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Storia davvero dolce e un po violenta, mi è piaciuta molto, nonostante forse il finale sia stato protratto un po troppo a lungo. Ho adorato il personaggio della protagonista, un po meno gli altri, che ho trovato caratterizzati in modo forse un po troppo superficiale. A prescindere dalla storia però ho notato vari errori nel testo, niente di che, delle parole mancanti, altre ripetute, altre in più che non avevano senso nella frase, Non so se sia stato un problema solo del mio file o meno, ma credo (spero) che saranno stati sicuramente corretti per la versione cartacea. Detto questo trovo davvero bellissimo che la casa editrice dia la possibilitàdi leggere in anteprima gratuita i propri libri, grazie infinite per questa opportunità.

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L'elemento forte che conquista dalla prima scena è la protagonista, Shesheshen, una mutaforma originale, giovane e sola che gli eventi portano ad avvicinarsi agli umani più del solito.
Abituata a essere cacciata, maltrattata e braccata ricevere cure da mani amorevoli è per lei una novità.
È una continua scoperta di sensazioni nuove, sentimenti nuovi, emozioni che per lei non hanno ancora un nome.
Mi sono divertita con le sue considerazioni:
"Comunque le sembrò inappropriato chiedere all'uomo un centinaio di chili di manzo"
O ancora riguardo ai ricchi che devono la loro ricchezza alle fatiche dei braccianti:" Cosa ne ricavassero i braccianti che impedisse loro di mangiare i ricchi Shesheshen non riusciva proprio a capirlo..."

❗️Ci sono scene un po' forti per chi è debole di stomaco❗️alcuni direbbero splatter (secondo me King adorerebbe)

Il tema della maternità è preponderante, ma affronta anche l'amore nel senso più puro del termine: proteggere l'altro dalle proprie ferite e debolezze, affiancarlo senza pretese, non abbandonarlo, accettarlo senza volerlo cambiare.

Il tema della diversità, della paura verso ciò che non si conosce: certe volte basterebbe dare una chance per accorciare le distanze.

La crescita personale, il ruolo della famiglia nella nostra vita, l'impronta che lascia. Trovare la propria strada.

E poi la parte fiabesca: l'inganno da smascherare, la cattiva da distruggere, un villaggio da salvare.

Tutto condito in salsa dark.

È stato un viaggio bellissimo.

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La lettura di questo libro è stata da un lato molto piacevole, dall'altra molto stordente.
Iniziamo dalla protagonista: il punto di vista di Shesheshen è stato, almeno per me, nuovo. Possiamo concordare sul fatto che sottolineare quanto gli umani spesso facciano schifo o che, parlando più in generale, non sia sempre così facile capire cosa sia un "mostro, non sia esattamente il tema più originale, ma la prospettiva di una creatura mutaforma è stata comunque interessante. Più che altro non tanto per i pensieri di Shesheshen sulla razza umana o simili, ma per le descrizioni del suo corpo e delle abilità che le concede (e quindi, solo di conseguenza, il modo in cui vede e approccia il mondo). Quel misto di body horror e gore che accompagna la protagonista per tutto il romanzo mi agitava lo stomaco in maniere contrastanti: a volte era troppo anche per la mia sensibilità, mentre altre volte mi incuriosiva parecchio per la caoticità rappresentata.
Riguardo agli approcci di cui sopra: ho trovato molto naturale l'approccio di Shesheshen a baci, abbracci o altre espressioni di vicinanza fisica e intimità. Per lei sono gesti quasi incomprensibili, che magari le provocano addirittura sensazioni spiacevoli. Allo stesso modo non è abituata a parlare, sia nel senso fisico ma anche soprattutto nel senso sociale dell'atto: spesso non riesce a cogliere perfettamente le sfumature dei discorsi, o addirittura il senso di alcune frasi.
In realtà, c'è da dire che nemmeno io comprendevo certi dialoghi: a volte sembrano infatti troppo costruiti, al punto da risultare artificiali e poco naturali. Forse anche a causa di alcune motivazioni dei personaggi e di alcuni giri di trama che non credo di avere colto al meglio. Un paio di scene sul finale, sono sincera, non le ho proprio capite.
Non hanno esattamente aiutato i personaggi secondari, che non presentano una vera e propria profondità ma affondano in un tema decisamente complesso, quello dell'abuso familiare (diramato poi in abuso mentale, emotivo, fisico ecc). Specie per Homily è un gran peccato: essendo praticamente l'interesse amoroso di Shesheshen, mi aspettavo un po' più di caratterizzazione a tutto tondo. Invece la personaggia si appiattisce in un'unica caratteristica, che è l'immenso desiderio di essere utile alle altre persone e di fare il loro bene sopportando anche cose tremende. Non una cosa proprio piatta di per sé, ma poter riassumere un intero essere umano più o meno solo a questo non mi ha aiutata nel rendere più credibile il praticamente colpo di fulmine tra lei e la Viverna di Underlook. Intendiamoci: Homily e Shesheshen sono molto tenere (in maniera quasi inaspettata, all'inizio), ma tutta la loro relazione mi sembrava sempre basata su poco o nulla. Specie se quel poco o nulla è fatto soprattutto di bugie, sottintesi e segreti. Insomma, il lato di monster romance saffico poteva presentare un po' più di sostanza, ma ho apprezzato comunque perché nella semplicità le cose sono comunque fatte abbastanza bene.
Lo stile da una parte è molto grafico e rende relativamente facile concepire un corpo amorfo come quello di Shesheshen, dall'altra ogni tanto si slancia in metafore o immagini che, per un motivo o per l'altro, mi confondevano e facevano ridere. Vedere paragonato un risolino a "il verso d'accoppiamento di un alce triste col raffreddore" è qualcosa che non mi immaginavo di leggere in tutta la mia vita. Almeno questi momenti rompevano la generale monotonia e ripetitività di certi concetti o immaginari. Non so quante volte ho letto "rosmarino".
Il ritmo risulta un po' troppo lento, specie per il problema dei personaggi un po' blandi e dello stile ripetitivo di cui sopra, accelerando leggermente sul terzo atto ma tirando un (quasi) letale freno a mano sull'epilogo, un po' troppo lungo per i miei gusti.

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Voto: ⭐⭐⭐, 75/5

"Qualcuno in cui fare il nido" è un dark fantasy autoconclusivo con una storia d'amore saffica.
La protagonista è Shesheshen, una mutaforma il cui unico scopo è quello di vivere in pace nel suo maniero diroccato, situato nella vicinanze di un villaggio, possibilmente senza interagire con gli esseri umani, creature fastidiose che tentano in tutti i modi di ucciderla. Una gran scocciatura, insomma. Almeno fino a quando uno di loro, una ragazza di nome Homily, non la salva e la cura da ferite inferte da dei cacciatori di mostri.
Da questo punto in poi la sua vita cambierà in maniera drastica, come la sua visione del mondo.

Prima di tutto ringrazio Ne/on e Netgalley che mi hanno dato la possibilità di leggere questo libro in superanteprima. Io infatti ho letto l'ARC. La pubblicazione è programmata per il 20 novembre.

La trama sin da subito mi aveva attirata tantissimo anche se, devo ammetterlo, non mi aspettavo mi sarei trovata di fronte ad una storia così macabra e splatter. Avviso quindi i più sensibili che questo romanzo non va bene per qualsiasi lettore. Bisogna avere uno stomaco forte e non lasciarsi spaventare da scene macabre o "grottesche".
"Qualcuno in cui fare il nido" non è certo un libro "convenzionale": è strano, particolare, dissacrante, irriverente, proprio come la sua protagonista. E devo anche ammettere che, nonostante non fossi preparata ad una lettura del genere e sia un po' debole di stomaco, mi è piaciuto molto e sono arrivata anche a commuovermi in alcuni punti.

Questo libro è molte cose: anticonformista e caustico ma riesce anche a toccare le corde emotive del lettore facendoti provare empatia per la protagonista e la ragazza che la aiuterà. Alcune volte mi ha pure fatta ridere o sorridere: Shesheshen è troppo simpatica, ironica seppur nella sua ingenuità, non si può che tifare per lei!
Tutte queste caratteristiche lo rendono un romanzo sfacettato, che prende spunto prima di tutto dal mondo delle fiabe ma che se ne allontana ben presto prendendo una strada inaspettata.

Io non sono un'amante del romance ma il rapporto insolito che si viene a creare tra Shesheshen e Homily mi ha fatto tenerezza e allo stesso tempo mi sono sentita "stranita" per il suo essere totalmente fuori dalle convenzioni. Soprattutto le emozioni e le pulsioni iniziali di Shesheshen, quello che le fa desiderare la sua natura di mostro ma che, col tempo, si trasforma in un sentimento forte che la porta a donare tutta sé stessa pur di aiutare o salvare la donna amata.

"Qualcuno in cui fare il nido" è un libro dinamico, veloce ma forse in alcuni punti la storia scorre un po' troppo velocemente così da non permetterti di immergerti completamente nelle vicende.
Il modo di narrare e di pensare della protagonista (in quanto abbiamo esclusivamente il suo punto di vista) è originale, simpatico, fuori dagli schemi. Mi ha divertita ma anche commossa e nello stesso tempo è stata una lettura destabilizzante.

Uno dei punti deboli di quest'opera è la parte conclusiva ed è stata la causa principale per cui non ho dato 4 stelle piene su 5. Il finale si sviluppa per troppi capitoli e viene tirato eccessivamente per le lunghe. In realtà ad un certo punto la storia, le vicende principali, si chiudono ma il libro prosegue e racconta "il dopo". L'ho trovato un allungare il brodo che, anche se ha senso per quanto riguarda il messaggio che veicola, poteva essere gestito in modo migliore. Questa parte mi ha annoiata e l'ho letta senza trasporto o comunque svogliatamente perché per me la storia si poteva ormai dire chiusa da un bel po'. Sembrava non finire mai e non capivo dove si volesse andare a parare, cos'altro si potesse raccontare di tanto importante.
In ogni caso lo consiglio perché è un bel libro e il rapporto che si instaura poco alla volta tra i due personaggi femminili principali mi ha fatto tenerezza nonostante si tratti di un libro splatter o non per tutti gli stomaci.
Mi aspettavo un libro che non si sarebbe preso sul serio, così è stato ma certo non sospettavo avrei fatto una lettura così particolare, "strana".
Non è adatto a tutti ma in tanti sono sicura lo ameranno.
È stata decisamente una sorpresa, in tutti i sensi.

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Ringrazio Neon e NetGalley per aver avuto la possibilità di leggere il libro in anteprima.

Questo libro era cominciato bene, con una protagonista divertente e delle scene gore che mi avevano catturata fin da subito, avendo io iniziato questa lettura con la voglia di leggere un libro horror.
Purtroppo, proseguendo con la lettura sono emersi degli aspetti che non me l'hanno fatta apprezzare, a partire dalla scarsa caratterizzazione dei personaggi secondari (tutti stereotipati) e dai dialoghi scritti in modo superficiale, più di una volta durante la lettura mi sono ritrovata a pensare che i dialoghi suonassero finti e non credibili.
La storia d'amore l'ho trovata melensa e non fondata su delle basi solide o quantomeno verosimili. Lo spirito di abnegazione e sacrificio totale della coprotagonista ha in me creato un effetto opposto a quello che credo volesse creare, infatti non la sopportavo.
Mi dispiace molto, ero partita veramente entusiasta, ma mi sono ritrovata a leggerlo di fretta pur di finirlo perché non ce la facevo più.

#NetGalley #Someoneyoucanbuildanestin

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“Qualcuno in cui fare il nido” è un romanzo autoconclusivo che ho avuto il piacere di leggere in anteprima grazie a Ne/On edizioni in cambio di una recensione onesta.

Questo libro è difficile da definire partendo già dal genere, infatti può essere classificato come fantasy e horror, ma paradossalmente, è anche descritto ben dall’aggettivo “cozy”.

La premessa è molto originale: la protagonista è un mostro mutaforma che si ciba di esseri umani (da qui la caratterizzazione in horror, anche se le uniche cose horror sono descrizioni abbastanza vivide).

La trama è molto semplice, ma sviluppata bene e con un ritmo narrativo equilibrato; elemento a favore è anche la storia d’amore molto dolce che va di pari passo con lo sviluppo e l’evoluzione dei due personaggi principali.

Molto interessante è il punto di vista insolito di un “mostro” estraneo al mondo umano, che, entrando in contatto con esso, suscita importanti riflessioni sui comportamenti che lo caratterizzano.

Lo consiglio a chi cerca una lettura semplice, ma di nuovo e originale e a chi non si spaventa di qualche descrizione un po’ macabra.

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Ringrazio Ne/oN Libri e NetGalley per avermi fornito l'ARC

DNF 11%
lento e ripetitivo, non sono riuscita ad arrivare nemmeno all'incontro con la co-protagonista.
sicuramente più avanti si riscatta ma non sopporto quando un autore ti bombarda a ripetizione con un concetto, ho superato a pieni voti la seconda elementare quindi mi basta una volta.


TRAMA dell'INIZIO: uno slimer ipermoralista filosofeggia mentre cerca di sopravvivere

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Che storia strana ma adorabile. L'ho trovata unica e mi è piaciuto leggerla. Shesheshen era un personaggio fantastico da seguire. Ha avuto molti momenti divertenti e anche molti momenti di affetto. Mi è piaciuto come si è formata la relazione tra lei e Homily. Ho valutato questa storia con 4 stelle su 5

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Grazie a Ne/oN e NetGallery per l'ARC del libro.


Qualcuno in cui fare il nido è una lettura che, almeno in teoria, si presenta come lontana da ciò che potrebbe attrarmi. Sebbene da adolescente avessi una strana fascinazione per l'horror, non c'è voluto poi molto per farmela passare ed evitare il genere (specie nelle sue trasposizioni audiovisive). La lettura di questo libro mi ha mostrato che, a piccole dosi, quando ci sono solo le parole e il resto del lavoro lo deve fare la mia testa un po' di horror (e gore) lo posso accettare.
Perché forse sono state proprio queste le parti più convincenti, quelle sulla mostruosità, sulla sua descrizione, definizione e ridefinizione da cui possono ricadere riflessioni su ciò che viene considerato mostruoso in un mondo dove non ci sono viverne in grado di ricostruirsi e mutare in base a ciò che raccolgono del loro cibo. Un po' meno convincente, o forse sarebbe più corretto dire coinvolgente, la parte relativa alla relazione sentimentale tra Shesheshen e Homely e più in generale la loro interazione, la protagonista brilla di più nel suo mondo interiore che in quello esteriore e non solo per la sua ritrosia/difficoltà a parlare. Altro aspetto che vale la pena di sottolineare è quello della rappresentazione dell'abuso familiare in differenti sfaccettature: questo potrebbe essere un trigger warning per diverse persone perché non solo viene descritta una relazione abusiva di tipo fisico ma anche di tipo emotivo e mentale, il senso di isolamento, la sensazione di essere soli contro tutto e tutti, il costruire una maschera, il cercare il conforto al di fuori e farne proprie anche le briciole.
In definitiva, una lettura adatta al periodo autunnale che sicuramente può piacere agli amanti del genere horror e che può spingere a riflessioni che vanno ben oltre la storia raccontata.
3.75 arrotondato a 4

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Qualcuno in cui fare il nido, di John Wiswell
Genere: Fantasy, Romance, LGBTQ+, Horror

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Shesheshen è una mutaforma che dimora nell'antro di una caverna e il cui letargo viene interrotto da un trio di cacciatori, decisi a uccidere una volta per tutte la viverna di Underlook (lei).

Sopravvissuta ma ferita gravemente dal rosmarino (uno dei suoi punti deboli), e non senza aver ucciso l'erede della famiglia più in vista della zona, i Wulfyre, Shesheshen viene recuperata da un'umana, Homily, che si prende cura di lei, scambiandola per una sua simile.

La mutaforma commette un grave errore, si fa intenerire da questa buffa umana, ritenendola la compagna perfetta in cui deporre le uova dei suoi piccoli (si, avete letto bene), che in stile Alien la divoreranno dall'interno (yuck).

Peccato che la signorina Homily di cognome faccia Wulfyre e che stia dando la caccia al mostro che ha ucciso il fratello, il mostro che ha gettato una maledizione sull'intera famiglia (anche se Shesheshen non lo ha fatto).

Paradossalmente, Shesheshen si unisce alla caccia di sé stessa, perorata dalla matriarca Wulfyre, la Baronessa e dalle figlie superstiti (Homily inclusa), l'arrogante Epigram e la tanto folle quanto giovane Ode.

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Se vi state domandando se io sia sotto l'influsso di qualcosa dopo aver letto il breve riassunto che ho fatto della trama di "Qualcuno in cui fare il nido", mi dispiace deludervi (e deludermi), ma non sto scherzando.

Probabilmente questo è stato il più grande limite nella mia esperienza di lettura, ovvero l'essere un genere follemente diverso da quello a cui sono abituata, oltre a una tripla dose di splatter (leggetelo lontano dai pasti se siete deboli di stomaco), condito con personaggi complessi ma che cadono in uno stereotipo uno dopo l'altro (il mostro che ha un cuoricino tenero ma non si capisce perché, oltre allo splatter simil-Alien; l'umana maltratta e incompresa se non dal reietto; la famiglia ricca e arrogante che bistratta i diversi - compresa la loro figlia, e cacciatori inetti).

Il libro non è esente da intenzioni nobili, come mostrarci la prospettiva capovolta di qualsiasi romanzo fantasy (e lo ho apprezzato), nonché svolgere un'inquisizione sulla diversità e su come essa venga molto spesso repressa.

Purtroppo il mio mal di stomaco ha superato di gran lunga la tentata comprensione dei ragionamenti svolti e dei personaggi.


Non sono purtroppo in grado di aggiungere altro, se non che sono rimasta delusa da una lettura che sarebbe potuta essere un piccolo gioiellino.

...


Rating: ★


Ringrazio fortemente Ne/oN libri per la fiducia concessami nell'assegnazione dell'ARC digitale via Netgalley. Specifico che il mio parere non è affiliato né alla casa editrice né a terzi, e in quanto ciò é totalmente basato sulle mie sensazioni e opinioni.

Anais, di The Bookish Scorpio.

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Fin da subito la trama e la copertina avevano attirato la mia attenzione, non sono stata delusa!

I personaggi sono ben caratterizzati, nonostante siano controversi o cattivi riesci a immergerti fino in fondo nelle loro decisioni, inoltre la coppia principale mi ha dato grandi soddisfazioni, cosa del tutto inaspettata.

Sicuramente non è un libro per tutti a causa della spiccata violenza e del contenuto "splatter", ma la storia è intricata e infarcita da diversi colpi di scena, fate assolutamente un tentativo!
Già dalle prime pagine capirete se è un libro adatto a voi.
Consiglio la lettura a tutti colore che hanno uno stomaco forte e non hanno particolari "trigger".

Acquisterò sicuramente la copia fisica, anche perché adoro la copertina di quest'edizione!

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Voto complessivo: ⭐️⭐️⭐️

Trama: 👍👍

Personaggi: 👦👦
Page turner: 📖📖

Suspense: 😱😱

Plot twist: 💡💡💡

Una temibile creatura mutaforma a cui viene data la caccia. Una famiglia di cacciatori con una maledizione da spezzare. Chi sopravviverà?

Ringrazio John Wiswell, la Ne/oN e NetGalley per l’eARC in anteprima in cambio della mia onesta opinione.

Attenzione ai possibili spoiler!

Attendevo con ansia questo volume perché avevo proprio voglia di horror, e la parte orrifica non delude.
Il problema è il resto.
La storia d’amore al centro della narrazione fa acqua da tutte le parti, così come il personaggio di Homily. Se volessimo utilizzare una terminologia da romance, abbiamo una sorta di instalove tra presunti enemies to lovers. Perché Shesheshen si “innamori” può avere un senso, ma Homily? Tutto quello che la riguarda mi pare abbozzato tanto per: l’attrazione immediata che prova per la protagonista; un passato di abusi in famiglia eccessivamente melodrammatico; la grande generosità e lo spirito di sacrificio che risultano quantomeno melensi. Nulla nella sua caratterizzazione poggia su solide basi, e anche il rivoltarsi contro la famiglia per salvare Shesheshen senza alcuna esitazione è del tutto campato in aria. La connotazione queer non può certo salvare un simile disastro, così come eventuali significati simbolici che si vorranno attribuire alla storia.
Speravo in un plot twist e in un finale più in linea con una storia nera, in cui amare significasse davvero solo trovare un nido in cui deporre le uova; invece mi sono ritrovata con un romance da quattro soldi.
Sufficienza raggiunta solo grazie agli elementi gore.

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Una lettura perfetta per l'autunno (4,5 stelle⭐⭐⭐⭐✨)
Shesheshen è un mostro mutaforma, dopo una brutta avventura con dei cacciatori di mostri viene salvata da un'umana, Homily, per cui col tempo comincerà a nutrire una strana simpatia. Ma Homily è alla ricerca di un mostro che abita proprio in quella zona e che ha maledetto la sua famiglia, molto strano visto che Shesheshen è l'unico mostro li, e non ha maledetto proprio nessuno. Dovrà quindi venire a capo del mistero mentre si finge umana facendo attenzione a non essere scoperta. In questa storia troviamo tematiche molto profonde come l'importanza di amare se stessi e di accettarsi, il pericolo che rappresentano le relazioni tossiche e amore LGBTQIA+ che vengono raccontate in maniera divertente e unica dal punto di vista del mostro in un intreccio ben costruito e con validi colpi di scena, ho apprezzato molto questa storia e ringrazio molto @neonlibri per avermi dato l'occasione di leggerla in anteprima

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