cupe e in parte le ho trovate.
Cosa è andato storto? Lo stile di Ava Reid non mi ha proprio entusiasmato nel caratterizzare i personaggi secondari, tutto è concentrato, anche troppo, nella protagonista. La parte romance è praticamente un insta love e ci sono stati parecchi momenti imbarazzanti.
Peccato anche per Sevas, che rimane bidimensionale e secondo me aveva del potenziale.
Le scene disturbanti a me non hanno toccato, molto probabilmente perché ad un certo punto ho provato indifferenza per la storia.
L'azione relegata alla fine è stata la ciliegina sulla torta, che mi ha fatto davvero cadere le braccia.
Ringrazio Neon per la possibilità di leggere in anteprima questo libro, mi dispiace un sacco non aver trovato ancora un libro davvero entusiasmante, ma non demordo perché sono fiducioso per il futuro

Allora, partiamo subito con le cose negative, così ci leviamo subito il pensiero e passiamo alla ciccia, che è quello che ci interessa.
Juniper and Thorn è il secondo romanzo che leggo della produzione di Ava Reid, della quale ho amato A Study in Drowning. Il problema è che mettendo in relazione i due libri, determinate scene e determinati espedienti appaiono molto simili, non necessariamente nel tono, ma sicuramente nel significato e nella sua rappresentazione. Non voglio dilungarmi per il rischio di fare spoiler, ma ho la sensazione che determinate scene siano state scritte e riscritte dall’autrice per calarsi in una sorta di catarsi per elaborare qualcosa del suo vissuto personale e personalmente non sono il tipo di lettrice che ama rileggere la stessa storia scritta più volte. Allo stesso moto anche determinati simboli e il modo in cui vengono usati sono simili, in particolare mi viene in mente quello dello specchio, che in A Study in Drowning era comunque più metaforizzato, meno dichiarato ed esplicito rispetto al modo in cui viene usato in Juniper and Thorn. Tuttavia, va anche detto che ciascun romanzo andrebbe preso singolarmente e ciò che ho detto fino a questo punto è valido esclusivamente mettendo in relazione due storie che non sono collegate e che io ho letto in ordine invertito rispetto alle date di pubblicazione.
L’altro elemento che è stato poco convincente è la ripetitività: in determinate fasi del libro c’è perfetta corrispondenza tra quello che la protagonista pensa e quello che dice immediatamente dopo nel discorso diretto, così come i suoi pensieri sono sempre gli stessi (che è brutta, insignificante e cosa vorrebbe fare al suo corpo che odia). Inoltre, la presenza delle similitudini rischia di diventare ingombrante: per quanto siano tutte molto belle ed evocative, a volte ce ne sono anche quattro nella stessa pagina e rischiano di appesantire troppo la prosa.
Finito con i difetti, passiamo all’analisi e al commento sui contenuti veri e propri.
Per cominciare, è doveroso avvertirvi che ci sono numerosi trigger, cercherò di mettervene un elenco a fine articolo, non solo l’atmosfera è oscura, ma tutto ciò che viene raccontato è esplicito e grafico: i pensieri autolesionisti di Marlinchen sono raccontati con dovizia di particolari, così come le scene di sesso (a questo proposito, comunque non siamo davanti a un romance, perché il sottofondo di ciò che dovrebbe essere gradevole è che il pericolo sia sempre dietro l’angolo) e quelle di violenza.
Ava Reid utilizza il linguaggio della fiaba per raccontarci qualcosa che fiaba non è. Nelle fiabe le fanciulle sono bellissime e oneste, la bontà è premiata e l’altruismo ti salva. Qui abbiamo una protagonista, terzogenita, dall’aspetto insignificante (o così dice lei, dall’alto del suo essere una narratrice inattendibile) che ha la possibilità di salvarsi esclusivamente perdendo la sua ingenuità e concedendosi lo spazi di essere egoista. Questa parola, “egoista” le viene rinfacciata ogniqualvolta desidera qualcosa per sé stessa che non sia essere la schiava del padre, che non sia nutrirsi delle briciole e degli avanzi: ogni volta che tenta qualcosa di più che sopravvivere viene accusata di essere egoista e di mettere in pericolo le sue sorelle, quando loro per prime non ricambiano la cortesia. In questo senso, meraviglioso è tutto il discorso sul cibo, che per tutto il romanzo racconta un rapporto di potere in cui chi è alla base della catena alimentare deve occupare meno spazio possibile mentre chi è in cima è ingombrante ma non si accontenta mai. Eppure, se da un lato è vero che il carnefice ha potere sulla vittima, in questo caso la manipolazione ha fatto in modo tale che la vittima non si renda conto di avere lo stesso potere su di lui.
Nelle fiabe le bugie sono una prigione, chi mente ne subisce le conseguenze. In Juniper and Thorn sicuramente ci sono delle bugie dette per manipolare, per imprigionare e far sentire in colpa, ma abbiamo anche quelle dette per salvaguardarsi, per plasmare la propria identità individuale e metterla al sicuro da chi ne approfitterebbe, perché se da un lato le spine feriscono, è anche vero che a volte si ferisce per difendersi. A differenza di ciò che succede nelle fiabe, qui non ci sono conseguenze tangibili se si torna a casa un minuto dopo il coprifuoco, non accade realmente nulla di male se si perde la propria verginità e che tutte queste bugie, smontate una dopo l’altra, fanno cadere la facciata di onnipotenza di un padre che vuole tenere sotto controllo ogni aspetto della vita delle sue giovani figlie, ma che ha un potere senza delle reali basi e che crolla per sempre, una volta sparito il terrore. Le menzogne di suo padre riguardano ogni aspetto della sua vita e di quella delle figlie, che cerca di tenere sempre sotto controllo. È un carnefice che si racconta vittima, si professa grande uomo e ridimensiona costantemente i pregi delle figlie, di cui si assume anche il merito, mentre non riconosce mai in sé stesso i difetti che vede negli altri e che trova imperdonabili. In questa storia, i mostri non sono quelli letterali, le creature mitologiche che abitano il giardino della casa stregata, ma uomini ordinari così come ordinarie sono le brutalità di cui sono capaci, in grado di essere tanto manipolatori da fare in modo che le prede non scappino anche quando non ci sono più le sbarre della gabbia. Di una cosa il padre ha il merito: ha instillato in tutte le sue figlie il seme della sua cattiveria, ciascuna di loro, inclusa Marlinchen, adotterà comportamenti manipolatori e passivoaggressivi all’occorrenza, perché il loro padre ha adottato alla perfezione il metodo divide et impera. Le sorelle sono messe le une contro le altre e servirà un enorme lavoro psicologico perché se ne rendano conto, si prendano cura di quella parte di sé per poterla lasciare morire con dignità, perché se non altro hanno potere sulla violenza che commettono, se non su quella che subiscono. Nella cifra totale, il padre è uno sfigato. È un uomo insignificante e inconcludente che non è riuscito a emergere per la sua mancanza di abilità, che ha dovuto imbrogliare per arrivare dov’è arrivato, che ha bisogno di schiacciare gli altri per emergere e che si comporta come se tutto ciò che di brutto gli è capitato fosse una disgrazia, non il frutto delle sue stesse azioni. La sua sola abilità è la manipolazione e con questa riesce a essere terrificante e invincibile, anche per chi legge.
Anche Marlinchen mente a sé stessa quando si racconta che le sue sorelle le vogliono bene, che sono scaltre e intelligenti e che non la metterebbero mai in pericolo. Lei stessa deve in più occasioni guardare in faccia la realtà e attraverso questa rendersi libera, così come loro mentono a lei, quando decidono di omettere segreti che potrebbero aiutarla e caricandola di responsabilità che non dovrebbero essere le sue.
Infatti, credo che il viaggio di Marlinchen sia un viaggio nella sua trasfigurazione tramite la rabbia, perché passa dall’essere una ragazza piagnucolosa, all’inizio del libro, quando vorresti solo darle una scollata e dirle di svegliarsi, all’essere sempre più infuriata per le ingiustizie che subisce quotidianamente. Il suo arco di trasformazione è mostrato anche graficamente tramite il suo abbigliamento, perché passiamo da un’ incipit in cui indossa un ingombrante abito pieno di balze, stecche e corsetti, a sempre più impalpabili vestaglie fino a essere mezza nuda verso la fine del libro, proprio per raccontare il suo passaggio da fanciulla, ingenua e in balia degli eventi, a strega padrona del suo potere e che non deve necessariamente perdonare, per guarire, perché a volte per guarire serve spezzare qualcosa per sempre.
Altra cosa che mi sento di specificare: la storia d’amore non è centrale. È puramente funzionale allo sviluppo di Marlinchen come strega, ma non è assolutamente avvicinabile a quella di un fantasy romance, anche perché Sven è poco caratterizzato come protagonista. Non sono stata una grande fan della loro relazione, perché non mi sembra basata su degli ottimi presupposti, eppure non riesco a vederlo al cento percento come un difetto sia perché credo che la crudezza di tutto ciò sia perfettamente calata in quella del libro, sia perché appunto ho trovato evidente la funzione che ha avuto a livello simbolico. Ultima specificazione che faccio: il worldbuilding potrebbe apparire poco approfondito, ma ciò è perché, per quanto sia un autoconclusivo, è ambientato nello stesso universo di The Woolf and the Woodsman, che è stato pubblicato precedentemente.
Con le dovute precauzioni (leggete i TW) penso che Juniper and Thorn sia un libro solidissimo per trama e ritmo. È sicuramente una lettura che potrebbe non essere adatta a voi e la protagonista potrebbe non piacervi, ma sicuramente merita una possibilità.
TW:
Violenza domestica
Violenza sessuale
Violenza psicologica
Femminicidio
Disturbi alimentari
Dipendenze
Autolesionismo
Morte di animali
Torture su animali

Ringrazio NetGalley and Ne/oN libri per questo ARC in cambio di una recensione onesta.
Juniper & Thorn sarebbe un romanzo gotico con note horror in cui si tratta di abusi e delle cicatrici che questi lasciano.
Purtroppo poco o nulla di ciò è presente nel romanzo: la trama si può riassumere in "she's not like other girls" e "instalove". Un paio di volte a capitolo viene ripetuto come l'aspetto della protagonista sia "insignificante": lo dice lei stessa, la sorella cattiva (perché chiaramente c'è una sorella cattiva), i clienti di lei, sé stessa, e nel caso non lo aveste capito anche sua madre e suo padre. Il tutto sempre in relazione alle sue sorelle maggiori che sono bellissime.
Talmente insulsa che attira l'attenzione del primo uomo che vede che non sia suo padre e guarda caso è l'uomo desiderato da tutti.
Tizio con cui parla tre volte contate, e ovviamente si innamorano. Instalove dettato da pura attrazione fisica e dalla sorpresa di aver trovato un'altra anima egualmente traumatizzata più che da qualunque vero sentimento di affetto. E forse era proprio questo l'intento dell'autrice, tuttavia ritengo che l'evoluzione del rapporto fra i due personaggi poteva essere trattato in modo decisamente migliore, dato che a malapena si comprende come mai gravitino l'una attorno all'altro.
L'antagonista, il padre di lei, e gli abusi che impone alle figlie sarebbero dovuti essere l'elemento horror/gotico del romanzo. Purtroppo ricalca i più scontati dei cliché: misogino, che tiene le figlie chiuse in casa e le controlla in ogni aspetto. Lungi da me negare i danni psicologici che ciò provoca, però è uno stereotipo talmente comune che fallisce nell'essere veramente "horror" e nel suscitare paura.
Quanto alle ragazze, esse dovrebbero essere streghe ma ai loro poteri saranno dedicate si e no tre pagine scarse. Più importante ricordare ai lettori quanto sia insignificante l'aspetto della protagonista un'altra volta.
E tuttavia si riesce comunque a percepire una debole volontà dell'autrice di attingere al folklore slavo, seppur in modo abbastanza delicato e ad esplorare la mente umana a seguito di lesioni psicologiche e di come ciò possano trasformare una persona, ragion per cui non me la sento di bocciare totalmente l'opera.

Su questo libro ci sono davvero tantissime cose da dire e non penso di esserne in grado perchè davvero non ho la capacità di affrontare tutti gli argomenti che ci sono in questa lettura di poche pagine. Cercherò di andare con ordine e affrontare quello che riesco ma sappiate che c'è davvero tanto di più.
Partiamo subito dalle note dolenti, in primis la copertina che con questo disegno sembra destinata il libro a un pubblico nel range di libri per ragazzi o al massimo young adult, ma sappiate che NON è assolutamente adatto a questa fascia di età. Questo è un libro decisamente oscuro, forte, disturbante, con scene molto crude e macabre, per cui ne consiglio la lettura a un pubblico forte di stomaco e soprattutto adulto.
Altra piccola pecca è lo stile di scrittura, questo è uno dei primi romanzi di Ava Reid (e a voglia trovare dei primi romanzi così belli) e ha voluto un po' strafare. E' scritto benissimo, non fraintendetemi, ma a volte è troppo ricco di similitudini, capita magari che tra i pensieri della protagonista in una pagina sola ce ne siano quattro in fila e questo appesantisce molto il momento, ma rende anche più difficile seguire il filo. Per contro però crea degli attimi così evocativi e delle scene così vivide che sarebbe perfetto come trasposizione cinematografica perchè ci mette tutto precisamente sotto gli occhi in modo vividissimo. Quindi da un lato abbiamo uno stile quasi fin troppo ricco, ma dall'altro ti fa entrare in pieno nella scena e te la fa proprio vivere. Altra piccolissima pecca è il fatto che il libro dovrebbe essere ambientato in Russia o comunque in un paese dell'est europa ma si percepisce poco il contorno perchè anche i piatti citati sono solo due e sempre quelli, diciamo che c'è poco worldbuilding ma non essendo quello il punto focale della storia si può soprassedere. Inoltre il libro è ambientato in un mondo che si vede in un'altra delle sue storie (ancora inedita in italia) quindi si può giustificare il poco contorno anche così.
Ma passiamo ai punti decisamente a favore di questa lettura, in primis la protagonista, Marlinchen che ho davvero mal sopportato nella prima parte del libro perchè la vedevo come una protagonista debole, succube e sempre a un passo dalle lacrime, ma che poi ha una crescita grandissima. La sua parte comincia come quella di una qualsiasi protagonista delle fiabe, se sei buona, remissiva, obbediente e timorosa di tutto il bene arriverà anche per te. Marlinchen ci mostra invece che è l'esatto opposto e ce lo mostra liberandosi di un padre despota e manipolatore, liberandosi delle persone che le hanno mentito, hanno abusato di lei e che per anni le hanno inflitto violenze psicologiche. Ebbene sì, questa lettura è piena di scene agghiaccianti, di momenti che ti fanno venire voglia di chiudere il libro e che ti fanno storcere la bocca dal disgusto, ma questo è il suo punto forte. Reid ci porta in un mondo oscuro, violento, ci fa entrare nella mente di una donna che per anni è stata abusata in modi terribili e io resto sempre più ammirata dalla bravura di questa autrice che sa trasformare una fiaba, una storia fantasy, in un manifesto di denuncia, un modo catartico per affrontare le brutture del mondo. E il fatto che nella prima parte del libro non sopportassi la protagonista è un punto a favore perchè ci mostra la bravura di Reid nel creare delle personagge vivide e reali con poche semplici pagine. Come dicevo la crescita di Marlinchen sarà evidente, piano piano comincia a uscire dalla gabbia di bugie e convinzioni sbagliate che la sua mente ha creato intorno a lei in risposta ad anni di soprusi e la cosa fantastica è che da lettore ce ne accorgiamo. Ci sono molti indizi che si colgono durante la lettura ma Marlinchen è una narratrice inaffidabile perchè ci riporta le cose che vede e pensa ma non ha il quadro generale della situazione, da lettore invece si possono cogliere dei dettagli e metterli insieme e quando quando lei arriva alla conclusione che può effettivamente salvarsi da sola la rivelazione sarà uno schock per lei, ma chi legge ci sarà già arrivato.
Se proprio vogliamo trovare un altro piccolo neo posso dire che ho apprezzato la storia d'amore perchè non eccessivamente invasiva e perchè comunque è finalizzata alla liberazione e alla presa di coscienza di Marlinchen, ma non l'ho trovata del tutto priva di difetti e in alcuni punti ricalca moltissimo delle scene di A study in drowning. Diciamo che possiamo perdonare anche questo a Reid perchè comunque Juniper and thorn è uscito prima e per essere una delle sue prime uscite tanto di cappello, però forse un maggiore distacco tra i due libri sarebbe stato più apprezzabile.
Resto comunque del parere che questo sia un libro bellissimo, era da tempo che non venivo portata dentro una fiaba così cupa ma così piena di significati. I fratelli Grimm sarebbero fieri di questo retelling de Il ginepro, una delle loro storie più oscure e violente, perchè Reid gli h
a donato davvero una marcia in più caricandolo di tutti questi significati, ma a questo proposito mi sento in dovere di segnalare i trigger warning di questo libro che sono davvero molti.
TRIGGER WARNING: violenza (sessuale, domestica, psicologica), abusi, maltrattamenti di animali, autolesionismo, disturbi alimentari, femminicidio.
Decisamente una lettura consigliatissima a un pubblico mirato, questo è il retelling di una fiaba che vi porta dentro una fiaba del tutto differente, una storia cupa e cruda, bellissima e terribile e devo solo ringraziare Neon per la possibilità della lettura in anteprima, davvero un libro stupendo.

Vi siete mai chiesti come verrebbe riscritta oggi una fiaba dei fratelli grimm?
È l'intento di Ava Reid, con questo retelling della fiaba The Juniper Tree, di per sé già dai toni molto crudi e violenti.
Sappiamo bene quanto alcune fiabe classiche nella loro versione originale in realtà siano molto macabre e decisamente poco adatte ai bambini e proprio per questo quando questo titolo è stato annunciato da @neonlibri ne sono subito stata entusiasta e li ringrazio per avermi dato la possibilità di leggerlo in anteprima 🖤
•Marlinchen e le sue due sorelle, Undine e Rose sono le ultime streghe di un mondo in cui ormai il progresso scientifico ha soppiantato la magia. Il padre, un potente stregone su cui aleggia una terribile maledizione, le tiene segregate nella loro grande grande e ormai fatiscente dimora, lucrando sui pochi clienti loro rimasti.
Durante la notte però le tre ragazze fuggono in gran segreto, godendo della bellezza della città e dei sui divertimenti, tanto disprezzati dall'odiato padre. Proprio durante una di queste notti a teatro Marlinchen nota un bellissimo ballerino, di cui si innamora perdutamente. Nel suo cuore però non si cela quest'unico segreto, intanto qualcosa di terribile e mostruoso aleggia sulla città.
•Più di tutto ho amato le atmosfere descritte dalla Reid, dai piccoli e mostruosi abitanti della casa stregata fino alla descrizione delle ambientazioni che ricordano proprio una vecchia fiaba, l'autrice è stata molto brava a ricreare questo mondo attingendo dai fratelli Grimm.
•Per quanto riguarda lo sviluppo della storia mi aspettavo qualcosa di completamento diverso e nonostante sapessi dei risvolti horror non mi aspettavo che toccasse tematiche molto molto pesanti (se cercate la lista dei TW è praticamente infinita, cosa che io ovviamente ho fatto solo dopo averlo letto), ero convinta di approcciarmi ad un fantasy dalle tinte dark e horror ma poco impegnativo, proprio per questo non sono riuscita a godermelo al massimo.
•Mi è piaciuto molto lo sviluppo dei personaggi e il background della protagonista mi ha spezzato il cuore, purtroppo però ho trovato il finale troppo affrettato.
Lo stile di scrittura della Reid è molto fiabesco e profondo e forse proprio il suo modo di affrontare certe tematiche mi ha turbato tanto, nonostante si inserisca perfettamente nel contesto da lei creato. Dopotutto credo che effettivamente se i fratelli Grimm fossero stati nostri contemporanei avrebbero toccato certi argomenti in modo più dettagliato e realistico. Questa scelta mi rendo conto che non incontra molto i miei gusti, nonostante questo credo sia scritto molto bene e meritevole di attenzione, forse avrei solo inserito la lista dei TW, anche celati da un qr code possibilmente per oscurarli ed evitare gli spoiler. Non ne ho mai sentito l'esigenza di questo espediente ma devo ricredermi in questo caso, soprattutto per chi come me legge i fantasy esclusivamente per svago e per staccare da libri più pesanti.

“Juniper & Thorn" è un romanzo affascinante e inquietante, che mescola elementi di horror gotico con una profonda riflessione sui temi della libertà, del potere e della resistenza. È una lettura che lascia il segno, sia per la sua bellezza oscura sia per la forza emotiva della storia di Marlinchen. Tuttavia, è anche un romanzo che non risparmia il lettore, con scene intense e un'ambientazione che amplifica la sensazione di disagio e terrore. Se sei un amante del gotico e delle storie di empowerment femminile, "Juniper & Thorn" è una lettura imperdibile.

Ho amato le atmosfere folkloristiche del libro. Soprattutto nei primi capitoli, mi sono sentita completamente catapultata in un mondo davvero strano e ne ero molto curiosa. Mi è piaciuto il personaggio di Marlinchen, una figura cupa nelle vesti di una dolce ragazza remissiva. La prima parte del libro è molto coerente... poi si perde un po'. Complessivamente, l'ho apprezzato, ma rivedrei la parte centrale.
Ringrazio la casa editrice per l'opportunità.

Non ho amato molto il modo in cui il libro è risultato.
La trama mi intrigava talmente tanto che sono rimasta piuttosto delusa alla fine!
Alcune cose che non ho gradito sono:
- sistema magico confuso, si fatica a capire il funzionamento della magia perché ci sono sono accenni alla cosa.
- questa storia dovrebbe parlare delle conseguenze dell’abuso e di una forma di riscatto da queste situazioni, ma alla fine tutto sembra più una sorta di fuga amorosa che altro.
- i personaggi femminili sono troppo sessualizzati e le donne vengono definite al 90% solo dal loro aspetto fisico (non so quante volte ho letto che la protagonista ha un aspetto insignificante).
- la prima parte è molto lenta e succede tutto verso la fine, avrei preferito una narrazione più omogenea.
Tra le cose che ho apprezzato invece ci sono:
- l’ambientazione, quello che ho capito di questa mi è piaciuta molto, c’è una sorta di nota macabra/oscura che attraversa tutto il romanzo.
- sulla scrittura faccio fatica ad esprimermi: è un po’ prolissa ma comunque mi ha intrattenuta abbastanza da farmi arrivare a fine libro senza troppi sforzi, nonostante non stessi amando trama e personaggi.

Juniper and Thorn, romanzo di Ava Reid che verrà pubblicato in ottobre da Ne/oN (la collana di Edizioni e/o dedicata al fantasy) è sia uno spin off di the Wolf and the Woodsman, il romanzo d'esordio dell'autrice, che un retelling della fiaba dell'albero di ginepro dei Fratelli Grimm (una delle più oscure e violente).
Sfortunatamente non ho letto né il primo, né la seconda, dunque posso valutare Juniper and Thorn per quello che è: un fantasy autoconclusivo ispirato al folklore russo. In generale, nonostante la narrazione forse un po´ lenta per i miei gusti, posso dire che mi è piaciuto, ma non per questo é esente da difetti, i quali mi hanno portato ad abbassare la valutazione finale.
Prima di iniziare la recensione ci tengo a chiarire che, nonostante la copertina illustrata e l'ispirazione fiabesca, Juniper and Thorn non è assolutamente un libro per bambini (e tantomeno young adult): sono presenti scene grafiche e riferimenti a tematiche pesanti come l'abuso domestico. Per questo motivo, prima di iniziare la lettura, vi raccomando di dare un'occhiata ai trigger warnings: in generale sono la prima a non apprezzarli (in quanto li trovo spesso troppo spoilerosi), ma in questo caso mi hanno aiutato ad avere un'idea precisa di ció che sarei andata a leggere, e a non farmi cogliere troppo in inganno dalle atmosfere fiabesche e dalla copertina quasi infantile.
La protagonista, Marlinchen, è una giovane strega che vive a Oblya, una città della steppa russa in cui si è appena sviluppata l'industria, spazzando via tutte le vecchie tradizioni. Suo padre, uno stregone affetto da una maledizione, l'ha rinchiusa in casa insieme alle sorelle per proteggerle dalle brutture del mondo, e Marlinchen non ha mai cercato di sfidare l'autorità paterna, almeno fino a quando le due sorelle maggiori non la coinvolgono in una delle loro fughe notturne e la portano a vedere un balletto. Lì la ragazza si innamora a prima vista di Sevastyan, il primo ballerino del teatro di Oblya, impegnato nella rappresentazione del Bodegar Ivan, una delle storie preferite da Marlinchen. È proprio il sentimento per il ragazzo che la spinge a mettere in discussione il sistema di valori con cui è cresciuta, generando una spirale di eventi che culmina nella completa distruzione di quella che era stata la sua vita fino a quel momento.
Ciò che ho preferito di Juniper and Thorn è stata sicuramente la scrittura. Ava Reid scrive benissimo, c'è poco da dire. Nonostante i capitoli lunghi, che in genere non apprezzo, ho trovato la narrazione scorrevole, anche se, ogni tanto, l'autrice si perde in descrizioni di scene di vita quotidiana che, seppur affascinanti, alla fine finiscono per allungare un po´ il brodo. Qualche taglio in più avrebbe sicuramente giovato alla storia. Anche l'ambientazione è molto curata, soprattutto per quanto riguarda i continui rimandi alle tradizioni e al folklore russo. Devo dire che, da profana, mi è sembrato che Ava Reid, autrice americana, si sia approcciata in modo rispettoso alla cultura est europea, e il risultato è un romanzo evocativo ed intrigante.
Per quanto riguarda i personaggi, Marlinchen è una protagonista che, dietro a una personalità docile e remissiva, nasconde un animo cupo. Non si tratta di un personaggio facile da apprezzare ma a me, sotto sotto, è piaciuto. Lo stesso non si può dire di Sevas: non amo il trope dell'instalove, e non ho apprezzato il fatto che il percorso di crescita ed evoluzione della protagonista sembra dipendere molto (forse troppo?) da lui. Il libro è narrato in prima persona da Marlinchen, e proprio per questo motivo, mi è sembrato che i personaggi secondari (il padre della ragazza e le sue sorelle) mancassero un po´di mordente. Certo, é facile detestarli per il loro carattere e le loro azioni ma, al di là di ciò, mancano di una vera e propria caratterizzazione.
In generale anche la trama poteva essere gestita meglio. Ho trovato la prima parte del libro meno ricca di eventi, ma più coerente, mentre i capitoli finali, seppur ricchi di azione e colpi di scena risultano più confusionari. Inoltre ho trovato che l'autrice a volte calcasse troppo la mano con la violenza e le descrizioni molto grafiche, anche dove non era necessario.
Dunque la mia valutazione è di tre stelline e mezzo. In generale Juniper and Thorn mi è piaciuto, ma non è un romanzo che mi sento di consigliare a tutti: se amate il folklore est europeo, e non vi danno fastidio i trigger warning, sono sicura che riuscirete ad apprezzarlo.

Una storia così fortemente influenzata dal folkore slavo che temevo non riuscissi ad apprezzare, invece Juniper & Thorn si è rivelato subito uno di quei libri che incolla il lettore al libro, immergendolo in una storia dove amore, dolore, trauma e speranza sono strettamente legati e rendono il tutto unico e godibile in una maniera a mio avviso impeccabile.

Una lettura oscura e tormentata, che spinge il lettore a riflettere e che coinvolge grazie allo stile dell'autrice (che già avevo apprezzato nel suo altro lavoro, "A Study in Drowning"). Una lettura perfetta per chi ama gli horror, i personaggi femminili e le storie introspettive, raccontate con un stile evocativo e che riesce a dar vita, grazie alle parole, a un mondo da cui non ci si vorrà staccare.

Di questo libro non mi è piaciuto proprio nulla e non l’ho abbandonato solo perché sono una lettrice testarda che raramente interrompe una lettura, ma sarei una bugiarda se dicessi di non essere stata tentata di farlo, e più volte.
Juniper & Thorn è stato il mio primo approccio ad Ava Reid ed ero curiosa non solo di leggere qualcosa di quest’autrice, ma proprio del libro in sé, visto che la trama mi era sembrata interessante e nelle mie corde. Tuttavia i due elementi che mi attiravano di più, ovvero folklore slavo e horror, mi hanno fortemente deluso: il primo si limita a fare da contorno alla vicenda senza però riuscire a creare un’atmosfera evocativa, mentre il secondo per me definirlo horror è un’esagerazione perché il romanzo è completamente privo della tensione che caratterizza questo genere. Il mistero è costruito e gestito male, difatti la sua risoluzione è ovvia fin dall’inizio.
La storia, oltre a essere superficiale e poco appassionante, ci mette davvero troppi capitoli a ingranare e lo dico da persona a cui non dispiacciono quei libri lenti dove l’autore si prende il suo tempo per impostare il mondo e approfondire i personaggi. Non è questo il caso perché il worldbuilding rimane molto confusionario e i personaggi non hanno una personalità sfaccettata e interessante, a partire proprio da Marlichen.
Sono piuttosto sicura di non aver mai incontrato una protagonista così noiosa, insulsa e ripetitiva. Il percorso che affronta è quello di riconoscere come tali e affrontare gli abusi e i traumi subiti, però questo cambiamento io non l’ho percepito su carta. È presente, è descritto, ma non l’ho sentito. Come non ho sentito l’amore tra lei e Sevastyan che, più che da un reale affetto, mi ha dato l’impressione di essere nato un po’ a caso da una combinazione tra attrazione sessuale e necessità di trovare comprensione e conforto in un’altra persona traumatizzata. È anche vero che la loro relazione non ha molto spazio per evolversi a dovere dato che questi due trascorrono poco tempo assieme.
In conclusione, ritengo Juniper & Thorn un libro dalle ottime premesse che, però, poteva essere sviluppato e gestito meglio.
Ringrazio NetGalley e Ne/oN Libri per avermi dato l’opportunità di leggere l’ARC digitale in anteprima in cambio di un’opinione onesta.

Come sapete amo la penna di questa autrice e anche in questo caso sono rimasta fortemente affascinata dalle atmosfere della storia. Ha avuto la capacità di creare un connubio perfetto tra fantasy e horror.
La storia è abbastanza lenta all' inizio ma sempre attenta ai dettagli. L'ultima parte è sicuramente la più cruda ma anche quella che mostra la vera natura della storia.
Tutti i personaggi sono caratterizzati benissimo e ho amato i loro riferimenti alla tradizione dell' est dell' Europa. Tutti sono perfetti, anche quelli cattivi... Che in un horror li trovo particolarmente importanti.
Apprezzo anche la capacità dell' autrice a inserire il romance, che potrebbe sembrare fuori luogo in un horror, in un modo non preponderante e che risulta perfettamente incastrato.

3.5⭐
"Juniper & Thorn" è il nuovo fantasy autoconclusivo dalle tinte gotiche ed horror di Ava Reid.
Dopo aver letto "A Study in Drowning" della stessa autrice ed essermi innamorata di quel libro non vedevo l'ora di leggere altro di suo, ma in realtà credo che sia stato proprio per questo motivo che alla fine "Juniper & Thorn", nonostante resti comunque un buon libro, non sia riuscito a raggiungere le mie aspettative.
Protagonista di questo volume è Marlinchen, che insieme alle sue sorelle è tra le ultime vere streghe di Oblya. Ognuna delle tre ragazze ha un potere diverso e per questo il loro padre, un terribile e potente stregone, le sfrutta per far soldi, mettendo a disposizione delle persone della città le loro capacità.
Alle ragazze non è concesso lasciare la loro casa, eppure di notte le tre sorelle riescono a fuggire dalle grinfie del padre e a raggiungere il centro di Oblya, dove assistono ad un meraviglioso balletto in teatro. Marlinchen incontra cosi Sevas, il primo ballerino della compagnia, che le cattura il cuore. Ormai innamorata, la strega riuscirà a trovare il modo di far visita più di una volta a Sevastyan, ma la minaccia di suo padre incomberà sempre su di lei.
Dalla trama potreste dedurre che "Juniper & Thorn" non sia altro che una bellissima fiaba della buonanotte, ma in realtà non è affatto così, infatti questo libro è un retelling de "Il Ginepro" dei fratelli Grimm, un racconto cupo, macabro e violento.
Punto di forza di questo volume è sicuramente lo stile di scrittura di Ava Reid, che già mi aveva conquistato in passato, ma che si conferma a dir poco meraviglioso. L'autrice infatti utilizza un linguaggio ricercato, ma non troppo pomposo e riesce a rendere poetica anche la più banale delle trame. Se dovessi valutare solo questo aspetto del libro, allora Ava Reid si meriterebbe a mani basse il punteggio pieno, peccato però che altri elementi di quest'opera non mi abbiano proprio convinta, a partire dalla trama.
Ci troviamo davanti ad una storia semplice, in cui sono presenti dei colpi di scena che secondo me non possono essere considerati tali e, seppur avessi riscontrato lo stesso difetto anche in "A Study in Drowning", in questo caso non c'è stato nessun aspetto della trama che sia riuscito a tenermi incollata alle pagine (come invece era successo con l'altro volume dell'autrice).
La protagonista non ha un vero scopo ed anche se c'è un accenno di mistero all'interno della storia non è riuscito a coinvolgermi, probabilmente se il libro non fosse stato scritto da Ava Reid mi avrebbe annoiata parecchio.
Marlinchen, la protagonista, mi è piaciuta, si tratta infatti di una strega che ha passato la vita intera ad essere condizionata da suo padre, tanto da crederlo davvero un uomo buono e ad essere disposta a fare tutto per lui. All'interno del libro viene quasi fatta passare per una stupida, ma in realtà Ava Reid ha descritto perfettamente la vittima di un grandissimo manipolatore.
A parte Marlinchen devo dire di aver trovato tutti gli altri personaggi davvero poco caratterizzati, per esempio è chiaro che anche le sue sorelle non abbiano avuto vita facile, eppure questo elemento sembra quasi passare in secondo piano.
Per quanto riguarda il romance si tratta di un chiaro insta-love che in realtà a mio parere non è stato sviluppato nel migliore dei modi, ma che allo stesso tempo non ho trovato così assurdo considerando la storia di Marlinchen. La strega, infatti, non ha mai avuto modo di allontanarsi da casa e ha passato tutta la vita ad essere considerata "insignificante" quindi ho trovato plausibile il fatto che si sia innamorata della prima persona che abbia provato interesse per lei. Non posso dire però di aver compreso Sevas, che mi ha dato la sensazione di essere solo una comparsa nella storia di Marlinchen, ed è proprio per questo che la loro relazione non mi ha emozionata per nulla.
Anche in "Juniper & Thorn" Ava Reid ha inserito tematiche importanti, alcune davvero molto forti e per questo credo sia importantissimo leggere i trigger warning prima di affrontare questa lettura. Si parla tra le tante cose di xenofobia, abusi sessuali, abusi su minori, violenza domestica, autolesionismo e bulimia e alcune scene sono davvero molto grafiche. Devo dire di aver pensato più di una volta che l'autrice avesse un po' esagerato ed infatti, nonostante io non sia una persona che si impressiona facilmente, ho trovato alcune scene davvero disturbanti.
É vero che la storia è narrata per intero in prima persona da Marlinchen, che ha una mente molto fragile per via di tutto ciò a cui è stata sottoposta e per questo si lascia spesso andare a pensieri parecchio macabri, ma forse avrei tagliato un paio di scene.
L'azione all'interno del libro è concentrata tutta nell'ultimo capitolo e ho trovato il finale molto affrettato, ma nonostante tutto ho anche apprezzato il modo in cui si è conclusa la storia di Marlinchen.
Insomma, "Juniper & Thorn" non è un brutto libro, ma la poca caratterizzazione dei personaggi secondari e una trama un po' lenta e poco coinvolgente non hanno permesso a questa lettura di raggiungere le mie aspettative.

4/5 ⭐️⭐️⭐️⭐️
Le fiabe dei fratelli Grimm sono fonte di ispirazione di tantissimi autori, ed Ava Reid è una di queste. Juniper & Thorn è ispirato a “The Juniper Tree” una delle storie più oscure dei Grimm.
La stessa autrice ha definito il suo romanzo decisamente horror, cupo e cruento, ed effettivamente lo è, in questo volume troverete tanti trigger warning che potrebbero turbarvi, violenza fisica, e cannibalismo sono solo alcuni.
Leggendo le prime pagine sembra l’inizio di una favola……la protagonista Marlinchen e le sue due sorelle vivono con il loro padre stregone in una città che sta lasciando il passo all’industrializzazione e la magia è un ricordo sempre più lontano..
Come ultime vere streghe di Oblya, Marlinchen trascorre le sue giornate a divinare segreti in cambio di rubli e cercando di placare la sete di denaro e la tirannia del padre, che tiene le sue figlie lontane dal mondo esterno. Ma una notte, Marlinchen e le sue sorelle escono di nascosto per godersi dei piaceri della città, e durante la visione di un balletto a teatro, incontra una ballerino che cattura rapidamente il suo cuore.
No, non è una favola è l’inizio del nostro incubo…..
Ho trovato questa storia davvero particolare, diversa da tutte quelle lette fino ad oggi, e per questo speciale.
Per i temi trattati sembra strano descriverlo come bello, ma in un certo senso lo è stato, mi è piaciuta molto l’ atmosfera oscura e inquietante che si respirava, ed ho apprezzato la crescita e l’evoluzione della protagonista, una donna abusata psicologicamente e fisicamente, che trova il coraggio e la forza di affrontate il proprio destino
La scrittura dell’autrice è ricercata e poetica, e si adatta molto bene alla storia, anche se l’eccessivo uso di similitudini mi ha portato qualche volta a distrarmi e ad allontanarmi dalla centralità della storia.
Sicuramente non un libro per tutti, ma se cercate una storia oscura e disturbante che vi lascia forti emozioni, suggerisco la lettura e vi consiglio di farlo durante l’autunno
Ringrazio la Neon Libri per avermi offerto gratuitamente l’Arc digitale tramite NetGalley.

4.5
Grazie mille alla Ne/oN per avermi inviato l'ARC di questo libro!!
DAMN la persona che ha detto che nessuno scrive un gothic fantasy come Ava Reid aveva assolutamente ragione
Ho letto un bel po' di libri ispirati al folklore dell'Europa dell'est ma nessuno è come questo - seppur la storia fosse impregnata di rimandi a leggende e codex di quel mondo magico così diverso dalle solite fiabe più occidentali, il modo di scrivere della Reid ha reso la storia unica e speciale, nonostante si trattasse di un retelling. In meno di 300 pagine l'autrice riesce a creare una storia completa, ben fatta e finita, una nuova fiaba in tutto e per tutto e io non riesco a trovare le parole giuste per esprimere davvero quanto mi sia piaciuto in una maniera che gli renda giustizia
Lo stile di scrittura è davvero fenomenale - è il primo libro che leggo della Reid, quindi non so se è tipico dell'autrice, so però che è così che vengono spesso narrate queste storie e retelling del folklore est europeo: pieni di metafore, di immagini colorate o all'occorrenza cupe, l'esperienza di lettura ti fa sentire come se fossi entrata direttamente in quei boschi incantati spesso al centro di queste storie, in un labirinto di rovi difficili da districare ma nel quale di tanto in tanto trovi bacche di ginepro che pian piano ti indicano la via, semi che vengono piantati silenziosamente ma in maniera tale che quando la realtà sboccia davanti a te ne sei sì sorpresa ma un po' effettivamente lo sospettavi.
(Questa recensione non avrà un cavolo di senso perché è, personalmente, stata una lettura così bella su più livelli, diversi, ma così ben intrinsechi che non so come esprimermi in maniera lineare. Daje così)(No davvero, c'è così tanto da dire e così tanto che ho apprezzato che i pensieri mi si riversano tutti insieme e non so da dove cominciare e come continuare)
Posso continuare a parlarvi della prosa così poetica che a volte mi sono commossa? Parole così semplici ma messe insieme in una maniera talmente "magica" che ti sentivi davvero trasportata tu stessa nella storia, nel giardino della casa di Marlinchen, tra le stanze rovinate e cupe della tenuta di famiglia e per le strade proibite di Olbya. Scene oscure, a volte crude, momenti di terrore, paura e ansia, e a volte pensieri di autolesionismo, narrati in una maniera così affascinante e ipnotica che il pensiero di mettere in pausa la lettura era davvero impossibile. Quasi capisci cosa provavano i Romantici quando parlavano del sublime, così rapiti dalla bellezza intrinseca del dolore e dell'oscuro che pensare di guardare dall'altra parte era inconcepibile, nonostante a volte si provasse ribrezzo o disagio davanti a certe scene o descrizioni
Magari nominare la storia, che come detto prima, nonostante fosse un retelling, è riuscita comunque a risultare nuova e fresca? Diversa, entusiasmante e con un colpo di scena finale i cui indizi erano stati posti sin dall'inizio della storia, sin dal primo capitolo, dubbi e supposizioni che il tuo cervello inquadra sin da subito come la soluzione finale, ma c'è sempre quella vocina che ti dice "Ma no dai, non lo farebbe ami. Oppure sì?"
Parlarvi di Marlinchen e di quanto io adori le protagoniste come lei? Imperfette, inadeguate, impreparate davanti alla realtà del mondo perché sono state tenute all'oscuro di tutto sempre e da tutti, ma che arrivate al punto di non ritorno che neanche loro si aspettavano di raggiungere fanno un giro di 360° e proprio grazie alla loro visione "diversa" del mondo trovano il modo per riuscire a scappare. Come l'ho sentita accanto a me, come ho sentito i suoi dispiaceri, le sue paure, il suo crescere ma rendersi conto che nonostante tutto dentro di lei sarà sempre la solita ragazzina silenziosa, docile, ma mai da sottovalutare (e anche incredibilmente horny)
Quanto realistica, crudele, e tremendamente ingiusta nella sua perfezione fosse la descrizione della toxic household nella quale lei viveva e delle relazioni che aveva con il resto della sua famiglia, soprattutto col padre - per questo davvero non ho parole, solo assenso. È fatto davvero bene.
E del mio amore incondizionato per quell'anima tormentata che è Sevas? Leggerei uno spin-off tutto solo su di lui - piangerei tutte le mie lacrime, probabilmente, ma lo farei senza pensarci due volte
Capisco la maggior parte delle critiche che sono state fatte a questo libro (il modo in cui Marlinchen continuava a definirsi brutta, le frequenti ripetizioni di frasi o concetti, la relazione tra lei e Sevas forse troppo istantanea sono le più frequenti) ma non riesco a farle del tutto mie, a condividerle davvero, per il semplice fatto che questa, come detto prima, è una storia, una fiaba e presenta quegli elementi, quei tropoi tipici di un genere al quale si è oggettivamente poco abituati perché molto diverso rispetto alle "solite" fiabe occidentali. Again, non è che ne abbia letti poi così tanti di libri di questo genere, ma penso di averci preso la mano, e a mio modesto parere qui è stato fatto proprio il lavoro di Dio - magari fossero tutti belli così, così ipnotici da trasportarti, anzi proprio strattonarti nel folto della foresta maledetta
Non è il libro che ti cambia la vita, ma indubbiamente la Reid riesce a renderti l'esperienza di lettura un qualcosa di irripetibile, diverso, macabro ma bello proprio nel suo essere a volte disturbante (BTW attenzione ai trigger warnings tra cui sexual assault, bulimia e pensieri di autolesionismo)
Forse non è perfetto al 100%, ma non cambierei niente di questa storia, e anzi, avrei voluto non finisse mai

Ringrazio Ne/oN per avermi dato l’opportunità di leggere questo eARC, e mi complimento per l’acquisizione di questo titolo, che ho apprezzato molto.
Dell’autrice avevo già sentito dire molto bene, pur non avendo ancora letto nulla, ma questa lettura sicuramente mi ha invogliata ad approfondire le sue opere. La sua scrittura è molto elegante ed evocativa.
Non mi soffermo sulla trama, dato che la sinossi fornisce già un’idea chiara. La storia è ambientata in una città dell’est Europa, all’avvento del capitalismo e di tutte quelle innovazioni tecnologiche che sembrano avere il potere di spazzare via la “vecchia magia”. Infatti a casa della protagonista troviamo le ultime creature che nel folklore est europeo gravitano attorno al focolare domestico (a chi ha letto “L’orso e l’usignolo” risulteranno personaggi molto familiari), e l’ultimo stregone rimasto in città a guadagnarsi da vivere grazie alle arti magiche più antiche.
Il tono della narrazione è cupo, sia per l’ambientazione, sia per l’oscurità che i protagonisti portano dentro sé. Si respira un senso di oppressione, in quanto molte parti della storia si svolgono proprio in casa, una casa dalla quale il padre non permette alle figlie di allontanarsi e prova ad esercitare un controllo totale sulle vite delle tre ragazze. La caratterizzazione di Marlinchen, è molto ben costruita e ha una bella profondità, con diverse sfaccettature. Gli altri personaggi non eguagliano a mio parere tale profondità, ma sono comunque credibili.
La storia invece si prende molto tempo nella prima parte del libro, e solo poi diventa più incalzante e incolla davvero il lettore alle pagine. La lentezza iniziale però non mi ha annoiata, anche perché costruisce molto bene una certa atmosfera.
Senza fare spoiler, mi è piaciuto molto il confronto tra la magia del “vecchio mondo” e la modernità che avanza inesorabile. È presente una storia d’amore, che ha un ruolo importante nella storia. Uno dei temi preponderanti nel libro, nonché quello che me lo ha fatto davvero apprezzare moltissimo, è quello della magia che la protagonista porta dentro di sé. Lei, che gli altri definiscono insignificante da talmente tanto tempo che ormai lei stessa è convinta di esserlo, scoprirà qual’è la potenza stregonesca del desiderio. Il tema del desiderio femminile attraversa tutta la storia, sin dal primo capitolo, evolvendosi con la protagonista e andando a scardinare il sistema patriarcale in cui è stata cresciuta.
Oltre ad essere un racconto fantastico, con frequenti richiami ai libri di fiabe, in molti punti si sfocia nell’horror, mostrando scene che potrebbero urtare la sensibilità di alcuni lettori. Personalmente ho apprezzato le scelte dell’autrice, anche quando si è trattato di approfondire alcuni traumi personali del passato dei protagonisti, però qualcuno potrebbe effettivamente trovare il tutto faticoso da affrontare.

Juniper & Thorn è una fiaba nera, gotica, che mi ha colpita per le atmosfere e per la scrittura di Ava Reid, ma che per il resto non mi ha convinta del tutto.
Marlinchen, la protagonista, è l’ultima delle tre figlie dello stregone di Oblya. Cresciuta quasi in cattività, è sempre costretta a sopportare i maltrattamenti del padre, colpito da una maledizione che gli fa provare una perenne fame insaziabile, e le sorelle più belle e più potenti di lei. La sua vita, però, cambia dopo una fuga notturna con le sorelle al teatro della città.
Il problema principale di questo libro è proprio Marlinchen, un personaggio con cui non sono riuscita a empatizzare: Ava Reid ha un vizio, che in questo libro è esarcerbato, ed è quello di ripetere alcuni concetti allo sfinimento, e la caratterizzazione di Marlinchen ne risente abbastanza. Di lei sappiamo che è bruttina, rispetto alle sorelle stupende e che è poco intelligente – cose che le ripetono continuamente anche gli altri. Marlinchen, in particolare nella prima parte del libro, è un personaggio passivo, che è coerente con il suo vissuto, ma mi ha reso molto difficile fare il tifo per lei.
La seconda parte scorre decisamente meglio, e soprattutto nella parte finale succedono più cose – forse un po’ troppe, concentrate tutte nelle ultime 50 pagine. Un altro problema di questo libro è infatti il ritmo, piuttosto lento all’inizio ed eccessivamente veloce verso la fine.
In ogni caso, lo consiglio? È un libro che ha i suoi difetti, ma non mi è dispiaciuto – non è il massimo per chi cerca un worldbuilding solido e personaggi indimenticabili, ma è una lettura che intrattiene. (Anche se consiglio di dare un’occhiata ai trigger warning, prima di iniziarlo!)

Juniper and Thorn è un retelling che ha tutto quello che secondo me dovrebbe avere un racconto del genere: riprende i punti cardine dell'Albero di Ginepro dei fratelli Grimm, ma non ne fa un calco, invece li riutilizza per cucirvi sopra una storia nuova e complessa, che mantiene al tempo stesso le atmosfere disturbanti caratteristiche dell'originale.
È un volume pieno di trigger warning e dinamiche problematiche che, anche non essendo approfondite da un discorso critico, grazie proprio al tono della storia portano il lettore nella giusta direzione lontana dalla romanticizzazione.
4 stelle, perché ho bisogno di tempo per capire se sarà una storia che mi rimarrà addosso.

Juniper e Thorn è un romanzo nato dalla penna di Ava Reid, autrice già nota in Italia per A study in drowning, e uscirà il prossimo 23 ottobre per Neon.
Aspettavo con ansia questo titolo, visto che ho amato A study in drowning. Fortunatamente le mie aspettative sono state soddisfatte e infatti sono rimasta ammaliata anche da Juniper e Thorn. Fra le pagine di questo libro ritroviamo le atmosfere gotiche e cupe che caratterizzano la scrittura della Reid, con descrizioni evocative che lasciano nel lettore un senso di stupore misto a inquietudine. Quest'autrice ama infarcire le sue storie di dettagli oscuri e grotteschi, che fanno venire la pelle d'oca nel leggerli. In particolare, Juniper e Thorn si rifà alle fiabe originali, quelle dei fratelli Grimm, ricche di elementi cruenti e di uno spiccato senso del macabro, oltre che di un'atmosfera sempre oscura e opprimente, ma proprio per questo piena di un suo fascino misterioso. Ritroviamo la presenza di topoi del racconto fiabesco, sapientemente mescolati a tematiche attuali e moderne. Ho apprezzato molto il modo in cui la stessa protagonista si riferisca a storie e racconti popolari, a volte quasi esasperandone volutamente le caratteristiche tipiche. La Reid in questo romanzo gioca molto con le fiabe nella loro veste originaria, prima della Disney e della trasformazione di questi racconti in storie per i più piccoli. Ad esempio, ho amato il fatto che Marlinchen ripeta spesso che nelle storie le madri o sono cattive o sono morte, riprendendo in effetti uno stereotipo della maggior parte dei racconti fantastici. Troviamo anche una ricorrenza del numero tre e una quasi parodia dell'idea della fanciulla pura e innocente che deve essere salvata dal principe di turno. Insomma, diciamo che ho amato questi riferimenti alle fiabe, ma con continui ribaltamenti e riflessioni sul loro essere in effetti degli stereotipi.
La presenza di questi riferimenti, però, come già detto va ad intrecciarsi ad una visione decisamente più moderna. E lo fa tanto nell'ambientazione quanto nei personaggi e nelle tematiche trattate. Riguardo al primo elemento, ci troviamo ad Oblya, una città ispirata all'est Europa, ma immersa in un'atmosfera tipica della Londra vittoriana. Il contrasto fra la modernità, rappresentata dalle industrie e dell'avvento dell'elettricità e avente il suo culmine nella costruzione del teatro per il balletto, e il mondo antico e naturale, fatto di mostri e leggende, è centrale nel romanzo. Marlinchen e la sua famiglia sono gli ultimi stregoni ancora in vita, l'ultima roccaforte di un sapere antico e misterioso, ma non c'è posto per loro nel nuovo mondo. E questo darà il via ad una serie di avvenimenti terribili, un mostro che si leverà dalle tenebre e lascerà dietro di sé una scia di sangue e morte. La Reid non idealizza nessuna delle due realtà, ciascuna con le sue contraddizioni e i suoi punti negativi. Anzi, pervade l'intero romanzo di un'aura decadente, che mette in evidenza il peggio della natura umana.
In tutta questa oscurità, però, si trova anche della luce. Marlinchen e Sevas, il ballerino di cui la ragazza si innamorerà, hanno conosciuto orrori indicibili durante la loro vita, ma riescono comunque ad essere generosi e altruisti. Ho amato questi due personaggi e il romance dolcissimo che nasce tra loro. I due si salveranno a vicenda e il loro amore sarà l'unica cosa bella in mezzo alle tenebre. Ma per poter sfuggire al male dovranno accettare l'uno l'oscurità dell'altra, solo così potranno essere davvero liberi. Anche gli altri personaggi del romanzo sono scritti bene, a cominciare dal padre e dalle sorelle di Marlinchen. Non ci sono eroi ed eroine, come accade nelle fiabe, tutti i personaggi sono moralmente grigi o addirittura neri, spesso protagonisti di una tragedia che li spinge in qualche modo a compiere azioni terribili. Ho amato come la Reid vada puntualmente a stravolgere ruoli archetipici delle fiabe, pervadendoli della crudezza e della brutalità di cui solo l'essere umano sa macchiarsi. A tal proposito, è opportuno chiarire che nel libro sono presenti numerosi tw, come la violenza e gli abusi sotto tantissime forme o i disturbi del comportamento alimentare. Pertanto, si tratta di un libro molto particolare, che potrebbe non essere adatto alle persone più sensibili. Ci sono scene abbastanza cruente e talvolta disturbanti. Ma è proprio questo il fascino della scrittura della Reid.
Come in A study in drowning, anche in Juniper e Thorn ci ritroviamo in una casa fatiscente, piena di personaggi inquietanti, mentre seguiamo una ragazza con una vita tormentata che deve imparare a credere di più in sé stessa e nelle sue potenzialità. Ho apprezzato anche i riferimenti alla violenza di genere e a come le donne debbano spesso lottare per pretendere un posto nel mondo. E allo stesso modo di A study in drowning, ho trovato il finale un po' troppo prevedibile e affrettato, per quanto giusto. Per il resto, ho amato tantissimo questa storia cupa e angosciante, che unisce romance e mistero, ma che è soprattutto un racconto di crescita interiore.
In conclusione, non posso che consigliarvi Juniper e Thorn. Soprattutto se amate I racconti gotici e oscuri, ma al contempo ricchi di tematiche attuali, allora è la lettura perfetta per voi. Un libro scorrevolissimo da divorare in una giornata autunnale, magari nel periodo di Halloween, per perdersi fra streghe e mostri di ogni tipo, in una città cupa e piena di pericoli!